Dati, intelligenze artificiali e privacy: parla Traverso (Fbk). “L'Ia può analizzare miliardi di miliardi di informazioni, a decidere però è l'uomo. L'obiettivo è fornire uno strumento”
Utilizzo dei dati, intelligenze artificiali e privacy: Paolo Traverso, direttore Strategia di marketing e sviluppo della Fondazione Bruno Kessler, interviene sul tema dopo le polemiche degli ultimi giorni su tre progetti europei che vedono la città di Trento coinvolta
TRENTO. L'orizzonte di possibilità offerto oggi dalle prospettive di sviluppo dei sistemi di intelligenza artificiale, lo abbiamo visto in moltissimi settori, è in continua (e velocissima) evoluzione. Dall'assistenza degli anziani (Qui Articolo) al monitoraggio dei grandi carnivori (Qui Articolo) fino alla creazione di immagini iper-realistiche da parte di reti neurali che, ormai, risultano sempre più spesso indistinguibili dalla realtà (anche all'occhio digitale di altre intelligenze artificiali di controllo, Qui Articolo), l'impatto di questi sistemi sulla società sembra destinato a farsi giorno dopo sempre più incisivo, mentre le discussioni in merito all'utilizzo dell'Ia nella nostra società, ed alle sue eventuali limitazioni, sono all'ordine del giorno. Proprio a Trento ultimamente non sono mancate le polemiche dopo la presentazione di tre progetti internazionali (Marvel, Protector e Precrisis), finanziati dall'Unione europea, per la prevenzione di pericoli e reati in città (Qui Articolo). Come raggiungere l'obiettivo? Da una parte, ha spiegato l'Amministrazione del capoluogo, raccogliendo attraverso le telecamere del sistema di video-sorveglianza di Trento e microfoni materiale audio/video utile a segnalare la presenza di potenziali pericoli (atti criminali, vandalismo, risse, spaccio), dall'altra con il monitoraggio dei social (Twitter e YouTube) per l'analisi dei contenuti di messaggio d'odio. Dati, è necessario ricordare, che vengono in ogni caso completamente anonimizzati in modo automatico grazie ad un algoritmo specifico elaborato dagli esperti di Fbk.
Dopo la comunicazione ufficiale, l'associazione “Uniamoci Trentino Aps”, che negli ultimi anni, tra le altre cose, ha portato per le strade di Trento prima la protesta contro il Green pass e poi contro il sostegno militare all'Ucraina, era intervenuta parlando di un “sistema di controllo basato sulle intelligenze artificiali”, chiedendo al Comune di “interrompere immediatamente i progetti” e annunciando un esposto al garante della privacy (Qui Articolo). Accusa poi rimandata al mittente dall'Amministrazione del capoluogo in una lunga replica sulla questione (Qui Articolo), nella quale è stato ribadito come i dati raccolti vengano completamente anonimizzati in modo automatico. Come anticipato però, le possibili applicazioni delle reti neurali nella nostra società sono moltissime e coinvolgono, al di là di quello relativo alla sicurezza, settori centrali come l'economia, la gestione della cosa pubblica e, in particolare, la medicina. Per approfondire la questione e scoprire alcune delle applicazioni delle Ia nei vari campi, il Dolomiti ha contattato Paolo Traverso, direttore Strategia di marketing e sviluppo della Fondazione Bruno Kessler e attivo da anni proprio nella ricerca e nell'applicazione di sistemi di intelligenza artificiale.
“I dati che vengono raccolti – dice innanzitutto l'esperto parlando delle polemiche nate negli ultimi giorni – sono completamente anonimi. In generale stiamo cercando di costruire un'intelligenza artificiale che da una parte rispetti la privacy, seguendo le indicazioni che a livello normativo già esistono, e dall'altra faccia il bene delle persone”. Come anticipato, in generale il primo passo è anche il più delicato: la raccolta dei dati. “In questo senso esistono due approcci estremi – dice Traverso –: vietare in assoluto la raccolta dei dati, con le ovvie ricadute su ambiti come la medicina personalizzata, e la totale libertà nel loro utilizzo, come avviene per esempio negli Stati Uniti. In Europa si è deciso invece di percorrere una strada alternativa: permettere cioè l'accesso a certi dati nel rispetto della privacy e del benessere dei cittadini”. Prendendo ad esempio proprio il campo medico, raccogliendo i dati dei vari pazienti è possibile costituire una sorta di archivio anonimo, grazie al quale le reti neurali sono poi in grado di tracciare analisi e connessioni che possono aiutare i professionisti nel loro lavoro.
“Grazie ai dati – spiega infatti l'esperto di Fbk – si possono realizzare dei modelli predittivi personalizzati da sottoporre poi all'interpretazione del medico. Pensiamo per esempio alla quantità di informazioni che si potrebbero raccogliere da bacini di popolazione a livello nazionale o europeo: si avrebbero strumenti incredibilmente più potenti per capire quali cure hanno avuto veramente effetto, in quali casi e perché, o addirittura lavorare per prevenire la malattia stessa”. Lo stesso discorso si può poi applicare, come avvenuto a Trento, nel campo della sicurezza: imprescindibile però, nell'analisi di una mole tanto grande di informazioni, è la capacità di analisi, resa possibile oggi proprio dagli sviluppi dell'intelligenza artificiale. “L'Ia ci permette di leggere i dati più velocemente – sottolinea Traverso – e di capire eventuali relazioni ad un livello impossibile per un essere umano. Stiamo parlando di miliardi di miliardi di informazioni. L'obiettivo però non è sostituire l'umano e permettere alle Ia di prendere le decisioni: l'obiettivo è fornire uno strumento ulteriore, e potentissimo, ai professionisti dei vari settori”.
Uno strumento, aggiunge Traverso: “Che in previsione potrà essere assimilato ad apparecchi oggi fondamentali negli ospedali come Tac e risonanze magnetiche. Per questo Fbk sta portando avanti collaborazioni anche con chi lavora nell'ambito delle questioni etiche e di normativa nell'approfondire una sorta di 'diritto all'Ia'. La cosa importante, lo ripeto, è che si garantisca da una parte il diritto alla privacy e dall'altra il benessere delle persone”. Un binomio imprescindibile nel campo della medicina e non solo: “In altri ambiti l'analisi dei dati da parte dell'Ia – conclude infatti Traverso – può portare a previsioni sulle crisi economiche future, dando alla Pubblica amministrazione gli strumenti adatti a prevenirle o a ridurne gli effetti. É possibile poi capire quali siano le necessità di chi vive in una determinata area, aiutare le Amministrazioni ad introdurre nella maniera più ottimale strumenti per una mobilità più sostenibile, più verde, simulando per esempio l'introduzione di bici elettriche o la progettazione di nuove linee di autobus. Si tratta di potenzialità oggi a portata di mano".