Dagli affitti insostenibili ai bilanci in rosso dell'Università, "Ora basta". Gli studenti trentini scendono in piazza, Udu: "Vogliamo fatti concreti, il diritto allo studio è a rischio"
In piazza il 26 settembre, gli studenti di Udu: “Non possiamo e non vogliamo continuare a vivere così. L'università non deve essere sopravvivenza – spiegano - e costi non sostenibili per le famiglie. Non deve essere frustrazione per un futuro che non si può mai concretamente raggiungere”
TRENTO. Dopo la tendata di maggio, studenti universitari hanno deciso di scendere nuovamente in piazza. “Quella protesta non è stata sufficiente, abbiamo ricevuto promesse ma non risposte concrete” hanno spiegato in una nota i rappresentanti di Udu Trento.
“Vivere come studenti fuori sede – spiegano - sta diventando complesso e difficile in maniera esponenziale. Il caro affitti sovrasta le famiglie, il diritto allo studio è sempre più a rischio e il nostro futuro sembra ormai sempre più inarrivabile, nonostante gli sforzi”.
In questo panorama si inserisce il bilancio dell'università, pericolosamente in rosso già alla chiusura del 2022, in cui la perdita appariva di circa 4 milioni e ad oggi si prevede che questa possa aumentare fino a una quota tra i 10 e i 15 milioni.
“Proprio per questo i tagli – spiegano gli studenti - come è ormai evidente, continuano a susseguirsi su vari ambiti minando l’integrità e la garanzia del diritto allo studio. Tagli sulle opportunità internazionali, che vanno quindi a limitare anche le possibilità di svolgere esperienze all'estero ma anche tagli interni”.
Una situazione diventata ormai insostenibile. “Non possiamo e non vogliamo continuare a vivere così. L'università non deve essere sopravvivenza – spiegano - e costi non sostenibili per le famiglie. Non deve essere frustrazione per un futuro che non si può mai concretamente raggiungere”.
Ed è per questo che gli studenti scenderanno in piazza il 26 settembre, “per far sentire la nostra voce ancora più forte – spiegano - e per far capire che non ci bastano le apparenze, noi vogliamo azioni concrete”.