Combattere l'ansia negli anziani con la realtà virtuale, i ricercatori di Fbk: "Una strada promettente per ridurre l'isolamento e accrescere il benessere"
Lo studio ha coinvolto, tra gennaio e febbraio di quest’anno, 23 anziani (di cui 19 donne), con un’età media di 86,6 anni. Il racconto dei ricercatori: "Abbiamo voluto indagare se far provare la realtà virtuale agli anziani potesse essere buona idea per la gestione dell’ansia, riscuotendo grande successo tra i partecipanti. In generale, lo stato di rilassamento degli anziani è aumentato, facendo anche emergere ricordi''
POVO. Si è recentemente concluso lo studio di fattibilità, tra i primi in tutta Italia, condotto con gli ospiti dell'Apsp "Margherita Grazioli", che nel corso degli scorsi mesi hanno potuto vivere un'esperienza piacevole e rilassante, testando la realtà virtuale attraverso l'utilizzo di visore ottico, considerato "risposta più precisa e personalizzata al problema della gestione dell’ansia nelle persone anziane, che presentano compromissione del funzionamento cognitivo".
Il progetto si colloca all’interno della collaborazione stipulata tra la Fondazione Bruno Kessler/TrentinoSalute4.0 e l’Azienda pubblica di servizi alla persona "Margherita Grazioli" di Povo. Da gennaio 2023, alcuni utenti selezionati sulla base di requisiti precisi e in accordo con il personale sanitario della struttura, hanno avuto occasione di esplorare in prima persona uno spazio virtuale in 3 dimensioni creato e adattato in base alle preferenze personali. Utilizzando un visore, hanno sperimentando un'immersione multisensoriale a 360gradi in un contesto rilassante (come mare, montagna, campagna o altri ndr).
L'utilizzo di scenari virtuali immersivi è stato infatti recentemente studiato per implementare interventi dedicati al miglioramento della qualità di vita delle persone in strutture per anziani, mettendo in luce un impatto positivo su ansia, depressione e apatia.
"L’esposizione di persone con compromissione cognitiva e fisica a scenari immersivi realistici e naturali in realtà virtuale tramite visore è sicura e ha un impatto sulla promozione dello stato di rilassamento e di emozioni positive". È questo quanto emerge a sperimentazione finita, un'indagine condotta dalla ricercatrice Susanna Pardini, dell’Università di Padova e dottoranda presso il centro Digital Health and Wellbeing della Fondazione Bruno Kessler, che titola "Utilizzo di ambienti personalizzati virtuali in persone con deterioramento cognitivo".
In particolare, lo studio ha coinvolto, tra gennaio e febbraio di quest’anno, 23 anziani (di cui 19 donne), con un’età media di 86,6 anni: "Abbiamo voluto indagare se far provare la realtà virtuale agli anziani potesse causare effetti avversi associabili all’utilizzo del visore - premette Pardini -. Ma non solo: volevamo verificare se questa procedura sperimentale potesse meritare successive indagini più rigorose, in termini di valutazione dell’efficacia clinica e statistica".
Per capire se la soluzione virtuale fosse una buona idea per la gestione dell’ansia e quale fosse il grado di coinvolgimento degli anziani durante l’esposizione, i ricercatori, grazie a computer dotati di potenti schede grafiche e una piattaforma software dedicata, hanno sviluppato, nei laboratori di Fbk, ambienti virtuali 3D rilassanti e personalizzabili impreziositi di suoni e di dettagli grafici.
"Il nostro studio ha dato risultati soddisfacenti, e conferma quanto messo in rilievo da ricerche precedenti. L’esperienza con la realtà virtuale è stata complessivamente ben tollerata dai partecipanti, che non hanno manifestato o riferito effetti collaterali in relazione all’uso del visore - prosegue la ricercatrice -. Inoltre, i partecipanti hanno espresso verbalmente, o manifestato con un comportamento non verbale, uno stato generale di interesse, consapevolezza, impegno e piacevolezza durante l'esposizione virtuale, mostrando di aver apprezzato l'esperienza".
L'esperienza, stando ai feedback dei partecipanti, ha suscitato reazioni come la reminiscenza di ricordi malinconici, l'apprezzamento estetico di ciò che stavano vedendo, il senso di sicurezza e protezione in un contesto apprezzato. "È stato interessante notare che i partecipanti hanno anche provato sentimenti di autorealizzazione e il desiderio di "essere utili" fornendo opinioni e suggerimenti agli sperimentatori su come migliorare gli scenari virtuali. In sintesi, abbiamo riscontrato che lo stato di rilassamento degli anziani è aumentato, e si è ridotta l’ansia e la preoccupazione dopo l’uso della realtà virtuale. Una strada promettente per ridurre l'isolamento e incrementare il coinvolgimento in attività ricreative e utili per il benessere indirizzate a diversi tipi di popolazione", conclude Pardini.