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Cibo sintetico, Coldiretti elenca i "potenziali pericoli" dalle allergie al cancro ma dal Cibio smentiscono: "La Fao ha dato tutt'altro parere. Strumentalizzate delle falsità"

Coldiretti, in una sua nota, ha fatto circolare la notizia che sarebbero "53 i pericoli potenziali per la salute dei cibi sintetici, prodotti in laboratorio, individuati nel primo rapporto Fao - Oms sul 'Cibo a base cellulare'". I professori Biressi e Conti: "Questo documento della Fao è tutt’altro che negativo. C'è stata una strumentalizzazione, condita anche con delle falsità"

Di Francesca Cristoforetti - 22 aprile 2023 - 17:30

TRENTO. Salgono a circa mezzo milione le firme raccolte da Coldiretti per dire no al 'cibo sintetico'. Una lotta, quella contro la 'carne da laboratorio' (prodotta da cellule animali in bioreattori) che da mesi sta infuocando il dibattito pubblico e politico, tanto che, su proposta del ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, poco tempo fa è stato approvato un disegno di legge per vietare "la produzione e l'immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici".

 

La storia però non finisce qui. Coldiretti proprio in queste settimane, in una sua nota, ha fatto circolare la notizia che sarebbero "53 i pericoli potenziali per la salute dei cibi sintetici, prodotti in laboratorio, individuati nel primo rapporto Fao - Oms sul 'Cibo a base cellulare'".

 

Importanti precisazioni arrivano direttamente dai laboratori del Cibio dell'Università di Trento. A rispondere sono i due ricercatori universitari Stefano Biressi Luciano Conti, che collaborano con Bruno Cell facendo ricerca nell’ambito della carne colturale (Qui l'intervista).

 

"Al contrario di come è stato detto - dichiarano intervistati da il Dolomiti - questo documento della Fao è tutt’altro che negativo. Si fa confusione tra due termini, rischio e pericolo, che sono due concetti diversi. In questo documento tecnico indirizzato agli organi istituzionali dei vari Paesi incaricati di valutare gli aspetti di sicurezza dei cibi, la Fao suggerisce una lista di elementi da approfondire nella valutazione della sicurezza, ma non trae alcuna conclusione in termine di rischi (cioè la probabilità di arrecare potenziale danno). E' evidente che ci sia una strumentalizzazione, condita anche con delle falsità".

 

Nei pericoli potenziali citati da Coldiretti si parla di allergie e tumori. Ma anche qui è necessario fare delle precisazioni. "Non c'è nessun elemento - sostengono i professori - in tutto il documento in cui venga detto che il prodotto non sia sicuro. Inoltre il comitato scientifico della Fao addirittura sui tumori si sbilancia a dire che il cibo da laboratorio ha un alto profilo di sicurezza, e stando allo stato attuale delle conoscenze, non viene nemmeno indicato come pericolo da valutare ulteriormente".

 

E sulle allergie? "Si hanno gli stessi rischi presenti negli alimenti tradizionali, per esempio nel momento in cui si dovesse andare ad aggiungere altri elementi per insaporire il prodotto. Ma come è già in atto nel settore alimentare: non c'è nulla di nuovo, si dovrebbe andare a indicare la lista degli allergeni".

 

Nel documento firmato da Fao si fa chiarezza inoltre sulla denominazione del prodotto. Viene suggerito di usare termini come "carne a base cellulare", proprio per evidenziare l'uso di cellule animali che "sono alla base sia di questo prodotto innovativo, sia della carne tradizionale".

 

"Pur essendo fondamentalmente corretto - dichiarano Biressi e Conti - parlare di 'carne coltivata' potrebbe creare confusione nel consumatore qualora si parlasse di pesce, dove il termine pescicoltura è associato a pratiche di allevamento. Anche qui non viene messa in discussione la qualità della 'carne a base cellulare', ma si raccomanda semplicemente che questa caratteristica venga messa in evidenza nell'etichetta".

 

Perché la necessità di tale documento? "La Fao non lo ha elaborato per creare allarme - concludono i professori del Cibio - ma essendo la carne in vitro un prodotto che inizia a circolare in alcuni Paesi come Singapore, è questo il momento giusto per fare chiarezza e cercare di trovare delle linee guida uniformi a livello internazionale. Ma è un approccio estremamente costruttivo. E' stato mal interpretato o strumentalizzato in senso negativo da alcuni parti".

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