''Cerchiamo persone tra 65-80 anni che vogliano aiutarci a capire i meccanismi legati alle abilità cognitive in età avanzata''
L'appello arriva dal Cimec - Centro Interdipartimentale Mente e Cervello dell’Università di Trento, che si occupa di studiare come cambiano le abilità cognitive nell’invecchiamento. Ecco come funziona e chi lavora al progetto
TRENTO. ''Per condurre le nostre ricerche cerchiamo persone tra i 65 e gli 80 anni che vogliano aiutarci a comprendere i meccanismi legati alle abilità cognitive e l’età avanzata''. E' questo l'appello che arriva dal gruppo di ricerca “Attenzione Percezione e Invecchiamento” (Apa) del CIMeC, Centro Interdipartimentale Mente e Cervello dell’Università di Trento, che si occupa di studiare come cambiano le abilità cognitive nell’invecchiamento.
Il gruppo ha come responsabile la professoressa Veronica Mazza e come co-responsabile la dottoressa Sara Assecondi. Da diversi anni si occupano di studiare come con l’avanzare fisiologico dell’età cambia la mente ed il cervello durante compiti di attenzione e memoria anche in associazione a percorsi di allenamento cognitivo.
Considerando le abilità cognitive, l’invecchiamento è un fenomeno molto eterogeneo. Si osserva infatti un’alta variabilità tra le persone della stessa fascia d’età e un’alta eterogeneità anche tra diverse funzioni cognitive. Alcune capacità cognitive infatti, come la memoria e l’attenzione, subiscono un cambiamento con l’avanzare dell’età. D’altro canto, l’invecchiamento non risulta avere un impatto significativo su altre abilità, come la conoscenza del vocabolario e la memoria delle procedure necessarie ad esempio per andare in bicicletta o suonare il pianoforte.
Negli ultimi decenni l’approccio delle neuroscienze cognitive allo studio dell’invecchiamento ha subito notevoli cambiamenti. Se precedentemente si associava l’invecchiamento solamente ad un concetto di perdita, ora si considera il fenomeno in maniera più complessa, studiando anche le strategie di compensazione e i cambiamenti a livello della dinamica di attivazione cerebrale. Per cercare di rispondere alle domande di ricerca che restano ancora aperte, il gruppo Apa si occupa da un lato di studiare come cambia l’attivazione cerebrale in età avanzata durante i compiti cognitivi, dall’altro indaga metodologie per cercare di mantenere un buon funzionamento cognitivo.
Da alcuni anni si è iniziato a discutere delle strategie per il potenziamento delle abilità cognitive, attraverso specifici protocolli. Il gruppo di ricerca Apa ha avviato in questi ultimi anni alcuni progetti di ricerca che avevano l’obiettivo di
studiare i cambiamenti dell’attività cerebrale associati anche all’applicazione di questi protocolli. Per studiare le dinamiche dell’attivazione cerebrale e come le aree del nostro cervello comunicano tra loro, può essere utilizzato l'elettroencefalogramma, una tecnica non invasiva che consente di analizzare in modo puntuale le varie fasi dell’elaborazione delle informazioni.
Nei loro progetti viene anche utilizzata la stimolazione cerebrale non invasiva, una tecnica che consente di modulare in modo specifico l’attività cerebrale durante un compito. Alcuni dei protocolli utilizzati combinano la stimolazione cerebrale a sessioni di allenamento cognitivo, con lo scopo di analizzare il beneficio di tale tecnica sulle funzioni cognitive, tenendo in considerazione le caratteristiche personali.
Per maggiori informazioni potete contattare il gruppo di ricerca Attenzione, Percezione e Invecchiamento tramite l’indirizzo e-mail apa.cimec@unitn.it o al numero 0464 808729 (da lunedì al venerdì)