La rivista Nature conferma i dati di Crisanti: ''Bocciati i test rapidi per Covid approvati dai vertici della sanità, Zaia negherà ancora?''
I consiglieri regionali di opposizione in Veneto intervengono sulla pubblicazione da parte di Nature dello studio di Andrea Crisanti, allontanato dai vertici della sanità e dalla Regione per le sue conclusioni sul ricorso ai test rapidi durante la seconda ondata dell'epidemia Covid
VENEZIA. "La rivista scientifica più importante al mondo pubblica la ricerca che denunciava la scarsa affidabilità dei cosiddetti test rapidi per il Covid". Questo il commento di Cristina Guarda (Europa Verde), Erika Baldin (M5S), Elena Ostanel (VcC), Arturo Lorenzoni (Gm), Giacomo Possamai (Pd), Francesca Zottis (Pd), Vanessa Camani (Pd), Jonatan Montanariello (Pd), Anna Maria Bigon (Pd) e Andrea Zanoni (Pd). "Questo studio era stato criticato e rigettato dal direttore generale della sanità veneta, Luciano Flor, dal dg dell’Istituto zooprofilattico delle Venezie, Antonella Ricci, e dal presidente del Veneto Luca Zaia. Questa notizia mette in dubbio la strategia adottata nella gestione della pandemia, in particolare da parte della Regione del Veneto".
I consiglieri regionali di opposizione in Veneto intervengono in merito alla pubblicazione da parte di Nature dello studio di Andrea Crisanti. La rivista ha approvato lo studio del professore che demolisce gli esami antigenici: falsi risultati nel 30% dei casi. La scelta della Regione sarebbe stata tra le cause del record di mortalità nella seconda ondata dell’epidemia.
Nell'ottobre del 2020 Crisanti aveva segnalato e denunciato la scarsa affidabilità dei test rapidi, i dati esaminati dal docente dell’università di Padova, già direttore della sezione malattie infettive dell’Imperial College di Londra, evidenziava il problema dei falsi negativi.
"Abbiamo - aggiungono Guarda, Baldin, Ostanel, Lorenzoni, Possamai, Zottis, Camani, Montanariello, Bigon e Zanoni - deciso di presentare una interrogazione per chiedere al presidente e all’assessore alla sanità di riferire in Aula, ricordando come la campagna elettorale per le elezioni regionali del 2020 fosse stata fortemente influenzata dalla gestione della pandemia da parte della precedente Giunta e dai vertici della sanità regionale".
Se Crisanti durante la prima ondata aveva avuto un ruolo di primo piano nella gestione dell'emergenza Covid in Veneto attraverso il ricorso alla campagna di tamponi molecolari con l'effetto di ridurre il livello dei contagi e dei tassi di mortalità, il professore era stato poi isolato e attaccato dai vertici della sanità per l'allarme sui test rapidi all’inizio della seconda ondata dell’epidemia, che ha avuto conseguenze durissime sul territorio veneto. Ora Nature conferma le conclusioni del virologo.
"Quanto pubblicato rischia di minare l’efficacia delle politiche sanitarie contro l’emergenza Covid adottate in Veneto e poi prese a modello a livello nazionale", concludono Guarda, Baldin, Ostanel, Lorenzoni, Possamai, Zottis, Camani, Montanariello, Bigon e Zanoni.