Fonti proteiche alternative alla carne, lo studio di Bolzano che parte dall'anidride carbonica supercritica
In un periodo caratterizzato da emergenza climatica e ambientale, gli studiosi stanno indagando possibilità alternative e più eco-friendly: fra le varie, anche l'assunzione di proteine vegetali, che grazie allo studio di Gonzales Ortega potranno d'ora in poi essere estratte senza rinunciare a preziosi nutrienti
BOLZANO. In un’epoca in cui si è reso necessario guardare all’ambiente per salvaguardarlo e tentare d’invertire la rotta, è divenuto inoltre fondamentale sostituire o modificare alcune abitudini dannose per il pianeta. Fra le varie tematiche da affrontare, gli studiosi sono stati spinti a indagare quelle fonti proteiche alternative alla carne, per permettere di ridurre il consumo di quest'ultima: oggi, ai vari studi, si aggiunge anche quello di Rodrigo Gonzales Ortega, che mostra come ricavare proteine di qualità migliore dagli oli vegetali, senza l’impiego di solventi o alte temperature.
Nell’ambito dello studio delle proteine vegetali, ha per l'appunto recentemente attirato l’attenzione la valorizzazione dei sottoprodotti della produzione di olio vegetale, come i pannelli di semi sgrassati, poiché contenenti elevate quantità di proteine con un alto valore nutrizionale e tecno-funzionale.
Proteine che, sebbene preziose, spesso finiscono per perdere le proprie proprietà, in quanto i processi industriali di sgrassatura che prevedono l'uso di solventi organici e temperature elevate le denaturano, fornendo bassi rendimenti di estrazione e causando la perdita di funzionalità di questi nutrienti.
Un grande ostacolo, quello rappresentato dall’impiego di processi industriali, dilemma al quale ha cercato di rispondere anche il ricercatore dell’Università di Bolzano Rodrigo Gonzales Ortega attraverso un innovativo studio che valuta il potenziale dell’anidride carbonica supercritica (SCCO2).
Un processo di sgrassatura ecologico e delicato (dal punto di vista della temperatura) ma soprattutto alternativo al processo industriale basato su solventi, quello che l’impiego della SCCO2 consentirebbe di effettuare, con un’efficienza di estrazione delle proteine dalla soia e dalla colza notevolmente aumentata rispetto a quanto accade attualmente nelle aziende.
A ciò, secondo lo scienziato, si sommerebbero inoltre qualità e funzionalità delle frazioni proteiche migliorate per quanto riguarda farine e isolati proteici. Un’indagine che, se concretamente attuata, permetterebbe quindi non soltanto di ottenere oli di alta qualità, ma anche frazioni ricche di proteine con maggiore possibilità d’estrazione e funzionalità.
Lo studio di Rodrigo Gonzales Ortega verrà presentato, nell’ambito dei “Sustainability days”, l’8 settembre alle 12:15, alla fiera di Bolzano.