Dagli spazi rurali abitativi resilienti alla ricetta del garum: ecco gli "esperimenti di economia circolare" raccontati a Bolzano durante le "Giornate della sostenibilità"
La ricetta del garum, i "veicoli da macello" che guardano al benessere dell'animale e gli spazi rurali abitativi resilienti: a Bolzano, presentati tre diversi metodi per contribuire alla sostenibilità ambientale
BOLZANO. Tre diversi modi di generare economia circolare, attraverso le testimonianze (con tanto di metodo) di un agricoltore toscano, uno chef altoatesino e del presidente del consiglio di amministrazione della "Bürger Genossenschaft Obervinschgau": questo, quanto presentato durante una delle "Giornate della sostenibilità" il 7 settembre a Bolzano. Due, gli eventi sul tema dal titolo "Agricoltura e alimentazione: soluzioni sostenibili al dilemma dell’onnivoro" e "Habitat rurali resilienti: piccolo è bello, ma è resiliente?".
Fra i relatori, a intervenire è stato in primis lo chef Mattia Baroni che ha presentato la ricetta del suo "garum", prodotto attraverso processi di fermentazione (cioè con l'aiuto di microbi e senza ulteriore utilizzo di energia) estraendo una salsa liquida ricca di sostanze nutritive derivata da alimenti che, nella cucina tradizionale, finirebbero altrimenti nella spazzatura. Una salsa ottenuta da ortaggi o da galline ovaiole prossime al "pensionamento", nonché dagli scarti ottenuti dalla produzione di formaggio o interiora di pesce.
"Produrre garum per tutti richiederebbe moltissimo tempo", ha ammesso lo chef durante la sua presentazione, confessando inoltre un suo personalissimo sogno: "Vorrei trascorrere 4 settimane in piccole strutture diffuse, in luoghi differenti, dove poter produrre il mio garum". Una salsa che, se prodotta in grandi quantità e assunta dai più, potrebbe risultare non soltanto "un bene per la salute ma anche per l'ambiente".
Il secondo racconto dedicato all'economia circolare è stato quello di Jacopo Goracci, il quale possiede un'azienda agricola in toscana con un terreno di 1000 ettari e dove l'agricoltore e allevatore punta a una "più che decisa riduzione delle emissioni di Co2. Alleviamo tre diverse specie di bestiame su pascoli boschivi e prati - ha spiegato - i nostri animali vengono infine abbattuti in quelli che chiamiamo veicoli da macello, un metodo più sostenibile e che guarda al benessere dell'animale": un prototipo, per l'appunto, sviluppato insieme a altri contadini per rispondere "al dilemma dell'onnivoro".
A concludere i due eventi dedicati a metodi che guardano all'ambiente, anche quello relativo agli spazi rurali abitativi resilienti: possibilità mostrate in via teorica da Beatrice Durrer-Eggerschwiler (Università di Lucerna) e Tina Heisch (Università di Basilea), insieme a Armin Bernhard, presidente del consiglio di amministrazione della Cooperativa di comunità dell'alta val Venosta (Bürger Genossenschaft Obervinschgau).
"In particolare - ha dichiarato Bernhard - è stato il referendum sui pesticidi ha gettato le basi per la creazione della cooperativa di comunità in val Venosta. Nel frattempo, poi, è stato fondato un caseificio che produce prodotti biologici a partire dal latte di capra - ha sottolineato - la cooperativa si occupa inoltre di promuovere eventi culturali e gastronomici: un tipo di progetto che sta prendendo piede in varie parti del mondo. Certo, non esiste una ricetta universale per creare spazi abitativi resilienti: bisogna solo essere pronti a sperimentare", ha concluso il presidente della Bürger Genossenschaft Obervinschgau.