Salvatore Panetta, il consigliere che tiene in scacco il sindaco
L'ex consigliere provinciale vuole a tutti i costi tornare a fare l'assessore, anche a costo di sacrificare Chiara Maule. Tra oggi e domani il sindaco di Trento scioglierà la riserva e svelerà la composizione della (nuova) giunta
TRENTO. Tra oggi e domani forse il sindaco scioglierà la riserva. Farà quadrare il cerchio, incasellando i nomi della nuova giunta rimessa a nuovo per far posto alle richieste degli insofferenti. Di quelli che rivendicano poltrone, di quelli che “vogliono essere considerati”, di quelli che nell'ultimo anno e mezzo hanno fatto mancare il sostegno al sindaco Andreatta in più di un'occasione.
Possiamo anche impegnarci in analisi politiche più o meno profonde, ma la realtà è questa: Salvatore Panetta vuole entrare in giunta. Lui si è candidato per questo, ha raccolto una a una le sue preferenze (738), è il più votato del suo gruppo e quindi vien da sé: un posto è suo.
Ma insomma, lui si è fatto la gavetta, ha iniziato poco a poco a raccogliere i suoi voti un po' qua e un po' là, ha fatto il porta a porta come si faceva una volta. Lui è stato consigliere, è stato anche assessore. Poi in Provincia, consigliere provinciale. Si capisce che non può certo star bene lì dov'è a fare il soldato semplice, la retrocessione non piace a nessuno.
Questo giro voleva tornare perlomeno a fare l'assessore. Ma la giunta Andreatta varata un anno e mezzo fa non lo ha compreso nella squadra. Da qui l'impasse, i piccoli ricatti, i pali tra le ruote. Le altre rivendicazioni, quelle di Pattini e Uez, sono secondarie, sono beghe piccoline che si gestiscono con poco.
Il problema vero è lui. In giunta il sindaco ha preferito Chiara Maule. Perché è donna – e nell'equilibrio dei generi era necessario – ma anche perché è brava. Qualche risultato l'ha portato a casa, la Smart City Week ha funzionato e nessuno può dire nulla sulle sue capacità. Anche per questo sarebbe indifendibile la scelta di sacrificare Chiara Maule per accontentare l'ex consigliere provinciale.
Ma indifendibile è la situazione in sé. Il “caso Panetta” è diventato ora un problema non da poco. Sembra che il sindaco l'abbia detto e ripetuto: “In giunta non lo voglio”. Ma le pressioni sono tante e uno solo può riuscire a far saltare il banco. Chissà cosa succederà, chissà quale equilibrio da Prima Repubblica riuscirà a trovare il primo cittadino. Chissà che scambi ci saranno, chissà il nome di chi sarà immolato sull'altare dell'opportunità politica.
Chissà se Panetta riuscirà nel suo intento di tornare a fare l'assessore. In questo caso il sindaco avrà fatto contenta una persona, avrà aiutato un uomo a suturare la ferita (narcisistica?) del perduto ruolo. Ma se il sindaco lascerà tutto com'è continuando con la squadra che ha formato un anno e mezzo fa, avrà fatto contenta la città. Perlomeno quelli che l'hanno votato, quelli che hanno deciso di fidarsi di lui, che gli hanno consegnato la città. Quelli che di come sta Panetta senza un ruolo poco importa.