Not, esposto in Procura di Bezzi: "Per gli errori dell'amministrazione paga sempre la gente?"
Il consigliere provinciale si è rivolto alla Procura della Repubblica: "Spero faccia chiarezza. Cantone ha detto che in caso di vittoria delle aziende ricorrenti (chiedono 52 milioni di euro) c'è materia per la Corte dei Conti. Condivido l'analisi. E' stato un vero pasticcio alla trentina"
TRENTO. La vicenda legata al "pasticcio" Not non trova pace e oggi è arrivato anche l'esposto alla Procura della Repubblica firmato dal consigliere provinciale Giacomo Bezzi. "Ho letto sul vostro giornale dell'intervista a Cantone e ho condiviso ogni parola - spiega Bezzi - e penso che sulla vicenda debbano attivarsi anche le autorità competenti. La vicenda Not è l'esempio negativo del modus operandi alla trentina. Tutto viene deciso da un pugno di dirigenti e si ha addirittura la supponenza di mettere controllori e controllanti negli stessi posti. Tanto poi c'è sempre l'idea che le cose vengano sistemate 'inter nos'. Qui però stiamo parlando di una delle opere più importanti dell'intero Nord Est e abbiamo fatto davvero una pessima figura. E, la cosa peggiore è che alla fine a pagare rischiano di essere come al solito i cittadini".
I quattro raggruppamenti di imprese che avevano partecipato al vecchio appalto per la realizzazione del Not (quello saltato perché due dirigenti, Livia Ferrario e Luciano Flor, della commissione aggiudicatrice dell'opera erano stati anche tra coloro che avevano redatto il bando), infatti, hanno chiesto i danni sia per le spese sostenute per la gara revocata da Piazza Dante, sia per il mancato guadagno dalla possibile aggiudicazione dell'appalto, per un totale di 52 milioni di euro di risarcimento.
"La Giunta provinciale ha dato il via alla procedura che, si spera, porti alla agognata realizzazione della nuova struttura ospedaliera trentina - ha aggiunto Bezzi motivando il suo esposto -. Ma chissà quanto costeranno alla collettività gli errori commessi dall’amministrazione provinciale. Perché, va ricordato, che il motivo dell’annullamento della gara del 2012 da parte del Consiglio di Stato, è stato sollevato in maniera evidente e mai preso in considerazione dalla Giunta provinciale. Constatato che, la procedura di revoca potrebbe portare a nuove impugnature al Tar da parte delle imprese partecipanti, questo provocherà ulteriori ritardi e aggiuntivi costi; il tutto a danno della sanità trentina, della collettività e delle casse pubbliche. Io già in passato avevo portato la documentazione alla Corte dei Conti e avevo scritto a Roma proprio a Cantone e ai suoi tecnici. Speriamo che questa volta si riesca a fare luce su questa vicenda".