Andreatta sta cedendo al "ricatto". Verso il sacrificio le due donne Maule e Ferrari
Salvatore Panetta sembra riuscire nel suo intento, tornare in giunta. Pattini in pole-position per la poltrona di presidente del Consiglio comunale, lo era stato già in passato. "Quota rosa" per Lucia Coppola che entrerebbe nella squadra con delega all'Ambiente.
TRENTO. Sono queste le indiscrezioni dell'ultima ora. Il sindaco avrebbe deciso di sacrificare due donne della sua giunta, Marika Ferrari, la più giovane di tutta la squadra, e la titolare dell'assessorato all'innovazione Chiara Maule. Una decisione che avrebbe preso "con profonda sofferenza".
Fino a ieri sera l'ipotesi più accreditata era quella del mini-rimpasto, ma le voci insistenti di questa mattina sembrano propendere per la soluzione più drastica. Alessandro Andreatta non avrebbe saputo fronteggiare il "ricatto" delle fronde degli insofferenti, tra questi Salvatore Panetta che sembra riuscire nell'intento di riprendersi un assessorato, subentrando a Chiara Maule.
Per garantire una presenza femminile in giunta, oltre a Mariachiara Franzoia, arriverebbe in soccorso Lucia Coppola a cui andrebbe l'assessorato all'ambiente. Il suo scranno di presidente del Consiglio comunale potrebbe andare da Alberto Pattini del Patt, partito che più volte ha chiesto al primo cittadino "di essere considerato".
Elisabetta Bozzarelli, esponente del Pd, non è certa della fondatezza di questa ipotesi. "Il sindaco ha più volte rivendicato come una scelta a cui non vorrebbe rinunciare quella di tre donne in giunta". Ma se così fosse, se venissero lasciate a casa Ferrari e Maule, "non sarebbe una buona notizia". La consigliera non vuole esprimersi sulle scelte del sindaco: "Spetta a lui decidere e da parte del gruppo consigliare c'è la massima fiducia e il massimo sostegno. Certo che se ci fosse una riduzione della componente femminile in giunta - aggiunge - e se una donna come Lucia Coppola perdesse la posizione di vertice del consiglio comunale, personalmente sarei molto amareggiata".
Manulea Bottamedi, consigliera provinciale, dice che tutto questo "sarebbe umiliante" per le donne. "Non mi meraviglierebbe se questa fosse la soluzione, se ancora una volta fosse sacrificata la componente femminile. Questa maggioranza - afferma durissima - usa le donne per sistemare situazioni di poltrone e di potere". Rincara la dose: "Questa sinistra fa mille proclami sulla valorizzazione delle donne ma nei fatti fa l'opposto di quello che dice. E quello che è peggio - sottolinea - è che le donne di sinistra non levano nessuna voce, zitte zitte accettano tutto questo".
Il Movimento 5 Stelle, in una nota, dichiara che "finché non ci sarà chiarezza non prenderemo parte ai consigli comunali perché non ci sembra corretto 'scaldare' la sedia e ricevere il gettone di presenza per portare avanti il nulla". I grillini annunciano che rimarranno in strada, sotto palazzo Thun, "ad ascoltare i cittadini che vorranno raccontarci i loro bisogni primari e torneremo in aula quando sarà fatta chiarezza una volta per tutte".