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Andreatta, notte prima degli esami. Dalle lacrime della Ferrari ai dubbi su Uez

Ultimo consiglio comunale in un clima surreale. L'assessora all'ambiente: "Umanamente per me è bruttissimo". Domani il sindaco scioglierà le riserve

Di Giuseppe Fin - 27 settembre 2016 - 20:00

TRENTO. Lacrime e musi lunghi nell'ultimo consiglio comunale di Trento prima della decisione finale che domani mattina il sindaco Alessandro Andreatta comunicherà sui cambiamenti in giunta.

 

L'assessore Marika Ferrari, data quasi da tutti come certa in uscita, all'inizio del consiglio non ce l'ha fatta a trattenere le lacrime. “Se quello che si sente dire è vero allora almeno spero lo abbiano deciso per il bene della comunità ma umanamente per me è bruttissimo” ha detto visibilmente provata.

 

Durante tutta la giornata si sono rincorse diverse voci sulle possibili nomine o defenestramenti in Giunta. L'ipotesi che ha tenuto banco di più è stata quella di “sacrificare“ due donne, Marika Ferrari (in quota Patt), la più giovane di tutta la squadra, e la titolare dell'assessorato all'innovazione Chiara Maule. Il tutto in favore dell'entrata di Salvatore Panetta con delega di assessore al decentramento e di Alberto Pattini (Patt), quest'ultimo presidente del consiglio al posto di Lucia Coppola (Verdi) che sarebbe andata che riempire la casella dell'assessorato all'Ambiente.

 

Un'ipotesi, questa, che si è sgretolata questa sera quando il sindaco ha comunicato l'intenzione di giocare la ''carta'' Tiziano Uez (Patt) in giunta evitando il cambio alla presidenza del consiglio.

 

Questa scelta, ancora non definitiva, permetterebbe ad Andreatta di governare garantendosi l'appoggio del Patt che, a questo punto, si ritroverebbe con due assessori, Roberto Stanchina e il citato Tiziano Uez oltre ad una possibile delega a Dario Maestranzi.


Per quanto riguarda l'Upt – Cantiere, saldi in giunta rimarrebbero Paolo Biasioli e Chiara Maule mentre a Massimo Ducati sarebbe assegnata una delega, consegnando la carica di capogruppo al consigliere Renato Tomasi.

 

Un piano, questo, che se andasse in porto, permetterebbe al sindaco Alessandro Andreatta di governare lasciando alla porta i consiglieri Salvatore Panetta e Paolo Castelli, tra i più critici, fin dalla prima ora, verso il sindaco.

 

Sotto il profilo matematico dei voti, se questo scenario venisse confermato, il sindaco si garantirebbe la governabilità con 23 voti di maggioranza (escludendo Panetta e Castelli) contro i 17 dell'opposizione.

 

Ma se Atene piange, Sparta non ride. Alle divisioni della maggioranza fanno da contraltare quelle delle opposizioni. Gli esponenti del Movimento 5 Stelle hanno disertato il consiglio, rimanendo in via Belenzani perché, hanno spiegato ''non ci sembra corretto 'scaldare' la sedia e ricevere il gettone di presenza per portare avanti il nulla". Il resto dell'opposizione esortata dai 5 stelle a fare lo stesso, invece, è rimasta in aula pur con diverse perplessità da parte di qualche consigliere.


 

 

 

 

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