Tsunami giudiziario, Michela Calzà (Pd): "Sconvolta, sembra di essere tornati a Tangentopoli. E poi ci chiediamo perché i cittadini hanno perso fiducia nella politica"
Si tratta di un colpo durissimo, quasi mortale alla credibilità delle amministrazioni: ci interroghiamo sul perché i cittadini non vadano più a votare e ci adoperiamo per far riacquistare fiducia nelle istituzioni e poi accade tutto questo. Abbiamo già tanti problemi nella zona, Riva del Garda e Arco vivono di turismo e questo è un "macigno" pesantissimo sull'immagine di luoghi meravigliosi che adesso saliranno alla ribalta nazionale per questioni che, ribadisco, sono sconvolgenti" aggiunge la consigliere arcense
TRENTO. "Sono sconvolta, esterrefatta. E' tutto pazzesco. Se tutto sarà confermato sarà come come tornare agli anni '90, quando l'inchiesta di Tangentopoli si abbatté come uno tsunami sul mondo politico e imprenditoriale italiano. Si tratta di un colpo durissimo, quasi mortale alla credibilità delle amministrazioni: ci interroghiamo sul perché i cittadini non vadano più a votare e ci adoperiamo per far riacquistare fiducia nelle istituzioni e poi accade tutto questo. Abbiamo già tanti problemi nella zona, Riva del Garda e Arco vivono di turismo e questo è un "macigno" pesantissimo sull'immagine di luoghi meravigliosi che adesso saliranno alla ribalta nazionale per questioni che, ribadisco, sono sconvolgenti".
Michela Calzà, consigliera provinciale del Partito Democratico, eletta ad ottobre 2023 in piazza Dante dopo una lunga militanza sul territorio (due legislature in consiglio comunale, assessora della comunità Alto Garda e Ledro, due mandati in comune a Dro come assessora e vice sindaca), ha appreso dagli organi d'informazione quanto accaduto nell'Alto Garda: l'indagine della Procura di Trento ha portato all'arresto di 9 persone mentre altre 77 risultano indagate (QUI ARTICOLO).
Le accuse contestate includono associazione per delinquere, turbativa d'asta, finanziamento illecito ai partiti, traffico di influenze illecite, truffa, indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, oltre a diversi reati contro la pubblica amministrazione tra cui corruzione, induzione indebita, rivelazione di segreti d'ufficio e omissione di atti di ufficio, nonché violazioni delle norme tributarie legate all'emissione di fatture per operazioni inesistenti.
"Se tutto sarà confermato - prosegue la consigliera provinciale - vorrà dire che quanto accaduto trent'anni fa non ha insegnato proprio nulla. Non riesco ancora a capacitarmi, perché si tratta di una notizia devastante, visto che tra politici, dirigenti, dipendenti pubblici si configura una vera e propria rete. Le accuse sono semplicemente sconvolgenti. Io ho operato all'interno delle amministrazioni comunali e so perfettamente quanta fatica facciano i sindaci, i vice sindaci, gli assessori e i consiglieri che operano con onestà e rispettando le leggi a far quadrare i conti con parsimonia e attenzione e a realizzare opere pubbliche, attenendosi scrupolosamente alle norme. Mi rendo conto, evidentemente, che per tutti non è così. In quella zona abbiamo già mille problemi da risolvere, dalla questione Dana agli affitti brevi, tanto per citarne alcuni e adesso ci ritroviamo a dover fare i conti con una vicenda che avrà inevitabili ripercussioni sul buon nome della Busa che, lo ribadisco, vive di immagine e turismo. Qui ne va della credibilità non solamente della zona, ma di tutto il Trentino ed è chiaro che vi siano precise responsabilità politiche. Si tratta di uno scandalo troppo grosso del quale anche la politica a livello provinciale dovrà rispondere".