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Inchiesta Benko, Rizzo: "L'Autonomia del Trentino sopra le righe e la specialità forse non ha più senso. C'è la tentazione di comportarsi come il capo di uno Stato"

La maxi-inchiesta scuote il Trentino Alto Adige e apre riflessioni sull'Autonomia. Il saggista e giornalista Sergio Rizzo: "Il presidente di una Regione o di una Provincia autonoma ormai crede di avere le prerogative, e in alcuni casi è già così, del presidente della Repubblica. E' costituzionale? L'Autonomia differenziata rischia di acuire le storture del sistema"

Di Luca Andreazza - 07 dicembre 2024 - 05:01

TRENTO. "Questo è il problema di quando si amministrano delle risorse, spesso rilevanti, e si interpretano le regole in modo un po' troppo disinvolto". Queste le parole a il Dolomiti di Sergio Rizzo, saggista e giornalista. "La mano libera lasciata in certi settori rischia di portare, purtroppo, a queste situazioni. Il presidente di una Regione o di una Provincia autonoma ormai crede di avere le prerogative, e in alcuni casi è già così, del presidente della Repubblica. Questo è in sintonia con la costituzione?".

 

La maxi-inchiesta resa pubblica negli ultimi giorni scuote il Trentino Alto Adige e getta un'ombra sull'Autonomia. In attesa del corso della giustizia ci sono i numeri: 77 gli indagati, 7 le persone arrestate con la sindaca di Riva del Garda, Cristina Santi, reduce dalla revoca dei domiciliari dopo aver assicurato la massima collaborazione alla giustizia. Una specialità che esce danneggiata dai riflettori che si sono accesi su rapporti e relazioni poco trasparenti e chiari tra il mondo politico (in modo trasversale e bipartisan da Sinistra a Destra) e quello dell'imprenditoria.

 

Autore di diversi libri-inchiesta da "La casta. Così i politici italiani sono diventati intoccabili" (con Gian Antonio Stella) a "Potere assoluto. I cento magistrati che comandano in Italia" fino all'ultima pubblicazione fino alle ultime pubblicazioni "Il Titanic delle Pensioni. Perché lo stato sociale sta affondando" e "Io so' io. Come i politici sono tornati a essere intoccabili", Rizzo più volte è intervenuto per parlare dell'Autonomia differenziata e sui pericoli che questo passaggio può nascondere.

 

"L'Autonomia può essere un bene, una prerogativa positiva ma il rischio, sempre più elevato, è quello di sbattere contro i principi costituzionali", evidenzia Rizzo. "Un pericolo connaturato anche all'idea che c'è in Italia sulle Regioni e sulle Province. C'è, infatti, nei governanti la tentazione di comportarsi come un capo di Stato e di creare quello che può sembrare uno Staterello".

 

Specialità che, per Rizzo, meritano una riflessione e un approfondimento, in particolare in questo momento storico in cui si è tornati a parlare di Autonomia differenziata. "In alcuni casi ci sono ragioni storiche, linguistiche e ambientali che giustificano il ricorso a questo istituto. Penso all'Alto Adige oppure alle Isole. Ci sono situazioni in cui il senso si è un po' perso, come il Trentino: qui nel tempo c'è stato sicuramente un utilizzo sopra le righe dell'Autonomia. C'è il rischio in generale di un'interpretazione delle regole spesso per interessi personali della politica e dell'economia, con il sostegno a certe imprese e determinati monopoli".

 

La gestione diretta di risorse rilevanti, "crea una differenza di trattamento all'interno del territorio ma si apre un problema anche con quelli confinanti. Penso, per esempio, all'offerta turistica. Le Regioni autonome spesso assegnano contributi a fondo perduto, iniziative che quelle ordinarie non possono promuovere con la stessa forza. Ecco che si crea quella che potrebbe essere definita una specie di concorrenza sleale, cioè un vantaggio competitivo ma non sulle capacità quanto sui denari a disposizione".

 

Ma non è l'unico raffronto. "Tanti i settori operano senza un reale equilibrio finanziario. Questa è un'evidente stortura come gli stipendi dei consiglieri politici". Ma le risorse, sempre più spesso, sembrano usate a fini di consenso, più che per promuovere un beneficio alla comunità. "In Campania sono state alzate le pensioni con i fondi sociali europei, un'iniziativa presa due mesi prima del voto: gli usi impropri sono piuttosto diffusi".

 

L'Autonomia rischia di appannarsi e il discorso è ancora aperto su quella differenziata. "Le specialità non sono in un grande momento e ci sono problemi, direi situazioni scabrose. L'Autonomia differenziata rischia di accentuare e acuire le storture. Bisogna vedere se costituzionalmente regge perché l'Italia è unica e indivisibile e non composta da staterelli", conclude Rizzo.

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