Inchiesta Benko, per Rizzo Autonomia "sopra le righe". Dallapiccola: "Con Fugatti si è indebolita. Protezione civile all'Arena? Pessimo esempio". Rossi: "Il Patt ininfluente"
Il saggista e giornalista Sergio Rizzo ha parlato di un'autonomia trentina "sopra le righe e che non ha senso". Dallapiccola: "Sicuramente un Trentino più populista con il Patt alla finestra e schiacciato sulle posizioni di destra". Rossi: "Nessuna stortura. Non mi sono omologato ai partiti nazionali e ho pagato la scelta. Non commento la vicenda giudiziaria ma se fossi stato al posto di Fugatti avrebbero chiesto le mie dimissioni a prescindere, pure da sinistra"
TRENTO. Nessuna stortura ma sicuramente un'Autonomia che va tutelata di più, una specialità che può essere messa in pericolo da un governo di centrodestra che porta il Trentino nel solco del populismo con un Patt che non argina questa tendenza e, anzi, che viene trascinato nelle dinamiche dei partiti nazionali. Questo è un po' il pensiero dell'ex presidente Ugo Rossi e dell'ex assessore, e attualmente segretario politico di Casa Autonomia, Michele Dallapiccola nel riflettere sulle parole rilasciate a il Dolomiti da Sergio Rizzo. Certo, c'è qualche problema e tocca alla magistratura chiarire la situazione.
"Sicuramente c'è stata una virata a destra pesante del Partito Autonomista Trentino Tirolese, un'alleanza sempre più stretta con la Lega e Fratelli d'Italia a sconfessare 75 anni di storia, lo statuto e anche i risultati dell'ultimo congresso", commenta Dallapiccola. "La destra curva l'Autonomia a uso e consumo degli interessi del momento, un Trentino populista che amministra in base ai sondaggi e non per costruire la società. Una dinamica alla quale anche parte dell'Upt si è allineata".
Un riferimento va alla gestione degli orsi. Dopo la tragedia di Caldes con la morte di Andrea Papi e la cattura di Jj4 i vertici provinciali nelle figure del presidente Maurizio Fugatti e dell'allora assessora Giulia Zanotelli non si sono sottratti a criticare, apertamente, sulle televisioni nazionali quelle persone che si sono schierate a favore dei grandi carnivori.
"Una materia certamente delicata ma è necessario poi distinguere i piani e cercare di comprendere la sensibilità che c'è altrove", aggiunge Dallapiccola mentre Rossi prosegue: "La gestione dei grandi carnivori è un esempio di un'interpretazione scorretta delle prerogative dell'Autonomia. Il centrodestra per anni non ha usato la legge che abbiamo lasciato in eredità e che aveva resistito all'iter procedurale, compresa la valutazione della Corte costituzionale. Solo recentemente la Provincia si è attivata con interventi mirati e proporzionati".
Un altro esempio? "La Protezione civile è stata chiamata, più volte, non per una calamità o un'urgenza ma per sistemare la Music Arena, compreso il montaggio delle tribune nell'ultima edizione", evidenzia Dallapiccola. "Un fiore all'occhiello del territorio, espressione più schietta e genuina della solidarietà trentina, piegato al gioco della gestione di un'area che perde milioni. Questo stile si può trovare anche in questo periodo in cui si discute il bilancio. In Alto Adige la maggioranza assegna alcune risorse alla minoranza, qui invece ogni emendamento viene bocciato senza se e senza ma. Si guarda molto al potere, senza però pensare a migliorare i servizi: non è un caso che è stato bloccato l'ospedale di Cavalese, già finanziato, e oggi si è sostanzialmente ancora a zero".
Non è mancata una certa conflittualità tra il Trentino di centrodestra e il governo con tanti ricorsi e provvedimenti cassati a livello centrale. E da questa legislatura in questo contesto rientra anche il Patt, appiattito sulle posizioni dei partner di governo. "Resta alla finestra e incassa le decisioni degli altri. Negli anni scorsi abbiamo sempre prestato attenzione a non mescolare i piani partitico e istituzionale: adesso invece all'incontro pubblico per celebrare l'anniversario dell'entrata in vigore del Secondo Statuto di Autonomia il rinfresco è stato affidato all'Associazione unione famiglie trentine all'estero, composto praticamente da soli tesserati delle Stelle Alpine. Non solo in concomitanza a quell'appuntamento Mario Tonina, Walter Kaswalder e Maria Bosin erano a Caldonazzo per un altro incontro sulla Valdastico, un segno evidente di spaccatura interna".
Un'Autonomia che rischia di essere intaccata dalla maxi inchiesta resa pubblica negli scorsi giorni. Il saggista e giornalista Sergio Rizzo a il Dolomiti ha parlato di un problema che emerge "quando si amministrano delle risorse, spesso rilevanti, e si interpretano le regole in modo un po' troppo disinvolto. La mano libera lasciata in certi settori rischia di portare, purtroppo, a queste situazioni. Ci sono storture e l'Autonomia non ha più senso. Il presidente di una Regione o di una Provincia autonoma ormai crede di avere le prerogative, e in alcuni casi è già così, del presidente della Repubblica. Questo è in sintonia con la costituzione?" (Qui articolo).
Parole che non trovano d'accordo l'ex governatore. Dopo Carlo Andreotti è stato il secondo presidente della storia trentina a tinte autonomiste. "Non parlerei di storture di un sistema", continua Rossi. "Sono casi che emergono e che possono accadere tanto in un territorio a Statuto speciale quanto in quelli ordinari. Sono situazioni che non possono essere collegate. L'Autonomia permette di incidere in maniera diretta sulla qualità dei servizi e della vita dei cittadini, aumenta le difficoltà. Il tema invece può essere quello della decadenza di una classe dirigente. Una cultura politica e amministrativa in declino: servono preparazione e struttura".
L'Autonomia così "fatica ancora di più e non aiuta il Patt che si è spostato a destra e ha puntato sulla riunificazione, salvo evidenziare un'incapacità di dialogare all'interno". Tuttavia sono situazioni che, purtroppo, accadono ovunque. "E' fuorviante tirare in ballo la specialità. Ci sono meccanismi di controllo e garanzia, come accade quando interviene la giustizia o un tribunale".
Qualche vicenda giudiziaria durante la legislatura Rossi è toccata tra il caso Daniza o gli approfondimenti della Corte dei conti ma non di questo genere. Avrebbe commissariato Riva del Garda o Arco? "Avrei atteso il corso della giustizia perché ci sono indagini e approfondimenti. Poi molto tocca alla sensibilità di un esponente decidere se compiere un passo indietro oppure restare in carica. Auguro alle persone coinvolte di poter chiarire e risolvere la questione, però non commento e non entro nel merito. Un altro aspetto invece sarebbe stato certo: come per qualunque vicenda avrebbero tutti chiesto a prescindere le mie dimissioni da presidente. Da destra ma anche da sinistra perché il Patt in quell'epoca non era, come purtroppo è ora, omologato ai partiti nazionali: abbiamo cercato di interpretare un autonomismo più sincero e questa scelta è stata pagata a caro prezzo, da me in primis", conclude Rossi.