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In Predaia gli impianti restano chiusi per una lite, i Comuni: "Decisione illegittima: si apra senza se e senza ma. Valutiamo sfiducia del Cda e richiesta danni"

La società Joy val di Non Alps ha annunciato la chiusura degli impianti in Predaia. Una decisione bocciata dai Comuni che considerano la scelta illegittima. Da qui la durissima lettera delle amministrazioni 

Di Luca Andreazza - 28 novembre 2024 - 18:05

PREDAIA. E' braccio di ferro tra i Comuni di Predaia e Sfruz e la Joy val di Non Alps. La società ha comunicato l'intenzione di voler tenere chiusa la piccola stazione sciistica. Una decisione che viene bocciata e, anzi, viene considerata illegittima. Da qui una durissima lettera delle amministrazioni per invitare i gestori delle piste a rivedere i piani e di prevedere "l'apertura immediata degli impianti senza se e senza ma".

 

L'invito è di procedere "con tutte le attrezzature revisionate e a norma, compresi gli investimenti previsti per Predaia e finanziati attraverso l’aumento di capitale sociale dei Comuni soci con il supporto della Provincia di Trento, sulla base di un Piano di sviluppo approvato dai Consigli comunali dei Comuni soci, nonché presentato alla Provincia di Trento a conferma della richiesta e dell’utilizzo del contributo concesso".

 

E non vengono escluse ulteriori azioni. "Dopo aver sentito la Giunta, nonché il Consiglio Comunale - viene scritto nella lettera firmata dai sindaci Giuliana Cova (Predaia) e Andrea Biasi (Sfruz) e inviata per conoscenza anche a Trentino Sviluppo e all'assessore Roberto Failoni - ci riserviamo di richiedere la sfiducia dell’intero Consiglio di amministrazione, escluso Renzo Maccani, e dell’intero Collegio sindacale con richiesta di risarcimento dei danni causati dalla comunicazione della chiusura dell’impianto di risalita di Predaia sul vostro sito internet e a tutti gli operatori del settore sciistico locale".

In dubbio l'iter che ha portato all'annuncio della rinuncia a far girare l'impianto. Decisioni di "tale rilevanza devono essere discusse e approvate dall'Assemblea dei soci con la maggioranza di voti pari all’85% e il voto unanime dei Comuni direttamente interessati", si legge. "La chiusura pare illegittima proprio in base all’articolo 14, comma 1, dello Statuto che prevede un particolare quorum per decisioni di tale importanza e non ci risulta che in nessuna delle assemblee sia stata mai deliberata tale scelta".

 

Alla base della volontà di chiudere c'è una vertenza irrisolta, ormai da circa 10 anni, tra la società impianti e la famiglia Rizzardi del Solarium. Una lite che risale all'epoca dei lavori per il rifacimento del rifugio con il patto che gli impiantisti avrebbero in qualche modo contribuito economicamente, si parla di una cifra tra i 30 e i 70 mila. Non si è, però, mai raggiunto un accordo definitivo e così la tensione tra le parti è più o meno rimasta sul tavolo, anche in parte legate alle idee di utilizzo dell'area.

 

Si è così arrivati al limite e già nella scorsa primavera la società impianti aveva ipotizzato una chiusura invernale se non si fosse risolta la questione, necessario avere rapporti sereni e corretti. Nel frattempo è stata anche costituita un'Associazione sportiva dilettantistica per la gestione della zona della Predaia ma la risoluzione della controversia era, anche in questo caso, fondamentale. C'è stata una fumata, l'ennesima, nera. A quel punto sono state sciolte le riserve: serrata.

 

Ma i Comuni non sono d'accordo con la decisione, che viene considerata illegittima. "L'amministrazione vuole risolvere i problemi e trovare una soluzione per la comunità perché è un servizio che riteniamo importante per la collettività tra l'avvicinamento allo sci e la possibilità per le famiglie, i bambini e gli anziani di trascorrere qualche ora di relax e divertimento".

 

Già un paio di stagioni fa si è rischiato la chiusura, ma la difficoltà era legata alla carenza idrica dopo un lungo periodo siccitoso. "Un problema oggettivo ma che è stato risolto. In questo caso la decisione è stata presa per un mancato accordo tra le parti. Non è facile operare per la crisi climatica ma la stazione sciistica è sempre stata aperta e la scelta comunicata dalla società non è legittima". 

 

La decisione di chiudere gli impianti di risalita di Predaia è "stata presa esclusivamente dal consiglio con un solo voto contrario. Ma vogliamo richiamare gli amministratori a rispondere delle loro responsabilità e agli impegni assunti con tutti i Comuni soci e con Trentino Sviluppo. La scelta deve essere approvata dall'assemblea dei soci". 

 

Le comunità di Predaia e Sfruz, che contano 7.500 abitanti, più di 3.000 famiglie, più di 600 alunni che frequentano le scuole dell’obbligo, circa 200 bambini che frequentano le 7 scuole d’infanzia, e altri circa 200 con età 0-3 anni, hanno espresso, negli incontri organizzati sul territorio, la volontà di poter usufruire degli impianti di risalita. 

 

"I Comuni concedono inoltre un contributo di circa 70 mila perché gli impianti rientrano nel più ampio quadro di mobilità e di trasporto pubblico. C'è poi la presenza di un rifugio di valore per la comunità e, per questo, serve una sinergia tra le parti". L'orientamento delle amministrazioni è chiara: "Si apra senza se e senza ma". 

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