"E' tempo di riunificare i ladini", Guglielmi sulla lettera di Livinallongo a Mattarella: "Sono passati quasi 20 anni ma le ragioni di quel referendum sono ancora valide"
Il Comune di Livinallongo del Col di Lana ha inviato una lettera al presidente della Repubblica per chiedere il passaggio all'Alto Adige. L'assessore regionale e consigliere provinciale di Fassa, Luca Guglielmi: "Sono più di 100 anni che si auspica un'unica patria per i ladini: L'ultimo avvallo può arrivare solo da Bolzano e dal governo centrale"
TRENTO. "L'unificazione è assolutamente auspicabile". Queste le parole di Luca Guglielmi, consigliere provinciale della lista Fassa e assessore regionale con delega in materia di tutela e promozione delle minoranze linguistiche cimbra, mòchena e ladina. I ladini Bellunesi sono tornati a premere per passare all'Alto Adige e il Comune di Livinallongo del Col di Lana ha inviato una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella (Qui articolo). "C'è una volontà molto alta e sarebbe arrivato il tempo di superare questa tripartizione".
Ormai sono passati quasi 20 anni dal referendum. Nell'ottobre del 2007 i cittadini di Cortina d'Ampezzo, Livinallongo del Col di Lana e Colle Santa Lucia furono chiamati a esprimersi sulla volontà di lasciare la Regione Veneto per aggregarsi al Trentino Alto Adige. Più della metà degli aventi diritto si recò a votare e vinse il "Sì" con quasi l'80%. Ma da allora nulla si è più mosso, nonostante le rivendicazioni cicliche.
"Le ragioni di quel referendum sono ancora valide - aggiunge Guglielmi - sono più di cent'anni che i ladini delle Dolomiti, divisi tra due regioni e tre provincie, auspicano di riunirsi in un'unica patria. Le divisioni sono di tipo amministrativo ma culturalmente siamo un'unica entità e c'è la necessità di armonizzare e valorizzare le tutele".
A livello nazionale si parla di Autonomia differenziata ma questo non scalfisce l'ambizione di parte del Bellunese di trasferirsi in Alto Adige. I margini di manovra dell'assessorato sono ridotti. "L'attenzione del Dipartimento è massima e sosteniamo anche l'Istituto ladino dei Fodòm ma l'ultimo avvallo può arrivare solo da Bolzano e dal governo centrale. E' un iter strettamente amministrativo per il quale la Regione non ha competenza".
Dopo una fase un po' di appannamento, i ladini sono tornati a farsi sentire con maggior forza e convinzione. "C'è stato un rinnovamento della classe dirigente, anche un ricambio generazionale e le istanze sono tornate d'attualità. Un aspetto molto importante perché significa che c'è una grande consapevolezza sulle rivendicazioni. C'è determinazione e speriamo che politicamente si possa arrivare a una soluzione".
Nel 2017 il Comune di Sappada è transitato dalla Provincia di Belluno alla Regione Friuli Venezia Giulia. Un caso quindi piuttosto recente. "Ma ci sono molti precedenti". E' chiaro che il Veneto difficilmente è disposto a rinunciare piazze importanti dal punto di vista economico e turistico. "Questo è sicuramente un tema che va affrontato ma si parla anche di un aspetto storico e culturale".
A suo tempo anche la val di Fassa non aveva nascosto di volersi "trasferirsi" in Provincia di Bolzano, sempre per un discorso di unitarietà della popolazione ladina. Un eventuale passaggio dell'Alto Adige aprirebbe nuovi scenari anche in Trentino? "Non c'è una questione perché nel tempo sono arrivate le tutele richieste e negli ultimi 6 anni ci sono importanti risultati e riscontri. Inoltre c'è il Comun general de Fascia che è un unicum. La cornice di movimento in questo caso è regionale", conclude Guglielmi.