Provinciali 2023, il “sondaggione” online del Patt per le alleanze. Gli autonomisti pronti a scegliere “la strada più sicura” per tornare al governo?
Il sondaggio spiega che “per il Patt lo scenario migliore sarebbe quello di una maggioranza completamente territoriale (se non addirittura composta da soli autonomisti)”, poi però aggiunge: “Appare evidente che la scelta di una corsa in solitaria come quella del 2018 rischi di condannare il Partito alla marginalità. In caso di alleanze, quindi, secondo te il principio da seguire quale dovrebbe essere?”
TRENTO. Fin qui il Partito autonomista ha tenuto una linea molto ambigua in tema di alleanze, anche se viene corteggiato dalla Lega di Maurizio Fugatti chiamato a gestire la candidatura di Francesca Gerosa per Fratelli d’Italia. Su questa possibile alleanza le risposte del segretario politico delle Stelle Alpine, Simone Marchiori, sono sempre state evasive.
Ora però la segreteria del Patt ha diffuso un sondaggio online dedicato a iscritti e simpatizzati per affrontare il voto di ottobre. “Il questionario – si legge nell’introduzione che anticipa il voto – nasce per definire quali siano le priorità programmatiche della base autonomista in vista delle elezioni provinciali di quest’anno. Il Patt, infatti, deve avere come obiettivo quello di avere un ruolo da protagonista nel futuro governo della Provincia stabilendo quali tematiche affrontare (da subito) e fare sue (inserendole nel programma elettorale)”.
Chi partecipa al sondaggio è chiamato a esprimersi su alcuni temi come il termovalorizzatore, le risorse per i Comuni e gli ospedali di Valle. La domanda più importante però è quella che riguarda le alleanze. Il sondaggio spiega che “per il Patt lo scenario migliore sarebbe quello di una maggioranza completamente territoriale (se non addirittura composta da soli autonomisti)”, poi però aggiunge: “Appare evidente che la scelta di una corsa in solitaria come quella del 2018 rischi di condannare il Partito alla marginalità. In caso di alleanze, quindi, secondo te il principio da seguire quale dovrebbe essere?”.
Le possibili risposte sono: “Concentrarsi sulla scelta degli alleati per le elezioni provinciali lasciando sullo sfondo il programma”; “Scegliere la strada più sicura per tornare al governo e dare risposte ai trentini indipendentemente dagli alleati”; “Stringere accordi chiari con un candidato\candidata presidente per imporre i nostri temi fondamentali e lasciare a lui\lei la responsabilità di formare una coalizione (in questo caso il nostro appoggio sarebbe al presidente e al programma)”.
Al di là delle risposte in questa domanda pare evidente il richiamo alla recente polemica che ha coinvolto l’ex leader delle Stelle Alpine (ed ex presidente della Provincia) Ugo Rossi. L’attuale segretario del Patt infatti, aveva accusato Rossi di non aver fatto un passo indietro nel 2018 provocando, sempre secondo Marchiori, il disfacimento della coalizione di Centrosinistra-autonomista. All’epoca gli autonomisti scelsero la corsa solitaria riuscendo comunque a far eleggere tre consiglieri. Più o meno la stessa scelta che è stata fatta alle più recenti elezioni Politiche senza però riuscire ad eleggere nemmeno un rappresentante (il Patt correva con Svp e Progetto Trentino). Ciononostante il Partito autonomista sembrò molto soddisfatto del magro risultato elettorale raggiunto.
A proposito di alleanze i consiglieri provinciali Michele Dallapiccola e Paola Demagri (usciti dal Patt per fondare Casa Autonomia.eu e contrari a un’alleanza con la Lega) indicavano il vicepresidente Mario Tonina e il presidente del Consiglio Provinciale Walter Kaswalder come gli esponenti della maggioranza più vicini agli autonomisti, pronti a consacrare un’unione con la Destra. Non è chiaro se dopo il 22 gennaio, termine ultimo per compilare il sondaggio, il Patt scioglierà finalmente l’ambiguità, nel frattempo i possibili alleati restano alle finestra pronti a cogliere l’occasione.