“Tonina entrerà nel Patt? Ora cambierà idea sulle concessioni idroelettriche?” Dallapiccola e Demagri chiedono alla Provincia di fare marcia indietro
Demagri e Dallapiccola chiedono alla Provincia di riconoscere l’errore sulle concessioni idroelettriche: “Il Trentino era stato l’unico ad attivarsi per aderire alla direttiva Bolkestein, una scelta scandalosa soprattutto per chi tiene all’Autonomia”
TRENTO. Da tempo sulle concessioni idroelettriche del Trenino si sta combattendo un duro braccio di ferro fra maggioranza e opposizioni che criticavano l’eccessiva liberalizzazione delle gare e il mercato “ultra-aperto” del settore. Finora i tentativi della Giunta Fugatti di legiferare per prorogare le concessioni sono stati bocciati dalla Corte costituzione (per la proroga fino al 2024 era intervenuto il Parlamento). Poi, grazie alla “stampella” offerta da Lorenzo Ossanna (del Patt), la Lega aveva deciso di riprovarci ma secondo le minoranze anche questo ddl sarà sonoramente bocciato.
Dall’opposizione era arrivato anche un disegno di legge per far tornare le centrali idroelettriche sotto il controllo pubblico. “Quando ne discutemmo in Consiglio provinciale – ricordano Michele Dallapiccola e Paola Demagri (che dal Patt sono usciti per fondare Casa Autonomia) – la Lega, seppur osteggiata dalle minoranze tra cui il Patt, non volle sentir ragioni. Ora una sentenza della Corte Costituzionale potrebbe ribaltare la situazione, costringendo il Governo provinciale ad ammettere il proprio errore”.
La discussione verteva sul rinnovo delle concessioni delle piccole e medie derivazioni idroelettriche con il vicepresidente della Provincia, Mario Tonina, che aveva proposto un suo ddl duramente criticato dalle opposizioni. “Riteniamo che la decisione, presa come unici in Italia di aderire alle indicazioni della direttiva Bolkestein (in materia di concorrenza e accesso ai mercati dell’Unione europea ndr), sia letteralmente scandalosa. Soprattutto per chi tiene all’Autonomia”. Persino il Consorzio dei Comuni si era opposto alla norma promossa dalla Giunta leghista.
La questione per Demagri e Dallapiccola è molto semplice: “Moltissime centrali idroelettriche di media e piccola derivazione, attraverso i proventi derivanti dalla loro produzione di energia idroelettrica, alimentano i bilanci dei Comuni di riferimento. Obbedire alla Direttiva europea significherebbe mettere in ginocchio i bilanci dei Comuni interessati. Eppure, in quell’occasione il vicepresidente Tonina in maniera estremamente caparbia, non aveva voluto sentire ragione”.
Come già anticipato però, è intervenuta una sentenza della Corte Costituzionale che dirime un contenzioso tra Governo e Regione Friuli Venezia Giulia ma offre un’interpretazione che fa contenti anche i Comuni trentini. “Di certo – commentano i due autonomisti – per il Governo provinciale sarà necessario ingranare una sorta di retromarcia normativa, per cercare di venire incontro alle fortissime richieste dei Comuni”.
A questo punto Demagri e Dallapiccola avanzano delle ipotesi sul futuro delle concessioni idroelettriche. “L’elevato taglio populista di questo Governo provinciale, che almeno a parole ha cercato di venire incontro a ogni richiesta arrivata sui suoi tavoli, potrebbe finalmente essere utile per arrivare a una soluzione favorevole della vicenda”.
Non solo, perché da Casa Autonomia paventano degli scenari inediti con un possibile nuovo assetto politico-partitico in vista del 2023: “Pare che il vicepresidente Tonina si appresti a transitare nel Patt. Sembra che entro i giorni della merla il suo segretario politico si sia impegnato a un definitivo coming out. Tutto fa pensare che verrà definitivamente consacrata la loro alleanza con la Destra. In tal caso, al rinforzo autonomista potrebbe venire in soccorso anche il presidente del Consiglio Provinciale Walter Kaswalder”.
Quando lo scorso anno la Lega volle approvare in aula la norma riguardo alle concessioni idroelettriche, gli autonomisti Demagri e Dallapiccola si dichiararono estremamente contrari all’adozione del provvedimento. Anche le critiche della società civile furono ferocissime. “Ora – concludono da Casa Autonomia – con la potenziale entrata del vicepresidente della Provincia nel loro schieramento dal Patt potrebbero spingerlo a una retromarcia, oppure sarà lui a influenzare chi lo accoglie?”.