Coronavirus, Zeni: “Dalla Giunta solo giochetti per non fornire i dati sui contagi, grave che ci costringano ad attivare procedure giuridiche”
Il Pd ha fatto sapere che si attiverà con una richiesta di accesso agli atti visto che la Provincia, per l’ennesima volta, ha eluso le domande che cercavano di fare chiarezza sui “reali” contagi registrati in Trentino. Zeni: “ È molto grave che la giunta si sottragga ad un obbligo istituzionale di trasparenza verso i cittadini”
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TRENTO. A quanto pare la Provincia continua a tenersi stretti i dati che potrebbero far luce sui “reali” contagi avvenuti in Trentino. Lo scorso 4 dicembre con una risoluzione presentata dalle opposizioni e approvata all’unanimità, in cui si chiedevano i veri numeri della pandemia, la Giunta si era impegnata a fornire finalmente una serie di dati sull’andamento dell’epidemia in Trentino.
Dopo 48 giorni di trepidante attesa è arrivata una risposta, anche se le opposizioni non sono per nulla soddisfatte (QUI articolo). Il fatto è che nel documento sottoscritto dall’assessora alla Salute Stefania Segnana sono stati forniti solo dati parziali e, come se non bastasse, si è deliberatamente omesso di rispondere al quesito che riguardava i tempi di effettuazione del tampone di controllo su persone dichiarate positive da test rapido.
Come sottolineano dal Partito Democratico, un conto è fare il molecolare entro 48 ore, un conto è farlo dopo dieci o più giorni. Il sospetto dei Dem è che sia proprio questo l’espediente utilizzato per rimanere in zona gialla nonostante i numeri allarmanti su decessi e ricoveri in terapia intensiva, cioè far passare dieci giorni prima di effettuare il tampone molecolare di conferma, in modo tale che la maggior parte dei positivi si negativizzi e così sparisca dalle statistiche ufficiali.
“È molto grave – Luca Zeni – che la Giunta si sottragga a un obbligo istituzionale di trasparenza verso i cittadini e di risposta a richieste del Consiglio provinciale, con giochetti ed ulteriori pratiche elusive. Il tema va oltre il merito, si tratta di una minima correttezza istituzionale. Procederemo – avverte il consigliere Dem – sicuramente con una richiesta di accesso agli atti per ottenere chiarezza, si spera nei tempi previsti dalla legge. Ma è altrettanto grave che si costringa ad attivare procedure giuridiche per mancanza di risposte istituzionali”.