Coronavirus, in pochi giorni Apss prima ''invita'' (con urgenza) i volontari della sanità a vaccinarsi e poi li rinvia a data da destinarsi
Prima un'email del direttore sanitario avvia la raccolta delle adesioni e dei documenti per procedere, ma poi quella del Dipartimento prevenzione blocca tutto: "Si conferma che la vaccinazione dovrà essere posticipata ed effettuata appena avremo certezza del numero di dosi disponibili per il Trentino e secondo le priorità definite dalla task force presidenziale"

TRENTO. Prima una e-mail del direttore generale dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari, Pier Paolo Benetollo, per chiedere di portare avanti tutte le pratiche per partecipare alla campagna di vaccinazione contro il Covid-19, poi dopo solo 8 giorni, la retromarcia: il messaggio del direttore sanitario del Dipartimento prevenzione, Antonio Ferro, che smonta quanto delineato in precedenza e sospende a data da destinarsi le procedure.
In mezzo le associazioni di volontariato, come la Croce rossa e la Croce bianca, che si occupano di trasporto malati, compreso quelli Covid, figure che dall'inizio della pandemia coronavirus sono in prima linea per aiutare e per supportare il personale sanitario e la cittadinanza; gli operatori che hanno una convenzione con Apss per i trasporti sanitari sono stati prima illusi e poi delusi.
"Le associazioni del volontariato mi hanno contattato e sono rimasta sconcertata. Questo dimostra il livello di programmazione e di gestione dell'emergenza da parte di questa amministrazione provinciale", il commento di Paola Demagri, consigliera provinciale in quota Patt.
La filiera del vaccino prevede diversi step primo tra tutti l'appuntamento dei pazienti al centro unico vaccinazioni della Croce rossa italiana del Trentino. La richiesta è quella di inviare "con estrema urgenza un file e un documento che contenga nome, cognome, numero di telefono e mail del personale volontario o dipendente che intende sottoporsi alla somministrazione del vaccino. Vi chiediamo l'enorme sforzo di riuscire a mandare tutto a questa mail il prima possibile per iniziare al più presto con gli appuntamenti". Questo in sintesi il contenuto della comunicazione dell'email dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari.
Tutto sembra a regime, superate le difficoltà tecniche di invio dei dati al ministero, il Trentino sembra marciare spedito nelle somministrazioni. Il passaggio successivo è quello di allargare gli "aventi diritto" e quindi compiere un ulteriore importante passo nella campagna: mettere in sicurezza quel personale, come Croce rossa e croce bianca, che non si è mai tirato indietro in questi mesi davvero complicati. Un mondo del volontariato che si è speso in prima persona per supportare le istituzioni e le autorità nella battaglia a Covid.
Un nodo potrebbe essere quello che non sono stati ricompresi tra le priorità fin da subito della campagna in quanto spesso a contatto con pazienti Covid, ma sembra pronto il piano per procedere in questo senso. Le associazioni si muovono per raccogliere le adesioni e agevolare le pratiche. Un entusiasmo però che viene bloccato, un semaforo rosso. "Si conferma che la vaccinazione del personale della Croce rossa - si legge - dovrà essere posticipata ed effettuata appena avremo certezza del numero di dosi disponibili per il Trentino e secondo le priorità definite dalla task force presidenziale".
Insomma, tutto si fa e si disfa nel giro di 8 giorni. Mancano le dosi di vaccino. "Prosegue a pieno regime l’attività di vaccinazione della popolazione. Nella giornata di oggi sono arrivate a Trento 5.850 nuove dosi di vaccino, che saranno somministrate nei prossimi giorni. Sempre alle 18 di oggi, risultavano somministrate 8.143 dosi, delle quali 2.634 a ospiti di residenze per anziani", la nota arrivata dalla Pat nella serata di martedì 12 dicembre. Tutto procede, anche se il dietro le quinte evidenzia più di un problema organizzativo.