Riforma sul turismo, il ddl contestato è stato pre-adottato e può iniziare l'iter con le prime ipotesi di fusione tra Apt. Failoni: ''Un modo per superare l'emergenza coronavirus''
Forse la situazione delicata con molte disdette avrebbe potuto indurre a spendere un time out per dare certezze al settore nella normalità. Invece si va avanti con il piano provinciale. Intanto Fugatti spiega per la Valdastico che la "valenza sul territorio è più industriale che turistica" e sconfessa propria la riforma che vorrebbe "Un Trentino tutto turistico". Ancora tante le incognite tra spaccature e richieste di chiarimenti
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TRENTO. Il ddl della riforma sul turismo è stato pre-adottato in Giunta. Inizia così ufficialmente l'iter per trasformare la proposta in legge e modificare in maniera profonda equilibri e assetti del sistema turismo.
A fronte delle polemiche e delle spaccature tra Aziende per il turismo (Qui articolo) la richiesta di demandare a un regolamento e non in legge il capitolo fusione, la riforma è stata pre-adottata e si può partire con le consultazioni in commissione dei portatori di interesse e tutti quei passaggi che portano all'approvazione finale. Alcuni territori avrebbero preferito un time out per poter riflettere meglio sull'applicabilità in primis, ma anche sulle tante questioni aperte (Qui articolo). Un quadro reso ancora più complicato a causa dell'emergenza coronavirus e le tante disdette che piovono sul territorio (Qui articolo).
Ma proprio l'emergenza coronavirus viene utilizzata per spiegare che si deve andare avanti (Qui articolo). "Dimostriamo ai trentini - spiega l'assessore Failoni - che sappiamo superare questo momento, così come mostriamo a livello nazionale la capaictà di reazione". Non ci si spinge a quello internazionale, un po' di sana strumentalizzazione sull'emergenza e la sensazione, sinceramente, è quella che della riforma sul turismo oltre Borghetto non interessa poi molto. Di più, se ci vogliono almeno due mesi per arrivare alla meta, i tempi sono un po' lunghi e si spera che il Trentino possa ripartire un po' prima in tutti i settori. Insomma, esempio uscito un po' male, mentre si prospetta l'attivazione del Fondo di solidarietà (Qui articolo).
L'assessore si affida, come nel lancio del ddl (Qui articolo), ai social magari ispirato dal capitano presente in località (Qui articolo). "Si tratta - aggiunge l'assessore - del risultato di una lunga serie di ragionamenti e confronti con i territori e le categorie economiche. Ma questo è solo l'inizio dell'iter, ritornerò sicuramente sui territori e tra le categorie economiche in vista dell'approvazione finale". Un video che ripropone il meglio degli slogan "mette al centro di tutto il turista, i suoi bisogni e le sue aspettative", "un sistema vecchio di 34 anni", "si guarda al 2030" e "tutto il territorio trentino a valenza turistica".
"Per un Trentino più competitivo - evidenzia Failoni - abbiamo disegnato un quadro normativo in cui le Aziende per il turismo si rafforzano nelle proprie competenze, divenendo organismi liberi di muoversi sul mercato in modo efficiente ed efficace. Per questo motivo il ddl prevede anche una riarmonizzazione degli ambiti turistici". Un sistema cresciuto nei numeri in modo costante negli ultimi anni e che dovrebbe puntare sulla redditività e la capacità di spesa, mentre il criterio è quello della quantità. E forse la normalità è quella di lasciare certezze al sistema, più che rivoluzionarlo con tutte le incognite che porta e i necessari tempi tecnici per entrare a regime. I rischi sono alti. Si sarebbe potuto operare un po' come nell'ambito del ritiro del Napoli a Dimaro post Vaia, anche se si sarebbe potuto fare meglio sui costi (Qui articolo).
Nonostante l'intervento di Asat, le spaccature tra Apt, coronavirus e le imminente scadenze elettorali delle amministrative, si va avanti: la riforma arrivata in Giunta non sembra essere stata sostanzialmente modificata in questa fase. A questo punto resta da valutare l'opportunità di aver girato così tanto gli ambiti per raccogliere così poco. E si delinea un primo assetto: "Val d Fassa", "valli di Fiemme e Cembra" (senza Lona Lases che vira verso Trento), "San Martino, Primiero e Vanoi", "val di Sole e val di Non", "Madonna di Campiglio, Pinzolo, val Rendena, Giudicarie centrali e val del Chiese" e "Paganella e Rotaliana".
E ancora: "Garda, Ledro e Comano", "Trento, Monte Bondone, valle dei Laghi, Pinè e valle dei Mocheni", "Alpe Cimbra e Vigolana" e "Valsugana e Tesino". Da collocare "Rovereto e Vallagarina", l'Apt più battagliera nel voler correre da sola (Qui articolo). Un piano nel quale gli ambiti più forti assorbono e fagocitano quelli più deboli. Ma "Oggi inizia il vero percorso", continua Failoni.
"Oltre alla riforma - commenta Natale Rigotti, vice presidente dell'Apt Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi - c'è un enorme preoccupazione nel settore anche per gli effetti di questa situazione: tantissime le disdette nelle strutture ricettive tra Trento, il Monte Bondone e la valle dei Laghi. Soffrono tantissimo i ristoranti e tanti servizi. I costi di gestione e le rette bancarie però restano e si rischia di andare in difficoltà sull'intero anno".
Il timore concreto è quello della recessione. "Sono ottimista di natura - aggiunge Rigotti - ma questa volta sembra dura uscire nel breve periodo da questa situazione. C'è ovviamente speranza che l'economia riparta improvvisamente e ritrovi fiducia. Trentino Marketing è partita forte, però non ho mai assistito a situazioni come questa. La Provincia sembra si sia mossa anche abbastanza bene, ma ora è il tempo di riflettere. Non fa sicuramente bene all'immagine del Paese un presidente di Regione che si infila la mascherina. Anche se fa il massimo per gestire l'emergenza, sono segnali sbagliati".
Intanto sul fronte riforma l'Apt del capoluogo non ha ancora sciolto le riserve. "Ci troviamo nei prossimi giorni una ulteriore valutazione, attendiamo di leggere la bozza completa". Ma il borsino sembra vedere in questo momento più una posizione "contraria" che "favorevole" al piano provinciale. Sicuramente pro e non si nasconde il numero uno dell'Azienda per il turismo che intanto cercherebbe di allacciare rapporti con la Valsugana e nelle scorse ore si sarebbe tenuto un vertice, un blitz, per approcciare la fusione (Qui articolo). L'idea comunque resta anche se il quadro in questo momento appare diverso e più orientato in un'altra direzione, Cembra e val dei Mocheni.
"Quella del presidente sulla riforma è una posizione personale - prosegue Rigotti - in quanto il Consiglio d'amministrazione non si è ancora espresso nel merito. Aspettiamo di analizzare il disegno di legge definitivo". Il nodo principale in generale è quello proprio di fusioni e assorbimenti. La frattura nel comparto in questo senso c'è e l'ultimo vertice dei presidenti avrebbe risolto ben poco.
Numericamente il fronte dei contrari sarebbe in maggioranza: sette Apt tra Garda, Rovereto e Vallagarina, valle di Ledro, val di Non, Comano, Pinè e Cembra, Alpe Cimbra (Qui articolo) per un giro da 5 milioni di presenze tra alberghiero e extralberghiero e 238 mila abitanti. Più orientate al "Sì" invece in quattro, cioè val di Sole, Fassa, Fiemme e Campiglio, Pinzolo e val Rendena per 8 milioni di presenze e 12 mila abitanti.
Restano da valutare Valsugana (circa 1 milione e 200 mila presenze e 90 mila abitanti) e Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi (circa 1 milione e 100 mila presenze e 120 mila abitanti). Neutrali: Dolomiti Paganella (circa 1 milione e mezzo di presenze e 5 mila abitanti) e San Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi (circa 800 mila presenze e 10 mila abitanti).
Spazio poi alla tassa di soggiorno, vicina a essere uniformata (con ritocco al rialzo) in tutto il Trentino, oggi introitata completamente dai territori, l'obbligo di reperire dai privati il 51% delle risorse (Qui articolo). Tra le più penalizzate il Garda che in questo momento da 3 milioni rischia di vedere restare in cassa circa 700 mila euro. Un'altra criticità è legata alle Agenzie, territoriali in bozza contro quelle di prodotto avanzate da Asat.
Una riforma che parte, nonostante le discrepanze di metodo: stop alle fusioni dei Comuni, ricorso contro l'accordo tra Cassa rurale di Trento e quella di Lavis, Mezzocorona e val di Cembra, le Comunità di valle restano. Le Apt invece si assorbono.
Intanto sulla Valdastico il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, ha spiegato sulle pagine de l'Adige che la zona dove passerebbe il tracciato "ha vocazione industriale, non ha vocazione turistica o ambientale vera e propria". Da comprendere il significato di ambientale, per buona pace invece proprio della riforma che vuole fare del "Trentino un territorio tutto a valenza turistica".