Riforma sul turismo, i territori più piccoli tremano e il Garda rompe gli indugi: ''C'è preoccupazione e non si affrontano applicabilità, specificità e questioni''
Irremovibile, questa l'impressione generale data dall'assessore nel vertice tra presidenti delle Apt, sempre più sofferenti per le ipotesi di fusioni. Un incontro da nulla di fatto perché Failoni non avrebbe ricevuto le osservazioni dagli enti territoriali ma l'intenzione è quella di proseguire per presentare entro fine mese il ddl in consiglio provinciale

TRENTO. Le spaccature tra le Apt restano e variano leggermente gli schieramenti. Il Garda ha rotto gli indugi e affianca quelle Aziende per il turismo tendenzialmente contrarie alla riforma targata Failoni. Una presa di posizione di peso, una "grande" che si espone ma è difficile comprendere quanto possa spostare gli equilibri davanti alla decisione dell'assessore di portare avanti il piano, una pre-adozione già a fine mese per avviare iter e lavori.
"In realtà si è andati avanti poco - commenta Marco Benedetti, presidente dell'Apt Garda - perché non ha ricevuto le osservazioni e quindi si deve fissare un nuovo incontro chissà tra quanto, mentre il disegno di legge viene presentato in Consiglio provinciale per far partire tutto. C'è preoccupazione perché l'assessore è intenzionato a procedere. Ci sono aspetti buoni nella riforma, ma poi non si cala nelle singole prospettive. Un discorso è la linea generale, un'altra l'applicabilità, le specificità e l'entrare nel merito delle questioni".
Irremovibile, questa l'impressione generale data dall'assessore nel vertice tra presidenti delle Apt, sempre più sofferenti per le ipotesi di fusioni. Un incontro da nulla di fatto perché Failoni non avrebbe ricevuto le osservazioni dagli enti territoriali. Forse qualcuno si è dimenticato di inviarle, forse non sono state semplicemente lette, forse un concorso di colpa. Chissà.
Intanto da un lato restano i market leader: val di Sole, Fassa, Fiemme e Campiglio, Pinzolo e val Rendena favorevoli alle fusioni. I contrari sarebbero invece Garda, Rovereto e Vallagarina, valle di Ledro, val di Non, Comano, Pinè e Cembra, Alpe Cimbra (Qui articolo). Restano da valutare Valsugana e Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi: qui si registra una frattura interna con il presidente Franco Aldo Bertagnolli favorevole, ma forse solo in quanto il suo Cda appare fortemente contrario.
Neutrali: Dolomiti Paganella e San Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi, con quest'ultima Apt difficilmente collocabile con altri territori, quindi potrebbe rappresentare un'eccezione e continuare a operare in questa attuale formula. Se la parola spesa nella città della Quercia vale, allora potrebbero già essere due le "particolarità" (Qui articolo).
In ordine più sparso invece i Consorzi Pro Loco, che nel nuovo assetto andrebbero completamente a sparire. Si deve passare da 20 a 10 unità (Qui articolo). Resta tantissima preoccupazione in Rotaliana, val del Chiese e in Vigolana, rassegnata la val dei Mocheni in orbita Trento (ma serve il traino di Piné o Valsugana per garantire continuità territoriale). Le Giudicarie centrali, gratificate dall'investimento a Bolbeno, si adeguano alla sorte. Anche se il giudizio resta sottotraccia: in quel di Campiglio, Pinzolo e val Rendena c'è la storica spaccatura con confine Caderzone e la teoria della "doppia velocità". Da gestire poi il Comitato "No tassa ingiusta", che aveva vinto la battaglia per non far alzare l'imposta di soggiorno e ora si trovano punto a capo, anzi forse più indietro.
Questa volta il presidente del capoluogo sarebbe rimasto coperto, ma a sbilanciarsi sarebbe stato Luciano Rizzi, presidente della val di Sole e numero uno dei presidenti delle Apt, che avrebbe sostanzialmente ripetuto quanto spiegato dall'omologo di Trento nella puntata precedente (Qui articolo). I meccanismi di fusione delle Aziende per il turismo più piccole da parte di quelle più grandi andrebbero seguiti e messi a punto da quelle realtà che fagocitano. Insomma, si è materializzato il timore degli enti meno forti.
Un'uscita da cartellino giallo mostrato dall'assessore, non tanto per le parole ma per l'uso dei termini: "accorpamento" suona più dolce e accomodante, il ricorso a "fusione" e, soprattutto, "assorbimento" sono concetti vietati. Si punta sulla forma per distogliere gli sguardi dalla sostanza. Ma "show must go on" e l'intenzione è quella di proseguire sulla strada intrapresa quasi "senza se e senza ma", nonostante le bocciature in diversi territori e quella pesante di Asat (Qui articolo).
L'assessore si è speso e ha girato parecchio i territori e spesso spiega che "una riforma così non si è mai vista" e in effetti una tensione nel comparto a queste vette raramente si è avvertita con spaccature tra Apt ma anche all'interno dei territori stessi. Una situazione da far derubricare a livello di "scaramucce" le precedenti discussioni come la querelle sull'introduzione della tassa di soggiorno e altri tentativi più o meno riusciti di ottimizzare un settore chiave per il Trentino che potrebbe fare i conti prima e nell'immediato con le disdette per l'emergenza coronavirus (Qui articolo) e poi con una rivoluzione dell'interno sistema.