Riforma sul turismo, Asat non vuole bocciare il piano però sembra ''smantellare'' il disegno di legge della Provincia leghista
C'è cautela e non si vuole ancora entrare nel merito in pieno, la diplomazia è massima e le parole soppesate, si spiega che una riforma è anche necessaria, si chiede solo tempo per ragionare e per lavorare in modo condiviso per raggiungere un obiettivo comune. Dalle fusioni delle Apt al ruolo delle Agenzie, dalla tassa di soggiorno ai tempi, tante le considerazioni. Ci potrebbe essere un Cda in arrivo per Trentino Marketing
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TRENTO. Fusioni tra Apt? Meglio parlare più avanti, c'è tanto da chiarire: non venga inserito in legge. La tassa di soggiorno unificata? Inserimento e applicazione graduale. Le nuove Agenzie? Se i confini non interessano il turista, allora si occupino di sviluppare il prodotto e non siano organizzate per area territoriale. Il criterio del milione di presenze e i 5 milioni di fatturato? Più avanti. Non viene mai detto che è una bocciatura, anzi si specifica il contrario alla considerazione "Sembra che salviate ben poco", non viene chiesto un time out, ma la sensazione è proprio quella a proposito della riforma sul turismo dell'assessore Roberto Failoni.
C'è cautela e non si vuole ancora entrare nel merito in pieno, la diplomazia è massima e le parole soppesate, si spiega che una riforma è anche necessaria, si chiede solo tempo per ragionare e per lavorare in modo condiviso per raggiungere un obiettivo comune: il benessere del settore e delle aziende che giocano un ruolo fondamentale nel comparto. Ma le considerazioni di Asat-Associazione albergatori ed imprese turistiche della Provincia di Trento sembrano lasciare pochi dubbi.
Il cuore del piano provinciale non sembra convincere, così come i tempi e modi. Non c'è (ancora) una richiesta ufficiale di congelare tutto per i prossimi mesi (non viene detto), ma trapela che si voglia aspettare almeno dicembre per avviare gli iter a piazza Dante. Ora l'ipotesi è quella di chiudere a maggio per partire nel 2021. Se time out fosse, si potrebbe anche dire che l'entrata in vigore della nuova legge avverrebbe nel 2022, siamo già quasi in zona Cesarini per una legislatura che termina il mandato nel 2023.
I vertici dell'associazione di categoria hanno analizzato la versione 1 della bozza del disegno di legge della Lega (Qui articolo) in quanto la variante in corso d'opera, quella completa, è arrivata solo lunedì 17 febbraio, troppo poco tempo per valutare le aggiunte. Anche se i primi dettagli emergono: Trentino Marketing avrà un Consiglio d'amministrazione, troppo difficile superare il Decreto Madia e le nomine saranno politiche, già si inizia a sgomitare e scalpitare.
Intanto si parte dalla versione 1 quella dai diversi omissis perché "in fase di perfezionamento con le strutture di staff della Pat", si ragiona sulla parte in "chiaro", quella arrivata prima. "L'intenzione - commenta il presidente Gianni Battaiola - è quella di presentare in sinergia con Unat le nostre riflessioni, anche sui criteri del milione di presenze e 5 milioni di fatturato. C'è comunque necessità di tempo per ragionare e analizzare i vari elementi nel pieno interesse del comparto e quindi dell'economia trentina. Chiediamo disponibilità per essere ascoltati e valutare correttamente tematiche e ricadute (Qui articolo e Qui articolo)".
Fusioni delle Aziende per il turismo. La riforma le dimezza: le 15 Apt e i 5 Consorzi Pro loco dovrebbero scendere a dieci. Un punto che vede una spaccatura tra le realtà (Qui articolo). "Serve un chiarimento: quali, come e metodo. E' un passaggio - evidenzia Battaiola -estremamente delicato e sensibile. Gli attori in causa devono avere il tempo di parlare sul territori per valutare le prospettive, i bilanci, la composizione delle società, la struttura e tante altre variabili. Accorpamenti e fusioni non devono essere inseriti in legge: si può agire tramite delibere provinciali, un regolamento d'attuazione che rende tutto più elastico e flessibile".
Sembra sempre più necessario un business plan. Ok la poesia, ma poi serve anche la prosa. "Un conto è immaginare - aggiunge il numero uno di Asat - ma se il mercato dimostra che un accorpamento non è idoneo e non funziona? Un regolamento può permettere di intervenire in modo più rapido: modificare una legge è più difficile e lungo". Insomma, se si parte dal basso senza vincolarsi ai numeri degli ambiti in legge, ma soprattutto se i territori vogliono e si trovano d'accordo, bene: le fusioni si possono anche prevedere. Altrimenti meglio lasciar perdere e tenere tutto così.
Anche perché il sistema può essere certamente e naturalmente migliorato, ma in questo momento funziona, i dati sono in costante crescita. "Una riforma è necessaria - prosegue Battaiola - i numeri della promozione sono buoni, il budget a disposizione è importante, ma dobbiamo attrarre turisti con una capacità di spesa maggiore. Si deve lavorare per evitare una frammentazione e una concorrenza interna: confrontarsi in modo costruttivo per trovare nuovi clienti".
Agenzie territoriali. "Qui abbiamo un pensiero diverso. Il turista - dice il presidente di Asat - non percepisce i confini e quindi la base di queste nuove realtà non deve essere territoriale e riguardare gli ambiti. Questa struttura sarebbe inopportuna: l'idea è quella di Agenzia del prodotto. Serve un piano strategico per portare a regime la promozione del Trentino. Anche in questo caso serve tempo e la disponibilità a ragionare insieme senza pregiudiziali".
Tassa di soggiorno (Qui articolo). "C'è una diversità importante in Trentino. Qualche territorio - commenta Battaiola - chiede un inserimento graduale. Alcuni ambiti hanno deliberato internamente il minimo di legge e subirebbero un aumento del 100%, altri sono già quasi al massimo. E' necessaria un'applicazione scaglionata e tempo per raggiungere la quota fissata. Oggi viene restituita ai territori per fornire una serie di servizi e attività. Poi questo è un pensiero mio: deve essere unica per tutti, se ci sono variabili diventa una patrimoniale".
Nella nuova versione viene definito il nuovo assetto di Trentino Marketing, come anticipato c'è un Cda (Qui articolo). Difficile superare il Decreto Madia (Le risorse di funzionamento e finanziamento sono interamente pubbliche. Se si vuole insediare un Cda, i privati devono contribuire per almeno il 50%: quindi albergatori e professionisti del settore dovrebbero iniettare ogni 12 mesi almeno altri 25 milioni di euro oppure 12,5 milioni se si sceglie la soluzione più soft), via libera alle nomine politiche (Non avrebbe potere decisionale ma di indicazione degli indirizzi. L'assessorato e la Provincia in questo modo sembrano abdicare un po' al ruolo). "Fa piacere. Come associazione è sempre stato chiesto, anche agli assessori precedenti. Chiederemo di avere un rappresentante seduto al tavolo dell'ente pubblico", conclude Battaiola.