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Tagli alla sanità trentina, ''Promettono mari e monti e poi non risolvono alcun problema''. Le opposizioni contro l'assessora

Sul retroscena svelato oggi da Il Dolomiti i consiglieri provinciali Filippo Degasperi e Giorgio Tonini hanno già presentato due interrogazioni. "Dalla Giunta dichiarazioni confuse''

Di Giuseppe Fin - 24 maggio 2019 - 15:52

TRENTO. “Promettono mari e monti” ma alla fine “non affrontano nessun vero problema”. E' una dura presa di posizione quella dalle opposizioni in merito ai tagli al servizio sanitario trentino contenuti in una lettera (QUI L'ARTICOLO) che l'assessora Stefania Segnana  ha inviato all'Apss solo due settimane dopo una delibera sbandierata ai quattro venti nella quale si parlava di investimenti e di sviluppo.

 

Segnana, nella lettera dove parla di “piano di efficentamento dell'Apss”, indica un vero e proprio piano di tagli che saranno messi in campo attraverso un piano quadriennale. Si parte nel 2020 con un risparmio di 10 milioni di euro, nel 2021 si passa a un risparmio di 20 milioni di euro che diventano 40 milioni nel 2022 e 50 milioni di euro nel 2023.

 

“Nella nota si mette nero su bianco che gli stanziamenti del bilancio provinciale, quello votato dalla stessa maggioranza nel gennaio scorso, non consentirebbero all'azienda di sostenere le attuali dinamiche di spesa in una condizione di equilibrio di bilancio” spiega il consigliare provinciale del M5S, Filippo Degasperi che ha presentato una interrogazione a risposta scritta sulla questione. Degasperi nel chiedere conto all'assessora del documento inviato all'Azienda sanitaria si chiede anche “come si conciliano i tagli che si vorrebbero imporre al sistema sanitario pubblico con l'incremento dei budget per le strutture private accreditate”.

 

 

A chiedere quali siano le reali intenzioni della Giunta in materia sanitaria viste le “confuse e intermittenti” dichiarazioni è anche il consigliere provinciale del Pd, Giorgio Tonini.

 

“Da un lato – spiega - come con la delibera 498 del 12 aprile scorso, promettono mari e monti (azioni di promozione della salute e di prevenzione, modalità più appropriate di presa in carico dei bisogni dei pazienti, potenziamenti dell’assistenza territoriale, migliorie nell’integrazione ospedale-territorio, riduzione dei tempi tempi di attesa); dall’altro non affrontano l’ormai critica carenza di personale, inaspriscono il blocco del turnover fino a rendere la situazione insostenibile, in presenza di un massiccio esodo del personale, a cominciare dai medici, e confessano all’Azienda l’insostenibilità delle attuali dinamiche di spesa, prospettando tagli previsti per 10 milioni l’anno prossimo, 20 quello successivo, 40 per il 2022 e 50 dal 2023”.

 

Tonini si chiede come possa la Giunta provinciale rispettare “Le promesse di miglioramento annunciate, con gli obiettivi di risparmio cui obbligherà l’Azienda?”.

 

 

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