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Sanità, l'assessora: ''Non chiamateli 'tagli' ma 'razionalizzazione'''. Cgil, Cisl e Uil: ''La giunta naviga a vista. Situazione preoccupante''

L'assessorato alla salute replica a quanto raccontato negli scorsi giorni da ilDolomiti e dai consiglieri Pd e M5S (che hanno fatto due interrogazione): ''Giunta, presidente ed  assessori non possono esimersi dal valutare possibili strade di contenimento della spesa a fronte di una evidente e risaputa diminuzione delle risorse pubbliche a disposizione. Non verranno messe in discussione le politiche sugli ospedali periferici e sulle guardie mediche''

Di Luca Pianesi - 25 maggio 2019 - 19:20

TRENTO. Non chiamateli ''tagli'', chiamateli ''efficientamento'' o, al massimo, ''razionalizzazione della spesa sanitaria''. Lo chiede con una nota specifica l'assessorato alla salute della Provincia di Trento. L'argomento è quello dei ''tagli'' di 10 milioni di euro nel 2020, poi 20 nel 2021, 40 nel 2022 e infine 50 milioni di euro nel 2023 che vi abbiamo raccontato venerdì mattina svelandovi l'esistenza di una lettera riservata inviata all'Apss dalla stessa assessora dove al direttore generale si chiedeva di strutturare un ''piano di efficientamento'' a fronte una ''razionalizzazione della spesa sanitaria'' della portata che vi abbiamo raccontato. Il tutto in un quadro generale sempre più complicato per la sanità con leggi nazionali che stanno mettendo in grossa difficoltà di organico le diverse strutture. 

 

I sindacati, con i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Franco Ianeselli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti, non hanno dubbi al riguardo e spiegano che ''verso l’assestamento di bilancio la giunta provinciale naviga a vista, in maniera contraddittoria, dimostrando di non avere nessuna idea chiara di sviluppo per la nostra comunità. In maniera del tutto irrazionale, l’esecutivo fa trapelare un milionario piano di investimenti a sostegno della natalità, buono nelle intenzioni, non altrettanto nella traduzione concreta, ed aumenta in modo rilevante il finanziamento della sanità privata, anziché aumentare la capacità di assorbimento dell'Azienda sanitaria, dei cittadini in attesa di visite e diagnostica provinciale. Appena 24 ore dopo si scopre, poi, che si chiede all’Azienda sanitaria di fare tagli per 120 milioni di euro nei prossimi quattro anni. Il tutto senza aver mai aperto un confronto con le parti sociali in vista della definizione della manovra''.

Per i sindacati la situazione è preoccupante e, aggiungono, che risulta difficile comprendere come la giunta pensi di gestire questi tagli di fronte al tanto sbandierato potenziamento dei presidi periferici (QUI ARTICOLO) a cominciare dalla riapertura dei punti nascita di valle. ''L’unica certezza - concludono - è che in questo modo a pagare ancora una volta saranno le persone più deboli''.

 

''Si tratta di un passaggio - spiega l'Assessorato - che è stato condiviso con la presidenza ai fini dell’impostazione della prossima manovra di bilancio 2020-2022, avuto riguardo alla futura decrescita complessiva del bilancio provinciale, dal momento che la spesa sanitaria vale oltre 1,3 miliardi di euro all’anno. In buona sostanza - spiega l'assessorato - è stato richiesto alla direzione aziendale lo sforzo di individuare e quantificare dal punto di vista tecnico i possibili e percorribili efficientamenti che consentono di mantenere in maniera stabile e duratura, per il futuro, l’equilibrio di bilancio".

 

Efficientamenti che devono assorbire i sopramenzionati ''tagli'' o se preferite le sopramenzionate ''razionalizzazioni''. "E’ di tutta evidenza che un piano di efficientamento per essere costruito presuppone alcune indicazioni e direttrici di minima - prosegue l'assessora alla salute - fra le quali vi sono gli obiettivi finanziari; in questo senso l'Assessorato ha ritenuto di stimare i valori target secondo una logica di progressività nel tempo e comunque in misura minore rispetto alla reale decrescita del Bilancio Pat, questa sì da considerarsi “draconiana”, se rapportata all’incidenza della spesa sanitaria sul totale anche tenuto conto, come noto, che la spesa sanitaria, per sua natura, è una tipologia di spesa in crescita fisiologica''.

 

L'assessorato, spiega quindi che tutto ciò viene fatto per responsabilità: ''Giunta, presidente ed  assessori non possono esimersi dal valutare possibili strade di contenimento della spesa a fronte di una evidente e risaputa diminuzione delle risorse pubbliche a disposizione. Agire al contrario, dimenticandosi questa scomoda verità sarebbe sì un comportamento incoerente e non in linea con le responsabilità in capo al Governo provinciale''. Quindi la presa in carico del problema c'è, impossibile ''dimenticarsi questa scomoda verità''. Peccato che però senza la bistrattata stampa (il Dolomiti lo ha raccontato per primo QUI ARTICOLO) e le opposizioni, con Pd e M5S in testa (QUI ARTICOLO) questa ''scomoda verità'' non era stata ancora raccontata alla comunità (e la lettera dell'assessora è del 30 aprile). 

 

Ma tant'è. ''Va inoltre ricordato - specifica l'assessorato - che la competenza sulla programmazione finanziaria e sulla programmazione sanitaria è in capo alla Giunta provinciale e pertanto risulta fuorviante parlare di “tagli”; è invece corretto parlare di ipotesi tecnica di razionalizzazione della spesa sanitaria che il direttore generale dell’Apss formulerà alla Giunta; e questo nell’ambito delle competenze gestionali e organizzative proprie di un organo tecnico quale egli stesso è. Sarà infatti la Giunta provinciale che si assumerà la responsabilità politica di decidere se e quali azioni di razionalizzazione del piano potranno (o dovranno) essere attuate, nonché, naturalmente, il livello di finanziamento del nostro servizio sanitario provinciale per il prossimo triennio''. Una specificazione, questa, quasi incredibile da leggere in un comunicato stampa ufficiale. Un'affermazione ai limiti del tautologico. Qualcuno pensava potesse essere il direttore generale a scegliere dove e come tagliare (o razionalizzare)? E' ovvio che a decidere debba essere la giunta provinciale che rappresenta la comunità trentina ed è stata eletta per questo.

  

''Per completezza - conclude l'assessorato - si segnala che nel compito affidato al Direttore generale non poteva non essere contemplato, oltre alle diverse aree entrata e di spesa della gestione corrente, anche un focus sulle modalità di localizzazione, gestione e acquisizione delle tecnologie sanitarie, area questa assolutamente strategica per un sistema sanitario moderno ed efficiente. In questo processo non verranno messe in discussione le politiche sugli ospedali periferici e sulle guardie mediche, come ben stabilito nel programma della maggioranza provinciale''. Insomma fare di più e meglio. E allora, a questo punto, il nostro auspicio è che davvero che non ci saranno i ''tagli'' ma un ''efficientamento'' nel senso di nuovi investimenti e più risorse messe a disposizione dell'Apss: per fare di più e meglio difficile spendere di meno. 

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