Sanità, con una lettera Segnana chiede all'Apss di tagliare ancora mentre pubblicamente la Giunta parla di sviluppo
Da qui al 2023 l'assessora ha chiesto di ridurre le spese di decine di milioni di euro affidando all'Azienda sanitaria il compito di dirle come. Il tutto mentre il personale è sempre più ridotto ai minimi termini, mancano le risorse ma con una delibera al direttore si chiede maggiore efficacia ''potenziando l’assistenza territoriale e l’integrazione ospedale-territorio''. Qualcosa non torna
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TRENTO. Da un lato, con una delibera pubblica, si parla di investimenti, di sviluppo, si comunica una realtà che sembra debba puntare a crescere e a migliorarsi in varie direzioni. Dall'altra, con una lettera inviata all'Apss solo due settimane dopo quella stessa delibera, si chiedono tagli ''draconiani'', si specifica che gli stanziamenti dell'attuale bilancio provinciale, per la sanità, sul biennio 2020-2021, non consentiranno all'Azienda di sostenere spese in una condizione di equilibrio del bilancio e che non sono presenti nuove risorse per gli investimenti in tecnologie.
Da un lato si specifica che la volontà è quella di ottenere ''una maggiore efficacia - così c'è scritto nella delibera 498 del 12 aprile, allegato A 'obiettivi annuali specifici 2019' - delle azioni di promozione della salute e di prevenzione, del miglioramento e di una maggiore appropriatezza ed efficacia delle modalità di presa in carico dei bisogni di salute, potenziando l’assistenza territoriale e l’integrazione ospedale-territorio, in un’ottica di equità nell’accesso ai servizi sanitari e di ottimizzazione dei fattori produttivi aziendali''. Dall'altro, nella lettera inviata da Segnana 18 giorni dopo quel documento pubblico, si chiede di andare a ridurre i costi nel 2020 di 10 milioni di euro, nel 2021 di 20 milioni di euro, nel 2022 di 40 milioni di euro e nel 2023 di 50 milioni di euro. E si fa riferimento anche al difficile quadro nazionale con una crescita prevista di poco superiore allo 0% e a una diminuzione del bilancio provinciale.
Insomma dalla giunta parrebbero arrivare due indicazioni ben contrastanti ai vertici dell'Apss il tutto mentre il personale è sempre più ridotto all'osso (da un lato con la legge nazionale si stanno sbloccando i pensionamenti e quindi molti sono in uscita mentre, dall'altro, con il ridursi delle risorse e il blocco delle assunzioni le entrate sono pochissime), si sono fatti grandi investimenti per mosse, sicuramente ad effetto, come la riapertura del punto nascite di Cavalese ma tutt'ora a rischio sostenibilità (è evidente che il trend futuro per la sanità nostrana non saranno i punti nascita ma le strutture che affrontano le cronicità e la vecchiaia) e addirittura in questi giorni si è parlato di istituire un'unità operativa di Neurochirurgia ad Arco oltre al centro Nemo di Pergine.
La delibera servirebbe a fissare ''criteri e modalità di valutazione dell'attività del direttore generale dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari e assegnazione degli obiettivi per l'anno 2019'', la lettera alla Giunta per avere un quadro delle possibili iniziative da portare avanti politicamente a fronte dei forti tagli previsti e del modificarsi del contesto nazionale e locale. Si chiede infatti all'Apss dove e come si può agire per ridurre le spese ed ora all'azienda sanitaria spetta l'arduo compito di produrre queste risposte entro fine luglio.
Insomma la politica si limita agli annunci ''belli'' e agli atti pubblici che parlano di crescita e sviluppo e lascia ai tecnici e dirigenti l'ingrato compito di dire i ''no'' e di fare quelle scelte ''difficili'' necessarie per far andare avanti il sistema. Un po' il contrario di quel che ci si aspetterebbe, ma nell'epoca dei sondaggi su Facebook, delle indagini di mercato costruite sui post e dei selfie utilizzati come leva elettorale non resta che affidarsi ai tecnici e ai dirigenti che non sono eletti ma almeno conoscono la loro materia.