Pesticidi, l'ex assessore Dallapiccola interroga: ''E' vero che si starebbe utilizzando il clorpirifos metile e l'imidacloprid?''
Dopo le segnalazioni dei cittadini che tramite il Gruppo AriCulura Trentino hanno spiegato che trattamenti vengono eseguiti quotidianamente vicino alle case in località la Vela, il consigliere del Patt deposita un'interrogazione (firmata anche dagli altri consiglieri del gruppo) per avere spiegazioni su come si stia affrontando il problema della cimice asiatica in Trentino
TRENTO. "Sarebbero stati effettuati due diversi tipi di interventi in Trentino in zone particolarmente vocate alla produzione melicola. In un caso si sarebbe utilizzato il clorpirifos metile, mentre in un altro si sarebbe preferito avvalersi dell'imidacloprid". Così l'ex assessore all'agricoltura Michele Dallapiccola scrive nella sua interrogazione depositata questa mattina rivolta all'attuale giunta sull'utilizzo dei pesticidi. Tutto è partito dalle segnalazioni di alcuni cittadini che tramite il Gruppo AgriCultura Trentino hanno potuto comunicare (anche tramite il Dolomiti QUI ARTICOLO) le loro preoccupazioni rispetto ai trattamenti avvenuti davanti alle loro case in località la Vela di Trento fuori dagli orari previsti e senza il rispetto delle distanze dai cosiddetti luoghi sensibili e ora la questione si allarga.
''I media locali - scrive Dallapiccola - in questi giorni riportano di numerose segnalazioni elevate da cittadini, relative all’utilizzo di fitofarmaci sembrerebbe utilizzati secondo una non ottemperanza al vigente Pan (Piano agronomico) provinciale. Poiché sulla salute dei cittadini e sulla salubrità delle produzioni non si debbono porre limiti alle azioni è importante che i nostri cittadini sappiano che da parte delle istituzioni locali esiste un costante impegno morale e materiale di ricerca del miglioramento anche in questo fondamentale campo. Hanno preoccupato, proprio per questo motivo, voci giunte al sottoscritto che parlerebbero di una situazione particolarmente critica sul fronte della propagazione del parassita Halyomorpha halys, meglio conosciuta con il nome di cimice asiatica''.
Pare, infatti, che la situazione sia particolarmente critica sul fronte della propagazione di questo parassita vero spauracchio dell'agricoltura non solo locale assieme alla Drosophila suzukii (Qui articolo). In questi giorni, infatti, le condizioni climatiche sono particolarmente favorevoli alla sua riproduzione. I frutticoltori si sarebbero trovati così a dover adottare misure straordinarie per contrastare questo insetto e limitare i danni che può causare. Ed ecco che sarebbero stati utilizzati dei fitofarmaci particolari e discussi come il clorpirifos (QUI APPROFONDIMENTO) e l'imidacloprid.
"Sono farmaci ampiamente conosciuti, utilizzati da tempo e particolarmente monitorati per efficacia, sicurezza di utilizzo ed eventuali criticità di “metabolismo ambientale” dei residui - prosegue Dallapiccola - anche se va rilevato che non rappresentano assolutamente la strada maestra che conduca ad un regime di sostenibilità nella lotta anche a questo fastidioso parassita".
Per questo il gruppo del Patt in consiglio provinciale ha presentato un'interrogazione con Dallapiccola come primo firmatario, seguito da Ugo Rossi, Paola Demagri e Lorenzo Ossanna. "Esprimiamo ovviamente solidarietà al mondo agricolo - concludono - per le difficoltà che sta vivendo in attesa che la Fondazione Mach e la più ampia rete di istituti di ricerca riescano a individuare una soluzione tanto sostenibile quanto efficace. Siamo convinti che i risultati non tarderanno ad arrivare da parte di un istituto, riconosciuto anche dall'attuale giunta, quale fiore all'occhiello a livello nazionale. Chiediamo però quali strumenti straordinari siano stati messi in campo per la lotta alla cimice asiatica e la ricerca per dotare il sistema trentino di presidi seri e sostenibili nella gestione di questa problematica".