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PODCAST. "Il fallimento è un trampolino di lancio", la pluricampionessa di paraclimbing Capovilla si racconta: "Affronto le difficoltà con fiducia e coraggio"

Pluricampionessa mondiale di paraclimbing e nel 2022 oro mondiale, Lucia Capovilla, è l'ospite della puntata di "Da Quassù", il podcast de il Dolomiti realizzato da Marta Manzoni. Veneziana ma trasferita ad Arco è di professione infermiera e formatrice motivazionale.

Pubblicato il - 14 aprile 2024 - 19:00

TRENTO. Nata senza un avambraccio, Lucia Capovilla scala con passione su plastica ma anche su roccia, in falesia e su vie lunghe. L'arrampicata è diventata un palestra di vita per imparare a trasformare le proprie debolezze in risorse impensabili.

 

Pluricampionessa mondiale di paraclimbing e nel 2022 oro mondiale, Lucia Capovilla, è l'ospite della puntata di "Da Quassù", il podcast de il Dolomiti realizzato da Marta Manzoni. Veneziana ma trasferita ad Arco ("Una valle incantata") è di professione infermiera e formatrice motivazionale.

 

"La prima volta che ho scalato ero alla medie con la scuola ma l'approccio è stato traumatico. Non avevo appigli perché con la protesi avevo solo un braccio e mi sono messo in testa che non ci sarei mai riuscita". Poi nel 2015 degli amici "mi hanno proposto di provarci nuovamente. Avevo completato un percorso personale e mi è venuto più naturale: ero più consapevole nella gestione del corpo e della mente. Sono stata creativa fin da piccola nella vita quotidiana, un modo per ingegnarmi nel trovare le soluzioni per valorizzare quello che posso fare senza nascondermi".

 

Da lì è cambiato tutto. "Da neofita le montagne erano come dei semplici triangoli, un po' come le disegnavo a scuola. Adesso invece colgo i dettagli delle rocce, dei sentieri e dove svolgere le linee. Le montagne non hanno solo un nome, ma tantissimi nomi e una forma precisa. La montagna ha sempre richiamato il mio cuore perché la puoi vivere con i tuoi tempi e con i tuoi mezzi: ogni volta che torni a casa sei leggero e felice: ti permette di ascoltare i tuoi bisogni, i pensieri e le emozioni".

 

Un modo per superare le difficoltà "che richiedono fiducia e coraggio. La cima è presente, il momento di interiorizzare". L'atleta ha superato anche i pregiudizi. "Spesso non siamo considerati atleti, anche gli allenatori talvolta sono più clementi ma dobbiamo essere stati tratti allo stesso modo, andare oltre i limiti e crederci. In questo senso serve ancora molta formazione e divulgazione. La differenza è nell'approccio e nel trovare le soluzioni".

 

La qualità della vita, spiega Capovilla, è essere sereni e in pace. "Sicuramente la base è imparare a conoscersi, restare fedeli ai propri valori ma essere anche equilibristi: rispettarsi e farsi rispettare".

 

La performance. "E' la capacità di affrontare le situazioni in modo non perfette. Invece bisogna guardare all'intensità ma anche essere presenti perché non c'è la perfezione. Sembriamo forti ma ci sono timori e insicurezze. L'approccio alla vita deve essere la consapevolezza e la quotidianità perché ci permette di fare cose fuori dall'ordinario. Il fallimento non esiste ma è un trampolino di lancio", conclude Capovilla.

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