Il sentiero (attrezzato) è ghiacciato, il cane è libero e rischia di scivolare e il padrone gira il video (ALL'INTERNO), il soccorso alpino: "Una scena che non ha senso"
Immagini, in versione invernale, che ricordano quelle di questa estate quando una famiglia è stata immortalata sulla via ferrata tra un mamma con un po' di paura che accompagnava la figlia sulla via ferrata e un padre con il piccolo in braccio. A balzare all'occhio la totale assenza di protezione. Il soccorso alpino: "Il rischio zero non esiste ma c'è il dovere e c'è la possibilità di mettersi in sicurezza"
TRENTO. "Una scena che non ha senso". Sono queste le parole di Walter Cainelli, presidente del soccorso alpino del Trentino. E le immagini parlano, purtroppo, da sole. Un sentiero, in parte attrezzato, praticamente ghiacciato e che si sviluppa lungo una parete che si affaccia su un dirupo, un cane lasciato libero (e che scivola in diversi punti) e intanto il proprietario che non sembra agganciarsi e che appare più interessato a girare un video a passo spedito invece di prestare più attenzione al percorso.
Un video, pubblicato sui social, che è diventato subito virale con tantissime condivisioni e sono numerosi i messaggi che criticano questo comportamento perché pericoloso e imprudente. Immagini, in versione invernale, che ricordano quelle di questa estate quando una famiglia è stata immortalata sulla via ferrata tra una mamma con un po' di paura che accompagnava la figlia sulla via ferrata e un padre con il piccolo in braccio. A balzare all'occhio la totale assenza di protezione. Situazioni pericolose per gli escursionisti e, potenzialmente, poi per i soccorritori se vengono chiamati a intervenire per qualche difficoltà (Qui articolo).
"Purtroppo c'è un comportamento di sottovalutazione dei rischi", dice Cainelli. "Il cane, per esempio, va legato con un cordino all'imbrago e ci sono tutti i sistemi per la messa in sicurezza e che usiamo anche noi regolarmente durante gli interventi e i corsi di formazione: l'animale deve essere comunque protetto. Non ci stancheremo mai di dire che è preferibile tornare indietro se un percorso può risultare troppo impegnativo in quel momento".
Nonostante gli appelli alla prudenza e al buonsenso come consultare le previsioni meteo, informarsi sulla situazione di un determinato tracciato, prepararsi e essere attrezzati, queste immagini evidenziano il lungo percorso, anche culturale, che gli operatori si trovano a dover affrontare quotidianamente.
"Il rischio zero non esiste - aggiunge il presidente del soccorso alpino del Trentino - ma c'è il dovere e c'è la possibilità di mettersi in sicurezza. La prevenzione e la prudenza sono fondamentali per affrontare qualsiasi attività in quota. Basta poco, pochissimo, per trovarsi in difficoltà e le probabilità, purtroppo, aumentano in modo esponenziale se non si presta la dovuta attenzione e se non si resta concentrati".
Un problema sempre più frequente quello della scarsa preparazione e della sottovalutazione dei rischi, legato in parte anche all'utilizzo dei social. Si interpreta non adeguatamente il paesaggio circostante: la bellezza ma anche le insidie. "Gli escursionisti sono più interessati a mostrarsi che a proteggersi dagli imprevisti. Ci si sente più in dovere di girare un video da pubblicare in internet invece di apprezzare un itinerario. Non si presta sufficientemente attenzione ai cartelli e alla segnaletica", conclude Cainelli.