"Siamo noi a ribellarci contro associazioni estranee alla nostra montagna", gli operatori: "Dovrebbero protestare contro quello che non viene fatto"
Negli scorsi giorni 24 associazioni e movimenti che partecipano alla mobilitazione nazionale "La Montagna non si arrende" e hanno annunciato l'organizzazione di una passeggiata sul Monte Bondone. Gli operatori: "Nessuna logica di lunapark"
TRENTO. "Non ci sono 22 associazione e non ci sono soprattutto associazioni che vogliono ribellarsi". Queste le parole di Paolo Torboli, presidente dell'Associazione operatori del Monte Bondone. "Se realtà estranee alla montagna di Trento vogliono salire per una manifestazione di protesta, allora è il Monte Bondone indignato al punto che si vuole ribellare a queste associazioni".
Negli scorsi giorni 24 associazioni e movimenti che partecipano alla mobilitazione nazionale "La Montagna non si arrende" hanno annunciato l'organizzazione di una passeggiata per contrastare un modello di sviluppo anacronistico e predatorio basato su pratiche estrattive e grandi eventi.
"Abbiamo deciso di manifestare in Bondone, passeggiando tra le Viote e Vason, per sottolineare l’importanza della salvaguardia ambientale - spiegano i promotori dell'iniziativa "il Bondone non si ribella" - come prerogativa necessaria anche per il mantenimento dell’attrattiva turistica del Trentino” viene spiegato dai promotori della mobilitazione". L'appuntamento è per domenica 9 febbraio (Qui articolo).
"Ci inorgoglisce che abbiano bisogno del Monte Bondone per destare interesse e dare importanza alle loro azioni che diversamente non avrebbero", dice Torboli. "Gli operatori sono i primi a essere interessati alla cura del territorio, alla sua conservazione, alla sua valorizzazione, al suo abbellimento e miglioramento. Dovrebbero protestare per quello che non viene fatto, per i tempi lunghissimi e le mille difficoltà a realizzare anche piccoli progetti".
Alcuni esempi? "Il parco giochi, l'Acropark o l'altalena gigante". Il masterplan di sviluppo è ancora in gran parte solo sulla carta mentre il presidente dell'Associazione operatori del Monte Bondone rivendica la partecipazione ai tavoli della cabina di regia e dell'Osservatorio con anche Provincia, Comune, corpo forestale, Circoscrizioni, l'Azienda per il turismo e Muse.
"Si portano avanti progetti di salvaguardia e sviluppo del territorio", aggiunge Torboli. "Così come dell'animazione nell'ottica di valorizzare, rendere più attrattiva e interessante la montagna di Trento ma non c'è una logica di luna park".
Nel mirino in particolare l'ipotesi di realizzare un bacino artificiale, il grande impianto da Trento a Vason e "con le temperature sempre più alte un incremento delle aree sciabili dagli attuali 87 a 283 ettari".
Un dato quest'ultimo rispedito al mittente. "Informazioni roboanti ma non corrette: non è previsto un incremento delle aree sciabili. Sono solo state allineate le definizioni di 'area sciabile' e di 'area piste e impianti' tra il regolamento del Comune e quelle del Pup. Il risultato è che ora sono definite aree sciabili esattamente le aree a oggi utilizzate e non c'è alcun aumento delle stesse".
Un appuntamento nel pieno della stagione invernale, "che è in linea con le passate annate, bene quindi. L'assenza di precipitazioni comporta qualche oscillazione nelle presenze ma i numeri sono confortanti", conclude Torboli.