La montagna contro la mobilitazione delle associazioni: "Protestano contro l'overtourism contribuendo a peggiorare quello che combattono"
Storico albergatore del Monte Bondone, Alberto Barbieri contro la mobilitazione delle associazioni: "Una scusa per una gita, la manifestazione in città sarebbe stata più triste. Si cela anche il desiderio di fruire di queste bellezze in maniera esclusiva, dedicata e che tutti gli altri avventori e turisti non sono abbastanza educati, sensibili e informati"
TRENTO. "Sorprende che le associazioni contro lo 'sfruttamento della montagna' abbiano scelto di manifestare proprio di domenica e nel mese di febbraio". Queste le parole di Alberto Barbieri, storico albergatore del Monte Bondone. "E raggiungono la montagna in numero massiccio per contribuire a peggiorare quel fenomeno che combattono: l'overtourism".
Negli scorsi giorni 24 associazioni e movimenti che partecipano alla mobilitazione nazionale "La Montagna non si arrende" hanno annunciato l'organizzazione di una passeggiata per contrastare un modello di sviluppo anacronistico e predatorio basato su pratiche estrattive e grandi eventi.
"Abbiamo deciso di manifestare in Bondone, passeggiando tra le Viote e Vason, per sottolineare l’importanza della salvaguardia ambientale - spiegano i promotori dell'iniziativa "il Bondone non si ribella" - come prerogativa necessaria anche per il mantenimento dell’attrattiva turistica del Trentino” viene spiegato dai promotori della mobilitazione". L'appuntamento è per domenica 9 febbraio (Qui articolo).
Una manifestazione che ha portato alla reazione dell'associazione operatori del Monte Bondone. "Siamo noi a ribellarci contro associazioni estranee alla nostra montagna", le parole del presidente Paolo Torboli. "Dovrebbero protestare contro quello che non viene fatto" (Qui articolo), così come del Comune di Trento: "Nessun sfruttamento" e ha chiarito la posizione, in particolare, rispetto a bacino, la definizione di aree sciabili e grande impianto da Trento a Vason (Qui articolo).
"Ribadiscono la contrarietà agli assalti dei turisti con una manifestazione proprio in montagna, proprio di domenica e in numero massiccio", prosegue Barbieri. "Nelle nebbie del fondovalle, in città, davanti ai palazzi che decidono sarebbe stato certamente più triste e meno partecipato, ma almeno più coerente. Così invece contribuiscono a peggiorare quel fenomeno che combattono".
Ma forse "la manifestazione è solo la legittima occasione per una gita fuori porta e, magari, un modo per ribadire il proprio possesso di quei territori, che i manifestanti possono frequentare, ma solo loro", aggiunge l'albergatore. "Perché il mio timore è che dietro queste contrarietà si celi anche il desiderio di fruire di queste bellezze in maniera esclusiva, dedicata e che tutti gli altri avventori e turisti non sono abbastanza educati, sensibili e informati, e che a questi ultimi deve esserne precluso l’accesso".
L'albergatore non vuole sentir parlare di overtourism sul Bondone. "Non ne ho mai visto, soprattutto dal lunedì al venerdì. La limitatezza dello spazio e dei parcheggi riduce automaticamente questo fenomeno. Se poi pensiamo alla futura funivia e alla conseguente limitazione al traffico, l’impatto antropico di una persona a piedi è un decimo della stessa automunita. A parità di disagi potremmo accogliere dieci volte il numero attuale di persone".
Il bacino per l’accumulo dell’acqua "serve a preparare le piste che anche i turisti frequentano anche durante la settimana lavorativa, quando quassù non si vede nessun’altro. E i soli 1500 posti letto alberghieri di tutto il Monte Bondone non sono certo una minaccia di frequentazione massiva e incontrollata della destinazione", conclude Barbieri.