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PODCAST. "Il Drago Vaia? Arriverà una risposta all'atto vandalico". L'artista Marco Martalar: "Si lavora a un percorso per unire le opere tra Trentino e Veneto"

L'ospite di "Da Quassù" è l'artista e scultore Marco Martalar. Una nuova puntata del podcast de Il Dolomiti realizzato da Marta Manzoni

Pubblicato il - 26 novembre 2023 - 20:13

TRENTO. E' Marco Martalar l'ospite della puntata di "Da Quassù", il podcast de Il Dolomiti realizzato da Marta Manzoni. "Una quindicina di anni fa dopo anni di studio e di passione per la scultura e per il disegno. Ho iniziato con i tronchi, un percorso lungo e pieno di soddisfazioni. Ma la scultura lignea mi stava stretta perché non poteva realizzare opere monumentali". Poi la tempesta Vaia, con milioni di alberi schiantati a terra e boschi devastati. "La grande disponibilità di materiale mi ha portato a cambiare approccio: costruire invece di togliere". 

 

E così ecco il Drago Vaia. "Un'opera nata proprio con l'idea di rappresentare la forza che l'uomo non riesce a controllare - spiega Martalar - proprio come la tempesta. Oltre ai danni l'evento del 2018 è stato un messaggio della natura che reagisce perché è viva. Avevo paura che Vaia venisse dimenticata e ho cercato un modo per tenere una memoria del disastro perché l'arte ha una sensibilità in più". 

 

Fin da subito il Drago aveva riscosso un grandissimo successo, migliaia le persone che hanno raggiunto Lavarone per ammirare l'opera di Martalar.  Il Drago in legno più grande del mondo. Mesi di lavoro, 3.000 viti e 2.000 scarti di arbusti con oltre 6 metri di altezza e i 7 metri di lunghezza. Una scultura finita in cenere, un incendio doloso a fine agosto. 

 

"Stavo già lavorando al Grifone", spiega Martalar. "Ma mi sono fermato qualche giorno a causa di questo scossone forte. Ma è stato giusto portare a termine l'opera, anche per rispondere in maniera abbastanza immediata a quell'atto vandalico. Il filo è il legame uomo-arte-natura. Il mio è un amore per la materia e un rapporto diretto con l'ambiente. Noi qui per fortuna viviamo in equilibrio con i boschi ma altrove si deforesta senza rispetto per la natura. Spero con le mie opere di lasciare qualcosa ai giovani. 

 

Lo scultore veneto con la sua arte dà vita a gigantesche figure realizzate con gli scarti in legno della tempesta Vaia. Una tipologia di land art da sempre considerata in simbiosi con la natura e destinata, nel tempo, a degradare e poi a sparire. "Tutti gli esseri viventi sono biologici - dice Martalar - non ha senso creare qualcosa che possa durare in eterno. Queste opere d'arte devono vivere un tempo.

 

Sono diverse le opere create dall'artista dopo il Drago, ritornerà? "Mi è stato chiesto, mi è stato anche proposto di realizzare una fenice e un elefante. A ogni modo ho ricevuto tanto affetto. L'associazione Lavarone Green Land ha raccolto anche una cifra notevole con il crowdfunding. Non so ancora cosa farò di preciso, la sfida è trovare qualcosa di adeguato per dare una risposta a quella violenza gratuita verso l'arte".

 

L'incendio a Lavarone è stato un brutto colpo ma l'artista non si ferma. "Ho avuto il timore che non mi chiamassero più. Invece ho molte richieste in Trentino ma anche in Italia e all'estero. Ho in mente altre opere. Inoltre c'è la volontà di creare un percorso, da compiere anche in qualche giorno a piedi o in bici, per collegare le varie opere tra Trentino e Veneto, territori che si sono uniti per affrontare l'emergenza e che adesso possono collaborare sull'arte. Un modo per visitare i luoghi della tempesta, approfondire le tematiche ambientali, entrare più in contatto con l'opera e non limitarsi a un mordi e fuggi", conclude Martalar.

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