Contenuto sponsorizzato

PODCAST. Dalla tragedia della Marmolada al ghiacciaio in sofferenza, Budel: "Le persone devono responsabilizzarsi, anche con un'assicurazione perché i soccorsi costano"

Il gestore di Capanna Punta Penia sulla Marmolada Carlo Budel ospite della puntata di "Da quassù", il nuovo podcast de il Dolomiti realizzato da Marta Manzoni

Pubblicato il - 10 settembre 2023 - 20:42

TRENTO. "Si sente anche in questi giorni scorrere l'acqua nel ghiacciaio". A dirlo Carlo Budel, scrittore e gestore del rifugio Capanna Punta Penia. "Questo settembre è più caldo che in agosto. Ma questo si sente in tutti e 4.400 ghiacciai d'Europa, normale che facciano rumore con le temperature così elevate. Se c'è il rischio che possano esserci distacchi? Certo ma non solo sulla Marmolada, ovunque". 

 

Il gestore di Capanna Punta Penia, ospite di "Da quassù", il podcast de Il Dolomiti realizzato da Marta Manzoni, parla di un'estate particolare in cui la neve si è alternata a temperature elevatissime, anche di 14 gradi. Una situazione che ha portato i sistemi glaciali in quota a fondere anche durante la notte, un processo che acuisce la sofferenza dei ghiacciai.

 

"E' la sesta stagione - aggiunge Budel - il ghiacciaio della Marmolada ha perso 10-12 metri in sei anni, si nota a vista d'occhio che il ghiacciaio perde spessore. E settembre per ora è senza pioggia, sinceramente è più caldo che nel mese di agosto. Questa estate ha nevicato tutto giugno, neve anche a luglio e nei primi giorni e alla fine di agosto. Penso che sia stata tra le estati più fredde a Punta Penia. Adesso invece è caldissimo. Poi ho notato che dopo la tempesta Vaia e per i cambiamenti climatici, tira un vento fortissimo. Purtroppo non c'è più una via di mezzo, fa freddo o fa caldo, questo è preoccupante. Anche quest'anno mi è capitato che arrivassero durante i temporali persone che piangono perché i fulmini ti cadono in testa, ma amo stare quassù".

 

Poco più di un anno fa, il 3 luglio 2022, la tragedia della Marmolada, con 11 morti. Persone che Budel aveva conosciuto poco prima. Il rifugista aveva assistito alla spaventosa valanga, uscendo dalla struttura dopo aver sentito "un fortissimo boato". "I parenti delle vittime mi hanno detto di ritornare qui - - mi seguono sui social. Le 11 vittime sono quassù con me, una cosa molto personale".

 

Il gestore, però, non vuole sentire parlare di chiusura della montagna. "Deve rimanere aperta. Dobbiamo essere noi a valutare se e quando salire. Siamo ai primi di settembre e fa caldo. Il ghiacciaio è messo male ma è la gente che deve responsabilizzarsi, altrimenti chiudiamo le 4.400 montagne con i ghiacciai? La montagna è libertà, se decidono i politici dove possiamo o non possiamo andare perdiamo anche questo. Le istituzioni diramano le allerte, questo è giusto. Ma che senso avrebbe chiudere? Poi mi arrivano escursionisti con le scarpette da trekking, senza ramponi o attrezzatura e vorrebbe salire sul ghiacciaio: la gente si deve responsabilizzare. La montagna è stata presa d'assalto negli ultimi anni e credo che l'assicurazione dovrebbe essere obbligatoria per pagare i costi del soccorso. Dopo Covid, tanta gente ha scelto la montagna, ma tutti vanno nelle stesse mete come Braies, Tre Cime o Sorapis. Non è cambiato niente, un posto diventa commerciale e diventa come essere in spiaggia. Ci sono zone magnifiche, ma le persone devono ragionare perché vuol dire aver capito poco se si va a fare le file in montagna".

 

Una vita non semplice nel punto più alto delle Dolomiti ma alla quale il rifugista non vuole rinunciare. "A me piace stare in montagna, alzarmi la mattina presto, guardare le albe e i tramonti, restare in solitudine. Mi stava stretto passare tutta la mia vita in fabbrica. Adesso mi aspettano 120 giorni di fila in cui lavoro tutti i giorni. Però fuori stagione ho il tempo di viaggiare, questo è molto differente dal lavorare in fabbrica", conclude Budel.

Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato
In evidenza
Cronaca
22 gennaio - 18:19
Claudio Cia ha mostrato, dati alla mano, che dal 2019 al 25 ottobre 2024, ben 790 infermieri e 447 medici hanno deciso volontariamente di lasciare [...]
Sport
22 gennaio - 17:53
Nella due giorni che ha rappresentato anche il test event delle Olimpiadi di Milano Cortina 2026, le due azzurre hanno incantato: "Però è troppo [...]
Montagna
22 gennaio - 15:55
I ragazzi avevano deciso di affrontare una pista chiusa (al buio) e hanno finito per farsi male. Dopo essere stati soccorsi, i due sono stati [...]
Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato