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PODCAST. Dal villaggio olimpico alla pista da bob, Guarda sulle Olimpiadi: "Si superi l'orgoglio politico e si vada a Innsbruck. Molte opere senza utilità per la comunità"

La consigliera regionale in Veneto di Europa Verde Cristina Guarda ospite di "Da quassù", il podcast de Il Dolomiti realizzato da Marta Manzoni. Il tema della puntata sono le Olimpiadi Milano-Cortina 2026 e alcune opere controverse

Pubblicato il - 01 ottobre 2023 - 21:40

CORTINA D'AMPEZZO. La pista da bob, il villaggio olimpico e la variante di Cortina. Queste alcune delle opere più controverse in ottica Olimpiadi 2026. "E' anche il Cio che chiede di valutare gli impianti già esistenti. Si deve pensare a una collaborazione internazionale". A dirlo è Cristina Guarda, consigliera regionale del Veneto in quota Europa Verde. "Lo Sliding center è insostenibile per il consumo di acqua, circa 22 milioni di litri d'acqua e per il taglio di quasi 3 ettari di lariceto che ha più di 150 anni. Questo si affianca al rischio economico legato alle perdite di gestione. L'impianto di Innsbruck perde 500 mila euro all'anno, oggi si potrebbe destinare il 10% di quanto si spenderebbe in Italia, circa 12,4 milioni, per andare in Austria".

 

La realizzazione della pista da bob è sempre più a rischio. Non solo per i problemi per la gara d'appalto che non si è sbloccata ma anche perché il governo nazionale non esclude soluzioni diverse (Qui articolo). Il costo dell'opera è lievitato a 120 milioni con ripercussioni anche sul futuro con centinaia di migliaia di euro all'anno a carico dei territori solo per mantenerla in funzione. Da questi dati domenica 24 settembre è stata organizzata una grande manifestazione che ha portato le ragioni del ''no'' direttamente a Cortina (Qui articolo).

 

"Si deve superare l'orgoglio politico per un uso responsabile delle risorse, soprattutto nelle zone montane", ribadisce Guarda, ospite della nuova puntata di "Da Qassù", il podcast de il Dolomiti realizzato da Marta Manzoni. "Queste idee sono state ribadite nella manifestazione 'Ultima chiamata', un evento andato davvero bene: tantissime le persone che hanno partecipato. Un'iniziativa nata da una condivisione in amicizia tra cittadini attivi e associazioni. Il desiderio era di lanciare un'ultima possibilità prima che le istituzioni decidessero a scapito dei territorio. I 120 milioni possono essere spesi per qualcos'altro e la soluzione di Innsbruck sarebbe economicamente e ambientalmente più sostenibile".

 

Non solo la pista da bob. Ci sono anche altri nodi nel dossier olimpico sul territorio bellunese. Per esempio il villaggio olimpico di Fiames. "Il costo - evidenzia Guarda - è di 40 milioni a carico della Regione. Se non si organizzano le gare di bob, inoltre la struttura costerebbe circa 15 milioni in meno. Un'opera temporanea che verrebbe rimossa post evento e che sorge sul greto di un fiume. Ci sarebbe invece l'occasione di recuperare un'area abbandonata come l'ex colonia Eni, una posizione sostenuta anche dalla Provincia di Belluno. Ma anche qui ci sono solo 'No' su tutti i fronti".

 

Poi nel mirino la variante di Cortina. "Abbiamo proposto, senza successo, che si puntasse sull'attivazione di tracciati ferroviari e sulla possibilità di puntare sul traporto pubblico locale", dice Guarda. "La città di Belluno soffre molto in quest'ultimo caso e anche adesso ci sono corse cancellate in continuazione. Ma ci sono una serie di tunnel e opere infrastrutturali che non portano un vantaggio alla comunità. Opere con impatti economici e sociali comunque notevoli".

 

L'Agenda olimpica del Cio richiede la sostenibilità economica, sociale e ambientale nell'organizzazione delle Olimpiadi ma "queste direttrici - continua Guarda - non sono state rispettate e la Regione ha la responsabilità di non aver coinvolto i territori. Gli studi necessari per numeri e dati sulle fattibilità delle opere non sono arrivati e sono stati pubblicati in forte ritardo. Il commissariamento impedisce poi la partecipazione decisionale dei cittadini. Non c'è una valutazione strategica, richiesta dal Comitato olimpico internazionale. I Giochi di Milano e Cortina non rispettano in primis il principio di sostenibilità sociale, nessuno a Cortina fin dal 2018 è stato informato adeguatamente".

 

Ma quale futuro per i Giochi a cinque cerchi? "Serve un ragionamento complessivo sull'edizione invernale e le Olimpiadi andrebbero organizzate dove la stagione fredda può essere adeguata agli standard. L'Italia, per esempio, trascorre un periodo difficile per gli effetti della crisi climatica. Ci sono Paesi che non sono più adeguati a ospitare questi eventi che però coprono l'assenza di politiche pubbliche per il rilancio della montagna", conclude Guarda.

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