Contenuto sponsorizzato

PODCAST. Crisi climatica e attivismo: "L'ecoansia? Mi è sembrato che mi cascasse il mondo addosso. Noi giovani dobbiamo conviverci", Adele Zaini ospite a "Da quassù"

Laureata in fisica, appassionata di montagna, attivista per il clima e per le terre alte e in procinto di iniziare un dottorato in Ecological Climatology all’Università di Oslo, Adele Zaini racconta l'emergenza climatica ai microfoni di "Da Quassù", il podcast de il Dolomiti con Marta Manzoni

Pubblicato il - 20 agosto 2023 - 19:26

TRENTO. Ecoansia, cambiamenti climatici, politica, attivismo e montagna. Nella terza puntata del podcast “Da quassù”, Marta Manzoni ospita Adele Zaini, laureata in fisica, appassionata di montagna, attivista per il clima e per le terre alte, in procinto di iniziare un dottorato in Ecological Climatology all’Università di Oslo.

 

Cos’è l’ecoansia? “La paura generata dalla consapevolezza degli effetti e dei danni causati dal cambiamento climatico", spiega Zaini. "E' una sensazione diffusa, io stessa l’ho provata per la prima volta nel 2018 e mi è sembrato che mi cascasse il mondo addosso. D’altra parte è una realtà con cui noi giovani dobbiamo convivere: non vivremo nello stesso mondo in cui hanno vissuto i nostri genitori e i nostri nonni, la nostra vita sarà completamente diversa. Non dobbiamo però farci immobilizzare dall’ansia: dobbiamo usarla come spinta per attivarci ed uscire dalla nostra comfort zone. Non abbiamo più tempo per i compromessi”.

 

In Italia purtroppo c’è la tendenza a considerare allarmismo la discussione sul cambiamento climatico. “Sì, qui viene spesso percepito come un problema di opinione, tanto che in certi talk show di dubbia qualità vengono invitate persone assolutamente prive di qualsiasi competenza in materia a discutere con scienziati che a questo tema hanno dedicato la propria vita. Come se stessero sullo stesso piano. È più o meno l’equivalente di invitare un terrapiattista alla lezione sul sistema solare: è solo controproducente. L’emergenza è reale, non è un’opinione, dobbiamo smettere di metterla in dubbio e cominciare ad agire”.

 

La politica però non sembra muoversi in questa direzione, o almeno, non tutta insieme. Recentemente il presidente Mattarella ha avvertito della necessità di aumentare gli sforzi in questa direzione, eppure la presidente Meloni, subito dopo, ha tagliato i fondi ad alcuni progetti del Pnrr per contrastare il cambiamento climatico. “Questo è un problema di fondo della nostra politica: i nostri governi ragionano sul breve periodo perché sono così instabili che potrebbero cadere da un giorno all’altro e vivono quindi in un perenne stato di campagna elettorale, spianando la strada al populismo. Questo vuol dire anche che non sono in grado di prendere le decisioni impopolari di lungo periodo necessarie a combattere veramente la crisi. Questa dovrebbe essere la priorità della politica, anche perché senza un pianeta vivibile discutere del resto è abbastanza inutile”.

 

Qualcuno prova a fare qualcosa, anche se con gesti talvolta considerati estremi. Parliamo degli attivisti di “Ultima generazione”. “Sono dei giovani attivisti che fanno disobbedienza civile allo scopo di scuotere la società, perché è dal 1800 che si sa del cambiamento climatico e ancora non si fa nulla. C’è una differenza tra legale e legittimo, com’è stato dimostrato nella storia da Martin Luther King o dalle suffragette, e quello che fanno questi attivisti è la stessa cosa. Loro stanno dalla parte giusta della storia. D’altra parte a un’estrema inazione si risponde con azioni estreme”.

 

Ma parliamo di montagna. “Si tratta senza dubbio di un ecosistema che reagisce velocemente ai cambiamenti climatici, basti pensare a quanto velocemente si stanno sciogliendo i ghiacciai. Sono oggetto sia di problematiche locali (consumo di suolo, impianti…) sia di problematiche esterne, che hanno ripercussioni sulla montagna ma non si originano lì. Cosa possiamo fare? Questa è la domanda che sorge spontanea. Non esiste un modo corretto o sbagliato di fare attivismo, bisogna solo attivarsi, uscire dalla propria comfort zone. Le azioni individuali sono necessarie, ma non sufficienti, dobbiamo fare di più. Fate pressione sui politici perché perseguano delle politiche veramente green; votate partiti a favore della decarbonizzazione e dell’adattamento; state attenti agli acquisti: chiedetevi sempre se ne avete veramente bisogno e se potete comprate usato; informatevi e informate gli altri. Il nostro mondo sarà completamente diverso, dobbiamo metterci tutti in azione perché serviamo tutti e tutte per contrastare l’emergenza”.

 

Per Adele Zaini il futuro prevede ancora tanto attivismo. “Continuerò a parlare dell’argomento, diffondendo il più possibile l’informazione. Se poi volete segnarvi delle date in calendario, i primi di settembre sarò in Val d’Ossola per gli Stati generali del clima, ovvero un incontro atto a creare rete tra le realtà attiviste in Italia e redigere un documento con le richieste per effettuare la transizione ecologica. Il 15 invece mi trovate allo Sciopero Globale per il Clima. Siete tutti i benvenuti perché è proprio in piazza che scriviamo la storia”.

Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato
In evidenza
Ambiente
22 gennaio - 20:00
Luca Mercalli a il Dolomiti: "Le autorità cinesi si muovono in modo pragmatico, ma se Trump deciderà di tagliare gli investimenti in tecnologia [...]
Cronaca
22 gennaio - 20:22
E' stato un vero e proprio tentativo di "raid" quello operato da uno o più malviventi, che nella mattinata di oggi - mercoledì 22 gennaio - ha [...]
Cronaca
22 gennaio - 18:19
Claudio Cia ha mostrato, dati alla mano, che dal 2019 al 25 ottobre 2024, ben 790 infermieri e 447 medici hanno deciso volontariamente di lasciare [...]
Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato