Dopo il fallimento degli impianti, Gaver è rinato grazie allo sci di fondo e lo scialpinismo: ''Abbiamo puntato sulla passione e sulle nostre forze''
La piana del Gaver da circa 10 anni, complice la crisi irreversibile sul fronte degli impianti, ha scelto di puntare sulla Slow snow: sci di fondo, ciaspole e scialpinismo: "Quest'anno c'è stata una grande partecipazione e siamo molto soddisfatti"
BRENO. "Non sono mancate le difficoltà a causa Covid e delle varie crisi", spiega Lorenzo Pizzini, trentino di Storo e maestro della scuola sci fondo piana del Gaver. "Ma già da qualche anno la grande spinta dei gestori sta portando risultati di rilievo, i prezzi sono competitivi e la località è paesaggisticamente molto bella".
La piana del Gaver in Lombardia da circa 10 anni, complice la crisi irreversibile sul fronte degli impianti, ha scelto di puntare sulla Slow snow: sci di fondo, ciaspole e scialpinismo. Una località posizionata a quota 1.500 metri sul territorio di Breno ma a soli 13 chilometri da Bagolino tra la val Sabbia e la val Camonica e nel parco naturale dell'Adamello Brenta.
"Il lavoro è cresciuto negli anni e anche durante le settimana il flusso di frequentatori è in costante aumento: quest'anno c'è stata una grande partecipazione e siamo molto soddisfatti", continua Pizzini. "C'è una rete importante tra noi operatori per migliorare l'offerta e i servizi ogni stagione".
Gli operatori rimasti non si sono, infatti, arresi e hanno cercato altre strade per restare attivi. Oggi la piana del Gaver si è ritagliato il suo spazio, un turismo di nicchia che inizia a portare risultati interessanti nella stagione invernale mentre il periodo estivo è molto forte con le proposte outdoor, trekking in particolare.
Dopo la chiusura degli impianti datata 2013, il Gaver non ha alzato bandiera bianca ma si è riconvertito e con un paio di strutture ha resistito. "Ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo puntato sulla nostra passione per cercare di rilanciare questa realtà e ogni anno abbiamo investito nei servizi", dice Stefano Marca, titolare del Blumon Break: "Oggi abbiamo un piccolo noleggio e altre proposte. La nostra stazione è piccola ma i numeri sono importanti con trend di crescita interessanti".
Oggi Vanessa Marca, figlia del gestore del Blumon Break, è per esempio atleta della Nazionale italiana di scialpinismo. "C'è in generale un'attenzione diversa verso la nostra realtà - evidenzia il titolare dell'esercizio - un ritorno a livello di immagine con riviste di settore che si interessano al Gaver, come recentemente Skialper, ma soprattutto abbiamo avvicinato tanti giovani e ragazzi a queste discipline di nicchia. Poi la stagione estiva va molto bene e il passaggio dell'ultimo Giro d'Italia è stato un volano importante. Siamo soddisfatti e l'intenzione è quella di investire ancora di più".
E' chiaro che lo sci alpino genera un altro tipo di indotto, ma in alcuni casi le alternative funzionano, anche bene. E il Gaver può festeggiare una stagione molto positiva. "C'è stata una tenuta delle temperature - spiega Maurizio Zanetti, titolare della Locanda Gaver - anche se queste ultime giornate è stato molto caldo. Comunque l'apertura delle piste è garantito, la qualità dei tracciati è ottima e curata quotidianamente. Speriamo possa arrivare qualche perturbazione per abbellire il paesaggio. La stagione fino adesso è stata davvero ottima, si raccolgono i risultati di anni di grande impegno e un lavoro di squadra".
Un rilancio dell'ex stazione sciistica bresciana targato in particolare Blumon Break, Locanda Gaver e scuola sci di fondo. "Ci arrangiamo con le nostre forze e investiamo sempre per migliorare i servizi. Servirebbe un aiuto in più ma siamo soddisfatti perché si vedono i riscontri, proseguiamo lungo questa strada e speriamo che qualche altro investitore decida di puntare sul nostro territorio", conclude Zanetti.