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Di croci in vetta e disinformazione, Pietro Lacasella e la ''gogna mediatica'' che lo ha travolto. Ecco "Da quassù", il nuovo PODCAST de "il Dolomiti"

Il primo episodio di "Da quassù" vede protagonista Pietro Lacasella, ex curatore de Lo Scarpone, il portale online del Cai, finito nel cuore di una tempesta mediatica per la questione delle croci di vetta

Pubblicato il - 06 agosto 2023 - 19:58

TRENTO. La disinformazione? “Nasce dall'ambiguità, che diventa terreno fertile per quei siti di informazione interessati più a giocare sull'indignazione e sullo scalpore che non a riportare notizie in modo oggettivo”. A dichiararlo Pietro Lacasella, antropologo, scrittore, ex curatore dello Scarpone, il portale online del Club alpino italiano, nel nuovo podcast “Da quassù”, realizzato dalla giornalista Marta Manzoni che ha collaborato con varie testate, da Mediaset e a Sky passando per quelle più specifiche legate alla montagna e che da oggi potrete ascoltare sul giornale Il Dolomiti. Ogni settimana il podcast racconterà la montagna a 360 gradi, dando voce a chi la vive e la studia e la ama, per offrire diverse prospettive sulle terre alte.

La prima puntata è dedicata a sviscerare la vicenda, diventata caso mediatico, delle croci in montagna. È la storia di una “tempesta perfetta”. “Proprio perché nata dall'ambiguità e dalla furbesca manipolazione di alcune dichiarazioni” spiega Lacasella che al termine di questa brutta storia si è dimesso dal suo ruolo nel Cai assieme al direttore editoriale dello Scarpone e responsabile cultura del Cai Marco Albino Ferrari.

 

Come abbiamo scritto anche noi (vedi articolo qui) si è partiti da un ''il Cai dice preserviamo le croci che ci sono ma valutiamo con attenzione il porne di nuove'' (e dall'articolo firmato da Lacasella su Lo Scarpone dove riportava proprio quanto detto da Marco Albino Ferrari) a un ''il Cai non vuole nuove croci in vetta'' ripreso dai primi giornali per arrivare a ''il Cai vuol togliere le croci in vetta'' rimbalzato sulla stragrande maggioranza degli organi di informazione.

 

Da qui il carico da novanta lo ha posto la ministra Santanchè con questo intervento: ''Resto basita dalla decisione del Cai di togliere le croci dalle vette delle montagne senza aver comunicato nulla al ministero. Non avrei mai accettato una simile decisione". I vertici del Cai non hanno difeso i loro collaboratori, a quel punto, ma si sono scusati con la ministra ribadendo che quella non era l'opinione del Club alpino nazionale e così a chi era stato trascinato in questa assurda vicenda non è rimasto che dare le dimissioni.

 

La comunicazione manipolata – aggiunge Lacasella nell'intervista - si può esaurire in poche ore, creando comunque scompensi a livello sociale oppure, come accaduto in questo caso, viene sfruttata dai politici che hanno fiutato una notizia su cui speculare e che si nutrono dell'indignazione popolare”. Il risultato? “Una gogna mediatica nei miei confronti” prosegue Lacasella, che si è dimesso dal Cai e dalla direzione de Lo Scarpone. Ma dalla tempesta perfetta si può uscire o, meglio, la si può evitare. In che modo? “Approfondendo le notizie per non perdere l'equilibrio della complessità del mondo. Evitiamo facili giudizi quando non conosciamo tutti gli elementi”.

 

Intanto Pietro Lacasella guarda al futuro: un futuro collettivo “in cui le vette siano territorio neutro, capace di avvicinare culture”; e un futuro personale, in cui “scrivere e andar per monti”.

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