"Serve un cambio di paradigma nello sfruttamento delle risorse montane", la FederBim sull'energia idroelettrica: "Serve un'alleanza tra pubblico e privato"
Al convegno organizzato da FederBim sull'energia idroelettrica, Marco Percoco dell’Università Bocconi: "Nei prossimi anni si aprirà una finestra importante di opportunità sia per i territori che per gli operatori. Necessario avere strategie chiare e idee innovative, per migliorare la qualità della vita"
TRENTO. "Il punto di sintesi è innanzitutto legato alla necessità di un cambio di paradigma nello sfruttamento delle risorse montane per la produzione di energia rinnovabile", così a margine del convegno organizzato da Federbim (la Federazione nazionale dei Consorzi di bacino imbrifero montano) Claudio Cortella, già presidente del Consorzio Bim del Chiese di Trento e da poco membro del Consiglio d'amministrazione di Dolomiti Energia. "Un’alleanza che poggia sulla volontà diffusa di fare rete: lavorare cioè sull’alleanza tra imprese e istituzioni per il futuro dell’idroelettrico".
E di sintesi tra interessi pubblici e privati ha parlato anche Donatella Eleonora Bandoli, dirigente Arpae Emilia-Romagna, secondo cui “questa è una sfida che può essere vinta solo se saranno coinvolti tutti i soggetti interessati”. Di vivacità di pensiero, di prospettive e proposte ha parlato anche la giornalista del Sole 24 Ore Flavia Landolfi, moderatrice dell’incontro, che ha voluto sottolineare come dal convegno siano emersi importanti spunti per il futuro al fine anche di trovare una soluzione di regolazione dei rapporti che accolga le istanze di ciascun attore coinvolto in una prospettiva di bene comune.
“Il momento per questo salto è maturo", le parole di Marco Percoco dell’Università Bocconi. "Nei prossimi anni si aprirà una finestra importante di opportunità sia per i territori che per gli operatori”. Necessario dunque avere “strategie chiare e idee innovative, per migliorare la qualità della vita”.
“Il tema della relazione tra energia e comunità va ripensata anche alla luce delle sfide che oggi sono tante e che interrogano direttamente i territori”, conclude la ricercatrice Patrizia Cappelletti, “dalla dimensione demografica a quella ecologica fino alla questione digitale e tecnologica. Ripensare dunque il tema in chiave di alleanza-ha concluso-significa riconoscere la relazione tra i diversi attori sociali. Questa è la chiamata a un nuovo dialogo”.