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“Risorse necessarie per accompagnare la transizione all'elettrico”. Crisi automotive, sciopero generale del settore: “Diverse fabbriche trentine coinvolte”

La manifestazione è in programma il 18 ottobre a Roma: nella capitale anche una delegazione trentina per chiedere “politiche industriali lungimiranti da parte del governo e dell'Europa, ma anche della nostra Provincia”

Di F.S. - 16 ottobre 2024 - 11:06

TRENTO. La forte frenata del mercato delle auto elettriche, con le vendite ferme al palo e gli effetti (pesantissimi) su un gigante del settore come Volkswagen, la mancanza di investimenti, le delocalizzazioni e l'assenza di un'efficace politica industriale a livello italiano (e non solo): sono molti i punti messi sul tavolo dai sindacati in vista dello sciopero generale dell'automotive, in programma per il 18 ottobre. Nella giornata di venerdì nella capitale scenderanno in piazza Fiom, Fim e Uilm e alla manifestazione, dicono le sigle trentine, parteciperà anche una nutrita delegazione di tute blu dalla nostra Provincia.

 

L'automotive in Europa – scrivono i sindacati – sta vivendo una fase di profondissima difficoltà, ma è nel nostro Paese, in particolare, che si vedono gli effetti più drammatici di anni di assenza di una politica industriale, di disinvestimenti, delocalizzazioni, vendita delle società a proprietà estere che a quanto pare non hanno interesse a mantenere le produzioni in Italia. Quella che una volta era la gloriosa industria dell'auto italiana, con marchi importanti come Fiat, Alfa Romeo, Lancia, Maserati, sta scomparendo del tutto”.

 

A questo, come anticipato, per le sigle si somma quanto sta accadendo in Germania: “Con la crisi del gruppo Volkswagen, che rischia di produrre un terremoto per tutta l'industria dell'automotive del continente, schiacciata dalla forza di Usa e Cina, che hanno saputo anticipare la transizione difendendo le loro industrie e con fortissimi investimenti. Sono urgenti risposte da parte dell'Unione europea, così come da parte del governo italiano e soprattutto da parte di Stellantis, che ha totalmente disatteso le promesse d'investimento pur ribadite a più riprese”.

 

In Trentino sono diverse le aziende che lavorano, almeno in parte, per l'industria dell'automobile e che sono dunque coinvolte nella mobilitazione. “Venerdì – dicono ancora i sindacati – le maestranze degli stabilimenti coinvolti (Mahle componenti motori Italia, Omr Rovereto, Girardini, Sapes) incroceranno le braccia, ma sciopereranno con loro, in solidarietà, anche altre realtà: Sandvik, che è fornitrice di utensili per Stellantis; e Dana, che sta subendo un forte rallentamento degli ordini e ha già chiuso numerosi contratti di somministrazione”.

 

“Senza politiche industriali da parte del Governo e dell'Europa, ma anche della nostra Provincia – dichiarano Michele Guarda, Luciano Remorini e Willj Moser, segretari generali rispettivamente di Fiom, Fim e Uilm del Trentino – e senza investimenti delle imprese, rischiamo di imboccare una china pericolosa per la tenuta di tutto il sistema. Non è accettabile che si distribuiscano miliardi di dividendi ed al contempo si licenzino i lavoratori, delocalizzando le produzioni”. Tra i punti critici in questo momento, dicono in conclusione i sindacati, la gestione della transizione ecologica e tecnologica, con particolare riguardo al mondo delle auto elettriche.

 

L'Europa e il nostro Paese – dicono le sigle – devono stanziare tutte le risorse necessarie per accompagnare la transizione ecologica e tecnologica, in particolare la transizione alla mobilità elettrica, salvaguardando l'occupazione anche attraverso il blocco dei licenziamenti, la formazione, gli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro, la riduzione dell'orario di lavoro. Non si può accettare una transizione contro il lavoro”.

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