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Le Acli dicono "No" agli hotel 5 stelle nelle aree agricole di pregio: "Un’ulteriore offesa alla cultura della concertazione e della gestione partecipata del territorio"

Le Acli intervengono sulla norma che punta a consentire la costruzione di alberghi a 5 stelle nelle aree agricole di pregio: "Non si capisce il significato di scelte che prevedono un’ulteriore espansione urbanistica e il consumo di territorio"

Pubblicato il - 10 luglio 2024 - 18:59

TRENTO. "Un’ulteriore offesa alla cultura della concertazione e della gestione partecipata del territorio", le Acli dicono "No" e alla norma che punta a modificare la "Legge per il governo del territorio" e consentire così la costruzione di alberghi a cinque stelle nelle aree agricole di pregio. Una bocciatura per la Provincia.

 

L’introduzione delle 'invarianti' nelle politiche di pianificazione urbanistica della Provincia di Trento, "scelte che permangono nel tempo poiché i loro contenuti sono considerati essenziali per la comunità come nel caso della salvaguardia dei terreni agricoli di pregio, presuppone l’assegnazione di un valore paesaggistico, culturale e quindi anche economico al territorio coltivato", dicono Luca Oliver e Matteo Trentinaglia, rispettivamente presidente di Acli trentine e presidente di Acli Terra. "Questa scelta operata nel passato assume il significato di una eredità positiva e di una sorta di patto di responsabilità delle attuali generazioni nei confronti di quelle future affinché ai giovani di domani siano garantiti analoghi spazi e risorse di realizzazione umana e professionale".

 

Togliere questo vincolo, "principalmente all’interno di una legge di assestamento di bilancio - aggiungono Oliver e Trentinaglia - equivale alla volontà di smantellare pezzo per pezzo la logica e i contenuti della pianificazione urbanistica, riducendo le decisioni in materia di gestione del territorio a singoli episodi avulsi da una visione complessiva sia dal punto di vista socio economico che di tutela dell’ambiente".

 

La domanda riguarda quale tipo di turismo e di territorio si vuole. "Se il nostro modello di accoglienza, come è dimostrato dalle campagne promozionali di Trentino Marketing, sembra orientato alla sostenibilità così come alla vacanza attiva e all’esaltazione delle peculiarità paesaggistiche e gastronomiche, non si comprende quale significato assumano scelte che prevedono un’ulteriore espansione urbanistica e il consumo di territorio pregiato", proseguono le Alci. "La logica richiederebbe, specie in relazione all’abbandono di svariate decine di vecchie strutture alberghiere, di operare per il recupero e la riqualificazione degli esercizi dismessi anche in relazione al bisogno di rigenerazione e rilancio di tante destinazioni turistiche indipendentemente dal fatto che si tratti o meno di alberghi a 5 stelle o di qualità inferiore".

 

Un tema che "risulta completamente estraneo alla scelta del legislatore riguarda inoltre l’impatto di queste scelte sulla comunità trentina. Quali sarebbero i soggetti destinatari di queste 'operazioni a cinque stelle'? Quali i loro effettivi legami con il territorio e le ricadute in termini economici ed occupazionali? L’esperienza dimostra come spesso il turismo, specie nei segmenti del lusso, possa trasformarsi in una sorta di attività 'fuori terra' senza alcun legame con la comunità dei residenti e soprattutto con la testa ed il portafoglio altrove. Non crediamo sia questo il modello al quale il Trentino debba ispirarsi e pertanto chiediamo che nel dibattito in Consiglio provinciale venga ritirata la proposta dell’esecutivo in oggetto e avviata semmai una seria riflessione sul ruolo del turismo e il futuro del nostro ambiente in relazione all’eccessivo consumo di suolo agricolo messo in atto negli ultimi decenni".

 

Il capitale più prezioso "rimane infatti quello paesaggistico, perso il quale non avremo più né turismo né sviluppo. È necessario pertanto rilanciare un modello economico che ricollochi il turismo e il settore alberghiero al centro degli interessi della comunità anche attraverso il rafforzamento dei legami e la collaborazione con il settore rurale e l’agriturismo in una logica complementare e sinergica. Natura, agricoltura e turismo dovranno camminare necessariamente insieme e solo in questo modo potremo costruire un Trentino coeso, solidale e competitivo. La qualità del turismo non può prescindere da una cultura del territorio che sappia coniugare gli interessi dell’ambiente con quelli della comunità e delle future generazioni", concludono Oliver e Trentinaglia.

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