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I cambiamenti climatici preoccupano i produttori di mele. Assomela: “In attesa di interlocutori da Bruxelles per affrontare importanti questioni europee”

Negli ultimi giorni l'ultima riunione della stagione del comitato marketing di Assomela, il consorzio dei produttori di mele italiani che rappresenta il 75% della produzione nazionale: “Il clima sta assumendo caratteristiche tropicali, e questo rappresenta un problema crescente che bisognerà affrontare in maniera compatta tra tutti gli attori della filiera”

Di MOb - 13 giugno 2024 - 13:19

TRENTO. Che i cambiamenti climatici implichino conseguenze pesanti sul territorio non è certo la prima o l'ultima volta che lo sentiremo dire: non sorprende che la questione del clima sia al centro anche delle preoccupazioni e dei dibattiti emersi durante l'ultima riunione della stagione del comitato marketing di Assomela, in cui martedì scorso si è fatto il punto sulla attuale situazione di mercato, sulle prospettive della prossima stagione commerciale e sulle principali tematiche che la caratterizzeranno.

 

Gli ostacoli climatici rappresentano un’ennesima sfida che il comparto melicolo italiano ed europeo stanno affrontando. Il clima sta assumendo caratteristiche tropicali, e questo rappresenta un problema crescente, che bisognerà affrontare in maniera compatta tra tutti gli attori della filiera, e che si ricollega direttamente alle tante discussioni che sono in atto a livello europeo.

 

Proprio rispetto a ciò, Assomela segue con interesse gli sviluppi post elettorali per capire chi saranno i futuri interlocutori a Bruxelles, nuovi o già conosciuti, con i quali affrontare importanti temi che vanno dalla razionalizzazione dell’uso dei prodotti fitosanitari, alla necessità di un coordinamento per l’utilizzo degli imballaggi, alle diverse situazioni di tensione a livello geopolitico, prima tra tutte la crisi sul Mar Rosso.

 

Importante tema di discussione è stato anche lo sviluppo della stagione corrente, che porterà all’apertura della nuova campagna commerciale a fine estate. Dopo le gelate tardive sofferte in aprile, il maltempo non ha dato tregua nelle principali aree di produzione, portandosi dietro preoccupazioni per la qualità delle mele, che non hanno potuto godere di una situazione ottimale durante lo sviluppo del fiore prima e del frutto poi, e che si affianca al calo di produzione per la prossima stagione, soprattutto in Trentino-Alto Adige.

 

Per quanto riguarda le giacenze di mele italiane, all'1 giugno ammontano a 269.121 tons., uno stock che rappresenta il 14% della produzione conferita nel 2023, in linea con quanto registrato nelle stagioni passate e con i piani di decumulo. Le vendite di mele italiane per il mese di maggio a quota 178.200 tons sono superiori del 3% rispetto alla media degli ultimi cinque anni, favorite dalle temperature non particolarmente primaverili di questo periodo.

 

Le vendite di Golden sono state fluide nel mese di maggio superando del 19% le vendite dello stesso mese dello scorso anno. Il mercato delle varietà rosse e bicolori sta funzionando bene. In particolare, sono estremamente bassi gli stock per la Red Delicious, la cui giacenza è di 3.822 tons, inferiore del 57% rispetto allo stock dello scorso anno.

 

Buone performance anche per la varietà Granny Smith, per la quale rimane in stock solo il 9% della produzione. Le giacenze di Fuji sono quasi azzerate, con solo il 2% di quanto conferito rimasto in cella.

 

Assomela s.c. è il Consorzio delle Organizzazioni di Produttori di mele italiani che rappresenta il 75% della produzione melicola nazionale, a cui si associano le OP VOG (Marlene), VIP (Val Venosta), il Consorzio From e VOG Products della Provincia di Bolzano, Melinda, La Trentina e Mezzacorona della Provincia di Trento, Melapiù della Regione Emilia-Romagna, Rivoira, Lagnasco, Joinfruit e Gullino della Regione Piemonte, Melavì della Regione Lombardia e Frutta Friuli Sca della Regione Friuli-Venezia Giulia.

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