Fa discutere la proposta di patente a punti nell'edilizia, la Federazione medie e piccole imprese del Trentino Alto Adige: "Rischia di essere un buco nell'acqua"
Il responsabile della Federazione Medie e Piccole Imprese del Trentino Alto Adige, Salvatore Grimaldi: "Per una grande percentuale di lavoratori provenienti da altri Paesi, la barriera linguistica rappresenta un ostacolo significativo. Senza un'adeguata comprensione delle regole e delle norme, la patente a punti rischia di essere inefficace"
TRENTO. Fa discutere la prima bozza della patente a punti nel settore dell'edilizia. Una misura presentata dalla ministra Marina Calderone alle parti sociali e inserita nel decreto Pnrr. Un provvedimento, atteso da 16 anni, che genera un acceso dibattito tra i sindacati e gli esperti del comparto.
"Il ministero e i sindacati dibattono su come valorizzare percorsi positivi e promuovere la qualificazione delle aziende attraverso la patente a punti", spiega Salvatore Grimaldi, responsabile della Federazione Medie e Piccole Imprese del Trentino Altro Adige. "Ma ci si dimentica che per molti lavoratori stranieri il primo ostacolo è la difficoltà di comprendere la lingua italiana. Un aspetto cruciale che sembra essere stato trascurato, ancora una volta, in questa discussione. Per una grande percentuale di lavoratori provenienti da altri paesi, la barriera linguistica rappresenta un ostacolo significativo. Senza un'adeguata comprensione delle regole e delle norme, la patente a punti rischia di essere inefficace".
La Federazione regionale medie e piccole imprese ha come obiettivo quello di promuovere l’attività di ricerca e lo studio delle problematiche del lavoro con particolare riguardo all’analisi dei fabbisogni di formazione per quanto riguarda salute e sicurezza sul lavoro, assistendo le imprese nell’attuazione degli adempimenti di legge.
"E sempre in tema di sicurezza - aggiunge Grimaldi - oggi le imprese vanno sempre più affiancate e supportate anche nella salvaguardia ambientale dei luoghi di lavoro perché stanno cambiando le modalità e le esigenze".
Per Grimaldi ancora una volta non si investe su quelle che dovrebbero essere “adeguate e indispensabili misure aggiuntive per garantire una formazione prima dell’accesso al lavoro. Senza una padronanza sufficiente della lingua, la formazione diventa inefficace e la possibilità di apprendere le norme di sicurezza sul lavoro è compromessa”.
Insomma andrebbe fatto un passo indietro, o meglio, allargato lo sguardo. “Bene che finalmente ci sia un sistema di certificazione per imprese e lavoratori autonomi nei cantieri mediante rilascio di una patente a punti, con decurtazione punti o sospensione nel caso di incidenti – prosegue Grimaldi – ma senza un'adeguata comprensione delle regole e delle norme, la patente a punti rischia di essere inefficace e si continuerà a mettere a rischio la sicurezza sul posto di lavoro”.
Quali soluzioni? Per la Federazione medie piccole imprese è cruciale rivedere il sistema Sicurezza sul Lavoro.
"La patente a punti deve tener conto delle sfide specifiche che i lavoratori italiani e stranieri affrontano. Troppo poco si è fatto finora in questo senso – conclude Grimaldi - e questa problematica non può essere messa in secondo piano. È responsabilità del Ministero del Lavoro assicurare che la patente a punti sia equa ed efficace e tuteli i lavoratori, indipendentemente dalla loro origine o lingua madre. Solo così si potrà garantire un ambiente di lavoro sicuro e tutelare i diritti di tutti i lavoratori".