Evasione fiscale: Trentino e Alto Adige tra le regioni più fedeli al fisco, ma in Italia gli evasori sottraggono 84 miliardi all'anno
In Trentino la percentuale di evasione fiscale si attesta all' 8,6% mentre in Alto Adige la percentuale scende al 7,7%, a fronte di una media italiana pari all' 11,2%. La Cgia: "Con 190 banche dati il fisco controlla oltre 43 milioni di contribuenti, come mai l'evasione è così elevata?"
TRENTO. Le provincie di Trento e Bolzano sono tra le più fedeli al fisco in Italia: a sottolinearlo è l'ufficio studi della Cgia (Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre) nell'ambito di una più elaborata analisi su scala nazionale in merito all'evasione fiscale e basata sui dati forniti dal Ministero dell'economia e delle finanze.
Nello specifico, in Trentino la percentuale di evasione fiscale si attesta infatti all' 8,6% mentre in Alto Adige la percentuale scende al 7,7%, a fronte di una media italiana pari all' 11,2%.
Allargando lo sguardo, l'analisi evidenzia una situazione nella penisola tutt'altro che rosea, con gli evasori fiscali che sottraggono all'anno, con gli ultimi dati che si riferiscono al 2021, circa 84 miliardi di euro.
Nel dettaglio, se in termini assoluti il mancato gettito interessa le regioni più popolate – come la Lombardia, il Lazio, la Campania e il Veneto, che sono anche quelle dove la concentrazione delle attività economiche è maggiore – in termini percentuali, ottenuti grazie al rapporto tra l’importo evaso ogni cento euro di gettito tributario incassato, emerge invece che la propensione all'evasione investe soprattutto le regioni del Mezzogiorno: la Calabria è in testa alla classifica con una percentuale del 18,4% e seguono la Campania al 17,2, la Puglia al 16,8 e la Sicilia al 16,5.
Venendo al numero dei contribuenti Irpef in Italia, questi sono oltre 43 milioni, dei quali poco più di 42 milioni persone fisiche e 1,3 milioni persone giuridiche.
In provincia di Trento e Bolzano, invece, sono rispettivamente 440.957 e 437.198, mentre in quella di Belluno sono 164.932, con in testa alla particolare classifica la provincia di Roma con i sui 2,9 milioni di contribuenti e a seguire Milano (2,4) e Torino e Napoli che si attestano entrambe a 1,6 milioni.
Tornando all'evasione fiscale, Cgia spiega come l'amministrazione finanziaria italiana disponga di 190 banche dati collegate direttamente tra loro, archivi che “raccolgono un numero di dati che se, opportunamente incrociati, potrebbero determinare con grande precisione la fedeltà fiscale di ogni contribuente”.
La domanda, posta dall'ufficio studi dell'organizzazione sindacale e che ha il sapore della provocazione, è questa: “Se l'Amministrazione del fisco possiede un’anagrafe tributaria così particolareggiata, come mai la dimensione economica dell’evasione fiscale in Italia rimane ancora molto elevata?”
"Se il fisco dispone di 190 potenziali cartelle per ogni contribuente che messe assieme consentono di fotografare con precisione la capacità reddituale, i consumi e il livello di ricchezza di ogni italiano - specifica Cgia - non dovrebbe essere molto difficile stanare chi non paga e nulla dovrebbe sfuggire alle maglie del nostro sistema tributario. A una condizione, che l’operazione non avvenga al di fuori dei circuiti legali. Altrimenti, pare di capire, non c’è banca dati che tenga: l’evasore ha ottime possibilità di rimanere impunito".
L'associazione specifica poi come queste banche dati non abbiano come unico obiettivo quello di consentire di contrastare l’infedeltà fiscale, e che sono strumenti che servono anche ad elaborare analisi economiche e statistiche molto complesse, stimando gli effetti delle politiche fiscali in corso in uno scenario caratterizzato da fenomeni sempre più interconnessi.
"Tuttavia, se l’evasione fiscale è uno dei principali problemi del Paese - viene rimarcato da Cgia - è evidente che questi strumenti dovrebbero costituire il cassetto degli attrezzi indispensabile per costruire un fisco più giusto e più equo".