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Economia in nero, in due anni in regione diminuita di oltre 110 milioni di euro. La Cgia: "Servono la riduzione del carico fiscale complessivo e un fisco più giusto ed equo"

L'analisi è stata effettuata sulla base dell'elaborazione dei dati Istat: in Trentino in due anni l'economia non osservata è diminuita del 4,4 per cento e in Alto Adige dell'1,9

Di F.Os. - 20 ottobre 2024 - 20:52

TRENTO. In Trentino Alto Adige, così come nel resto d'Italia ad eccezione del Molise, la dimensione dell'economia non osservata - composta da sottodichiarazione, lavoro irregolare a altre attività non dichiarate - è diminuita: a dirlo è l'ufficio studi della Cgia (Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre) sulla base dell'elaborazione dei dati Istat, disponibili a livello regionale fino al 2021 e confrontati con quelli relativi al 2019.

 

Venendo ai numeri, in provincia di Trento nel 2019 il dato relativo all'economia non osservata si attestava a 1,81 miliardi di euro ( 9,4% del valore aggiunto provinciale) e a due anni di distanza, nel 2021, questa è diminuita di 80 milioni (-4,4%) con un dato registrato di 1,73 miliardi, in dato percentuale l'8,9% del valore aggiunto provinciale. Guardando alla provincia di Bolzano, sempre nella stessa finestra temporale, il dato è passato da 1,9 miliardi di euro (8,2% di valore aggiunto) a 11,86 (8%), con una diminuzione di 36 milioni, corrispondente al -1,9% sul valore aggiunto.

 

Per quanto riguarda l'intera nazione, si è passati dai 203,074 miliardi del 2019 ai 192,042 del 2021, con una diminuzione registrata del 5,4%: le contrazioni più importanti, nel dettaglio, hanno riguardato il Lazio (-9,4%), la Toscana (-6,6%), la Lombardia (-5,6%) e la Campania (-5,3%).

Ma dove sono più diffusi la presenza di evasione, lavoro nero ed economia illegale? Ad essere specificato dalla Cgia è come ci siano due unità di misura per valutare il peso dell’economia non osservata: in valore assoluto o in termini percentuali sul valore aggiunto regionale. Se si fa ricorso alla prima modalità, il fenomeno si concentra nelle regioni settentrionali che tendenzialmente sono caratterizzate da un maggior numero di abitanti e con un livello di ricchezza prodotta molto superiore alla media. E infatti l’impatto più elevato del fenomeno si registra in Lombardia con 31,3 miliardi di euro, segue il Lazio con 20,9, la Campania con 18, il Veneto con 15 e l’Emilia Romagna con 14,8.

 

Diversamente, se si prende come parametro di riferimento l’incidenza percentuale sul valore aggiunto regionale (detto in modo più semplice il Pil) di quella che a tutti gli effetti può essere considerata una piaga sociale ed economica, la realtà più investita è la Calabria con il 19,2 %. Seguono la Campania con il 18%, la Puglia con il 17,6%, la Sicilia con il 17,3% e la Sardegna e il Molise entrambe con il 16,3 %.

 

Un altro dato positivo si osserva anche per quanto riguarda l'evasione fiscale: questa, intesa come imposte tasse e contributi non pagati, è infatti in calo.

 

"Secondo i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze, nel 2021 l’evasione tributaria e contributiva presente in Italia è scesa a 82,4 miliardi di euro – spiega la Cgia – di cui 72 riconducibili alle entrate tributarie e 10,4 ai contributi, e va segnalato che il dato complessivo rispetto al 2019 è diminuito di ben 17,8 miliardi, con una diminuzione del 17,8 %".

 

Ma quali sono sono gli strumenti che hanno assicurato questi ottimi risultati? In primo luogo l’applicazione della cosiddetta compliance (adempimento spontaneo degli obblighi tributari), poi l’introduzione della fatturazione elettronica e l’obbligo dell’invio telematico dei corrispettivi. In terzo luogo gli effetti dello split payment ( in caso di fatturazione nei confronti della Pubblica Amministrazione, quest’ultima trattiene l’Iva addebitata in fattura, provvedendo a versarla autonomamente all’erario) e del reverse charge (che fa ricadere gli obblighi Iva sul destinatario della cessione o della prestazione) per le aziende che operano, in particolare, nel settore delle costruzioni.

 

"Per contrastare maggiormente l’evasione bisogna continuare nella diminuzione del carico fiscale complessivo ed essere inflessibili con chi è completamente sconosciuto al fisco" conclude l'Associazione Artigiani e Piccole Imprese, che specifica: "Riteniamo che per ridurre l’infedeltà fiscale sia auspicabile mettere a punto in tempi rapidi un fisco meno aggressivo, più semplice, più trasparente e più equo, premiando chi produce, chi crea occupazione e genera ricchezza garantendo, allo stesso tempo, un gettito sufficiente a far funzionare la macchina dello Stato".

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