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L'inverno ai tempi di Covid, gli impiantisti: ''Calo del 20% ma la vera botta è la bolletta elettrica''. Le Apt: ''Gennaio meglio di Capodanno ma è una stagione di resistenza''

Il week end post Epifania chiude l'altissima stagione ai tempi di Covid, i primi bilancio di un inverno comunque complicato: " A ogni modo si sono rotti gli schemi classici delle prenotazioni: il cliente non gioca comprensibilmente più d'anticipo e ci sono molto variabili tra norme e contagi. Le persone prenotano sempre più a ridosso dei giorni scelti per la vacanza"

Di Luca Andreazza - 09 gennaio 2022 - 20:47

TRENTO. "C'è una sostanziale soddisfazione per l'andamento delle festività con un buon tasso di riempimento delle nostre località e buoni risultati per gli impianti di risalita. Seppur non ai livelli pre-pandemia, siamo in linea con le previsioni". A dirlo Fabio Sacco, direttore dell'Azienda per il turismo val di Sole, mentre Valeria Ghezzi, presidente Anef, aggiunge: "L'avvio è stato davvero interessante, un trend simile a quello 2019/2020, poi dopo Natale è arrivata una batosta: forse si è recuperato qualcosa questa prima settimana di gennaio".

 

Il week end post Epifania chiude l'altissima stagione ai tempi di Covid. "E' andata abbastanza bene e questa indicazione emerge da una ricognizione con gli operatori della skiarea e con gli impianti. Nei prossimi giorni ci sarà un ulteriore confronto per approfondire le prossime strategie. C'è stato un forte momento di incertezza - dice Luca D'Angelo, direttore dell'Apt Dolomiti Paganella - per il cambio delle regole durante le festività ma anche per la crescita del contagio: tante disdette sono arrivate per positività oppure per le disposizioni di isolamento. Fino a Natale i risultati sono stati soddisfacenti, meglio poi gennaio rispetto a Capodanno: c'è stato un flusso più intenso". 

 

A fronte delle incertezze, la ripartenza è stata naturalmente attesissima dopo il blackout totale di 12 mesi fa. Dopo un'estate di ripresa, la flessione rispetto alle stagioni precedenti era in qualche modo inevitabile ma si è cercato di fare fronte a tutte le criticità tra protocolli, linee guida e investimenti per garantire la massima sicurezza. "C'è stato un grandissimo sforzo organizzativo delle società impianti e degli operatori per garantire la vacanza in sicurezza: gestione dei flussi, abbinamento Green pass allo Skipass, controlli e sensibilizzazione degli ospiti su mascherina e distanziamento". Dice Sacco, mentre Ghezzi prosegue: "Dobbiamo ancora elaborare i dati ma la prospettiva è quella di un -20% dell'afflusso a fine anno, un po' di margine è stato probabilmente recuperato a gennaio, però adesso ci sono ancora più incertezze, soprattutto legate al mercato estero".

 

Un calo gestibile per le società impianti dopo un inverno al palo? "Molte aziende hanno ricevuto i ristori il 29 dicembre e le conclusioni vengono fatte a fine stagione. Un'altra criticità è quella delle bollette: solo per dicembre si ipotizza un +130% dei costi e visto il ricorso dei sistemi di innevamento programmato ci potrebbe essere la necessità di dover accendere un mutuo solo per far fronte a questa situazione. Non ci sono rischi chiusure ma appare evidente che questo aspetto si inserisce in un quadro già molto complesso. Un costo dirimente, ancora più del calo degli sciatori. E si lavorerà per trovare un equilibrio di bilanci - evidenzia Ghezzi - anche se probabilmente serve un aiuto da parte delle istituzioni nazionali o locali".

 

Se storicamente le due settimane che si collocano dopo l'Epifania rappresentano un momento di bassissima stagione. Si cercherà di puntare sui week end, se accompagnati dal bel tempo, e di portarsi nel migliore dei modi a Carnevale. Ma è difficile fare valutazioni sull'immediato futuro. "I mercati stranieri sono un'incognita e ci sono molte disdette. Inoltre il contagio dilaga e si avverte un po' di paura. La notizia positiva è legata, per il momento, ai dati degli ospedali che sembrano reggere in questa fase così delicata", spiega ancora Ghezzi, mentre Sacco:  "Nelle prossime settimane siamo a macchia di leopardo, con strutture che lavorano bene e altre più in difficoltà. Certamente c’è grande incertezza, cancellazioni e prenotazioni last second: si dipende molto di più dal mercato straniero: pensiamo che con febbraio e marzo, compatibilmente con l’andamento della pandemia, si possa avere ancora soddisfazione".

 

Anche sulla Paganella non si azzardano proiezioni. C'è fiducia ma prevale in linea generale la cautela. "Un grande punto di interrogativo e fare previsioni è troppo complesso per gli scenari in evoluzione. A ogni modo si sono rotti gli schemi classici delle prenotazioni: il cliente non gioca comprensibilmente più d'anticipo e ci sono molto variabili tra norme e contagi. Le persone prenotano sempre più a ridosso dei giorni scelti per la vacanza: questo per quanto riguarda l'Italia che resta il nostro mercato principale. Più incertezza per gli arrivi da Polonia e Repubblica Ceca perché gli spostamenti sono più caotici. Comunque si resta attivi e si monitorano tutte le situazioni: dobbiamo ricordarci, purtroppo, il punto di partenza e questa è una stagione di resistenza", conclude D'Angelo.

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