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La sterlina ai minimi storici: dall'errore “da scolaro” del cancelliere Kwarteng allo slancio del dollaro, ecco cosa sta succedendo

Nella giornata di oggi la sterlina ha toccato i minimi storici rispetto al dollaro, avvicinandosi alla parità a quota 1,0327: sul Guardian lo storico giornalista economico Larry Elliott spiega cosa sta succedendo

Di Filippo Schwachtje - 26 settembre 2022 - 17:04

LONDRA. “La vendita selvaggia della sterlina sui mercati asiatici questa notte è un'ulteriore prova, dovessero servirne altre, che la fiducia nel nuovo governo di Liz Truss si sta rapidamente esaurendo”. Sono queste le parole con cui Larry Elliott, dall'88 redattore all'economia per il Guardian, inizia la sua analisi sul crollo della sterlina sulle colonne del quotidiano inglese, mentre nella giornata di oggi è attesa una dichiarazione della Bank of England. Il crollo infatti, in termini numerici, ha portato la valuta inglese a toccare i minimi storici nei confronti del dollaro, avvicinandosi questa mattina alla parità a quota 1,0327, per poi risalire leggermente.

 

Parità che, scrive Elliott, a questo punto verrà probabilmente raggiunta nel breve periodo: “Settembre tende ad essere il mese per le crisi della sterlina, ed è stato confermato ancora una volta”. Una delle cause della debolezza della valuta inglese è da ricercare nello slancio del dollaro, rafforzato ulteriormente dal recente rialzo dei tassi annunciato dalla Fed statunitense, ma secondo Elliott dietro al crollo della sterlina ci sono tre fattori interni, legati al Regno Unito.

 

Primo – si legge sul Guardian – una volta che una valuta ha cominciato a perdere valore è difficile fermarla”. Ed il trend nel mercato ha preso il via dopo il sostanzioso pacchetto di tagli alle tasse annunciato negli ultimi giorni dal cancelliere dello scacchiere Kwasi Kwarteng, rivelandosi, dice Elliott, difficile da fermare. Un pacchetto che, è questo il timore, per essere finanziato potrebbe portare ad un'enorme crescita del livello del debito pubblico inglese, con il più grande aumento dei prestiti dal 1972. “Il secondo – spiega il giornalista – è l'errore da scolaro commesso da Kwarteng nel promettere ulteriori tagli alle tasse nel bilancio completo previsto per la fine dell'anno”.

 

Se i mercati sono preoccupati dello stato delle finanze del governo e per l'aumento dei prestiti necessari a finanziare i piani delle autorità, scrive infatti Elliott: “Non è la cosa più saggia aggiungere ulteriori preoccupazioni. L'inesperienza di Kwarteng è stata esposta”. Il terzo punto, si legge sul Guardian, è che i mercati finanziari non sanno come la Bank of England risponderà agli eventi degli ultimi giorni: “Paul Dales – scrive Elliott – il capo economista per il Regno Unito di Capital Economics, dice che un'aumento dei tassi di 1, o anche di 1,5, punti percentuali rassicurerebbe i mercati che la Banca punta a far tornare l'inflazione al target del 2%”. 

 

E mentre una decisione del genere potrebbe passare come un giudizio della Bank of England sul pacchetto di tagli di Kwarteng, l'alternativa per il governatore Andrew Bailey sarebbe di dichiarare che i tassi verrebbe alzati nuovamente nel prossimo meeting di novembre: “Tuttavia – conclude Elliott – novembre sembra molto lontano nel contesto di quella che è diventata una corsa disordinata per la sterlina. Kwarteng dovrebbe anche dimostrare che la Bank of England ed il Tesoro hanno una voce sola, mettendo in chiaro il suo impegno a favore della disciplina finanziaria, il che verrebbe visto come un'inversione di rotta da parte del cancelliere dopo i suoi commenti del fine settimana”.

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