In Trentino crescono gli investimenti. Bort: "Segnali timidi, la fiducia è ancora bassa"
L'indagine condotta dall'Ufficio studi e ricerche della Camera di Commercio di Trento evidenzia per il 2015 un +1,9% negli investimenti rispetto al 2014. Le imprese più grandi investono maggiormente, mentre alcuni settori sono ancora in calo
TRENTO. Nel 2015 l'84% delle imprese del campione indagato ha effettuato investimenti, mentre il restante 16% ha dichiarato di non averne fatti. Gli investimenti totali per addetto sono ammontati mediamente a 8.599 euro: 7.132 per investimenti fissi e 1.467 euro per investimenti immateriali. Rispetto al 2914 gli investimenti totali sono aumentati del +1,9%, che si traduce rispettivamente in +0,6% fissi e +9,1% immateriali. L'andamento economico del 2015, seppur timidamente positivo, sembra quindi aver stimolato un leggero aumento degli investimenti.
Sono questi i risultati dell'indagine realizzata dall'Ufficio studi e ricerche della Camera di Commercio di Trento (Qui report completo) che raccoglie i dati sugli investimenti fissi lordi delle imprese, sugli investimenti immateriali e sulle loro finalità. Questa elaborazione e la relativa analisi dei dati elaborati sul periodo 2014-2015 è stata effettuata sulla base di un campione costante, considerando aziende presenti nel biennio di riferimento e sulla base dei valori per addetto al fine di rendere il confronto omogeneo.
“L’indagine camerale – spiega Giovanni Bort, Presidente della Camera di Commercio di Trento – ci conferma che la fiducia delle imprese, componente fondamentale per assumere decisioni relative agli investimenti, è ancora piuttosto bassa e che i timidi segnali di ripresa riscontrati nel corso del 2015 hanno inciso in maniera limitata sugli stanziamenti a medio e lungo termine. Gli indicatori disponibili, relativi alla prima metà dell’anno in corso, e le prospettive per l’ultimo periodo dell’anno non consentono di alimentare grandi speranze circa un’accelerazione degli investimenti per il 2016“.
Esaminando i diversi settori che compongono il tessuto economico locale, si nota una variazione percentuale positiva degli investimenti per addetto che interessa il settore dei trasporti, il commercio all'ingrosso, le costruzioni e il comparto estrattivo, mentre evidenziano una dinamica negativa il settore del commercio al dettaglio e del terziario avanzato e servizi alle imprese.
Per classi dimensionali, presentano una dinamica positiva le unità più grandi (oltre 50 addetti), mentre quelle più piccole rilevano variazioni di segno negativo. Il rapporto investimenti su fatturato è risultato pari al 2,7% nel 2014 e al 2,8% nel 2015. Questo indicatore misura “l’intensità di investimento” che appare più elevata per le imprese con un numero di addetti compreso tra 11 e 50 unità.
Per quanto riguarda le finalità di investimento, la ricerca ha messo in luce che le imprese trentine sembrano indirizzarsi in primo luogo verso la sostituzione di impianti usurati, guasti e obsoleti (52,5% di risposte) e, in secondo luogo, verso il miglioramento di qualità dei prodotti esistenti (27,2%). Seguono, per frequenza, il rinnovamento e il miglioramento della flessibilità dei processi produttivi (22%) e l’ampliamento della capacità produttiva (19,7%).
Nel 2015, le decisioni sull'entità degli investimenti delle imprese sono state condizionate in primis dalle incertezze sulle prospettive generali dell’economia (38,9%), ma anche in maniera rilevante dall'andamento della propria domanda e redditività (30%). La fonte prevalente di finanziamento degli investimenti è rappresentata dall'autofinanziamento (36,8%), segue il credito bancario a medio/lungo termine (34,6%), il credito bancario a breve termine (16%) e il leasing (11,2%).
Per quanto riguarda i rapporti con il sistema bancario, il 33,1% delle imprese del campione non ha richiesto credito, il 48,4% afferma di non aver sperimentato delle difficoltà nell'accesso al credito, mentre il 18,5% asserisce di aver incontrato delle difficoltà superiori rispetto al passato, in particolare per la richiesta di maggiori garanzie reali; seguono, come difficoltà segnalate, le limitazioni al volume dei crediti e i tassi più onerosi.