In Trentino aumentano i pensionati extracomunitari: sono più di 1.000
Secondo i dati elaborati dall'Inps regionale, i pensionati extracomunitari sono aumentati del 21,8% negli ultimi due anni. Poi ci sono quelli comunitari dell'Est che rappresentano lo 0.2% dei pensionati globali
TRENTO. Sta arrivando anche il loro momento. Sono un migliaio, infatti, gli stranieri presenti in Trentino già pensionati. A confermarlo i dati registrati dall'Inps del Trentino Alto Adige. Un fenomeno, questo, che fino ad oggi era stato poco approfondito soprattutto sul nostro territorio e che ora inizia, invece, a prendere corpo. Un elemento, questo, in passato mai rilevato anche perché considerato troppo residuale. Oggi, invece, secondo i dati forniti dal direttore regionale dell'Inps, Marco Zanotelli, i pensionati extracomunitari presenti in Trentino sono 1.037 e rappresentano lo 0,7% del totale dei pensionati. Per quanto riguarda i comunitari dell'Est, invece, i pensionati presenti sono 279 e rappresentano lo 0,2% dei pensionati trentini.
“Questi dati – spiega il direttore regionale dell'Inps Zanotelli – sono nuovi e mostrano un fenomeno che in passato non avevamo. Mentre una volta gli stranieri arrivavano sul nostro territorio, lavoravano e poi ritornavano indietro, ora si fermano qui”.
Analizzando i dati degli ultimi anni, i pensionati extracomunitari sono aumentati dal 2014 ad oggi del 21,8%. Ci sono poi gli stranieri percettori di prestazioni a sostegno del reddito (disoccupazione, cassa integrazione, mobilità etc.). In questo caso i percettori extracomunitari sono 1169 mentre comunitari dell'Est sono 783.
Altri dati importanti arrivano invece dal versante dei lavoratori stranieri. Iniziamo, prima di tutto, con una distinzione. I lavoratori extracomunitari in Trentino sono 17.134 (7,1% sul totale dei lavoratori) e i lavoratori comunitari dell'Est si attestano, invece, a 9.420 (3,9% sul totale dei lavoratori).
Mettendo a confronto questi dati con quelli nazionali, possiamo vedere come la percentuale trentina sia inferiore alla media nazionale per gli extracomunitari (8,2%) ma invece la situazione inversa si registra per i comunitari dell'Est dove il dato a livello nazionale si ferma al 3,3%, con uno 0,6% in meno rispetto al Trentino. Un dato, questo, “che si spiega – afferma Zanotelli – anche con i tanti lavori stagionali che sono presenti sul territorio e una cerca fidelizzazione della manodopera”.
Scendendo nel particolare, dei 17,134 lavoratori extracomunitari, 87,1% sono lavoratori dipendenti mentre 11% lavoratori autonomi. Circa l'1,9% sono parasubordinati. Per quanto riguarda i lavoratori comunitari dell'Est, invece, il 94,3% sono lavoratori dipendenti , il 5% sono lavoratori autonomi e lo 0,7% parasubordinati.
Dai dati raccolti dall'Inps si riesce anche a capire la provenienza geografica dei lavoratori. Per quelli extracomunitari (al cui interno cono persone anche provenienti dall'Est non comunitario), troviamo circa 9 mila lavoratori provenienti dall'Europa dell'Est non comunitaria, circa 3 mila dall'Africa del Nord, 2300 dall'Asia orientale e circa 1200 dall'America del sud. Per i lavoratori comunitari dell'Est, la comunità più numerosa è quella della Romania con 7300 persone e rappresentano il 77,5%. A seguire ci sono i polacchi con il 12,7% e poi i lavoratori provenienti dalla Croazia, Bulgaria e Ungheria.