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Not, il Tar boccia i ricorsi della aziende e chiude al modello del project financing

Il tribunale di Trento ha dato ragione alla Provincia respingendo i ricorsi di Impregilo e Pizzarotti (due delle cordate che avevano partecipato alla gara del 2011): l'appalto scelto dall'amministrazione sarebbe più conveniente per le casse pubbliche. Quasi certo il ricorso in Consigli di Stato

Di Luca Pianesi - 24 novembre 2016 - 11:19

TRENTO. Lo avevamo scritto due settimane fa in occasione dell'udienza pubblica: "La sensazione è che per la causa sul Not si andrà dritti-dritti al Consiglio di Stato". E infatti, quasi certamente, sarà quanto accadrà. Ieri il Tar di Trento ha dato ragione alla Provincia respingendo i ricorsi "principali" delle cordate guidate da Pizzarotti e Impregilo. Sui ricorsi delle altre due, Cmb e Mantovani, si esprimerà successivamente. Per Cmb si parla di tempi molto brevi. Per Mantovani il procedimento è scorporato da quello delle altre tre cordate e l'udienza dovrebbe svolgersi a febbraio. Questo perché Mantovani chiede solo un risarcimento pecuniario (per aver partecipato alla gara "saltata" per "colpa" dello stesso committente) mentre negli altri casi la richiesta era, prima di tutto, che si tornasse alla gara precedente forti della frase contenuta nella sentenza del 2014 del Consiglio di Stato che dichiarava: "Per effetto di quanto disposto, la Provincia può procedere alla rinnovazione della gara a partire dalla fase di presentazione delle offerte". E che quindi si procedesse con il project financing e non con il nuovo bando di gara nato dalla delibera provinciale del 16 giugno di quest'anno il cui oggetto era la "Revoca del provvedimento a contrarre per la realizzazione del Nuovo polo ospedaliero del Trentino". E solo in seconda battuta, in caso di reale annullamento della gara alla quale avevano preso parte, le aziende richiedevano il risarcimento per equivalente (l'utile d'impresa mancato) e il risarcimento per aver preso parte alla gara (molto onerosa anche sul piano progettuale). In totale queste erano le richieste: 14 milioni e 268 mila euro da Salini Impregilo, 11 milioni e 117 mila euro da Cmb, 11 milioni da Pizzarotti e 5 milioni e 300 mila euro per Mantovani. 

 

Il Tar di Trento, però, ha respinto i ricorsi in tutto e per tutto (anche quello sui risarcimenti perché il tutto rientrerebbe nel canonico rischio d'impresa che ogni imprenditore si assume partecipando a gare o appalti) motivando che la Provincia ha fatto bene a rinunciare al project financing perché le condizioni dal 2011 (anno dell'errore fatidico compiuto dall'amministrazione che per il più grande appalto della storia del Trentino, un'opera da 1,7 miliardi di euro tra realizzazione e gestione dei servizi,  saltò perché due membri, Livia Ferrario e Luciano Flor, della commissione aggiudicatrice dell'opera erano stati inseriti anche tra coloro che avevano redatto il bando, violando così l'articolo 84 comma 4 del Codice degli appalti) ad oggi sarebbero notevolmente cambiate, il costo del denaro si è abbassato notevolmente ed è possibile accedere ai finanziamenti (molto convenienti) a tasso fisso della Banca europea degli investimenti e della Cassa depositi e prestiti. E il pubblico interesse di un'opera come il Not deve anche e soprattutto puntare al miglior servizio in forza della minore spesa. 

 

E poi c'era l'altra frase del Consiglio di Stato del 2014 che aggiungeva che "la Provincia può anche intervenire, nell'occasione, per perfezionare alcuni profili contestati delle disposizioni di gara. Sono fatti salvi, ovviamente, gli ulteriori atti dell'Amministrazione". Una frase che per le imprese significava "perfezionare alcuni punti della precedente gara", per la Provincia andare anche a cambiare il modello di appalto. E il Tar, in questo senso, ha dato ragione all'amministrazione. Ed è proprio questo aspetto che in udienza pubblica ci aveva fatto pensare che si sarebbe andati al Consiglio di Stato. I giudici, infatti, insistevano essenzialmente sulla questione project financing sì o project financing no più che su quanto espresso in sentenza dal Consiglio di Stato nel 2014. Adesso la parola, quasi certamente, tornerà a Palazzo Spada, a Roma (con la quasi assoluta certezza che anche per i procedimenti di Mantovani e Cmb l'esito al Tar ricalcherà quello di Impregilo e Pizzarotti). Sarà lo steso Consiglio di Stato a riprendere in mano la sua sentenza. 

 

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